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Nihon Eiga - Storia del cinema giapponese dal 1945 al 1969

Pubblicato il 23 giugno 2013 da Alessandro Izzi


Nihon Eiga - Storia del cinema giapponese dal 1945 al 1969

Nel 1945 si concluse la Seconda Guerra Mondiale. L’atto finale si consumò in Giappone con due eventi traumatici di portata incalcolabile.
Il primo fu l’esplosione di due ordigni atomici su Hiroshima a Nagasaki, a poca distanza temporale e spaziale l’uno dall’altro. L’effetto fu devastante e le conseguenze non si esaurirono nella drammatica distruzione di due centri abitati, ma si protrassero nel tempo, con la lenta agonia dei sopravvissuti e con le nascite di bimbi e animali deformati dalla radiazioni. L’inferno in terra, fu, per dirla con Kurosawa che allo shock dedicò il suo penultimo, incredibile, film, un occhio aperto nel cielo a fissare l’umanità sgomenta.
Il secondo evento traumatico ebbe un valore più culturale, ma la sua portata fu altrettanto epocale: la fine della dimensione divina dell’Imperatore, costretto per firmare la resa a scendere alla stessa altezza degli americani.
Il senso di spaesamento per la cultura giapponese non poteva essere più grande. Il sogno imperialista franò tra i marosi della storia e l’isola, da sempre soggetta al moto naturale e imprevedibile dei terremoti e degli tsunami, si scoprì improvvisamente fragile, facile all’occupazione degli eserciti stranieri, pronta a scendere a compromessi debilitanti e assolutamente svantaggiosi.
Eppure, malgrado il senso di precarietà delle istituzioni, malgrado la disillusione nei confronti della politica, malgrado il senso di incertezza per il futuro, il processo di ricostruzione non conobbe ostacoli e, anzi, la realtà giapponese si rivelò abilissima nel prendere le redini dello sviluppo tecnologico ponendo la nazione all’avanguardia per lunghissimo tempo. Frattanto fenomeni culturali legati a cinema e televisione, mostrarono una capacità di penetrazione in contesti occidentali del tutto insospettabili.

La formula giapponese fu strana e a tratti incomprensibile. Il prodotto nazionale dapprima fu costretto a seguire mode hollywoodiane (gangster movies, thriller, noir) per poi gradualmente ritrovare un rapporto fattivo con la tradizione delle storie di samurai che all’inizio erano tacitamente vietate dalla realtà occupante. Nel frattempo i registi che non volevano smettere di sintonizzare il proprio sguardo sulla realtà locale dovettero giocoforza puntare sul presente della piccola borghesia portando gradualmente all’eccellenza un cinema intessuto di silenzi, di spazi, di piccoli personaggi persi in drammi discreti eppure importanti.

In questo contesto si formarono i nomi nuovi di cui è composto questo bel libro a cura di Enrico Azzano e Raffaele Meale: Nihon Eiga – Storia del cinema giapponese dal 1945 al 1969.

Per essere un volume collettaneo, il libro in esame rivela un’incredibile omogeneità di risultato a fronte della varietà degli approcci e delle piste interpretative.
Probabilmente la ricchezza del risultato dipende anche dall’incredibile eterogeneità dei nomi e delle poetiche prese di volta in volta in esame.
L’opera offre così uno spaccato convincente della realtà giapponese per più di un motivo.

Il primo risiede nella capacità di inserire nel raggio di indagine, oltre ai soliti (pochi) noti del cinema giapponese, tutta una serie di nomi che hanno fatto la storia del cinema nipponico e i cui film sono spesso poco conosciuti da noi.

Il secondo sta, invece, nella capacità di condensare, nei capitoli dedicati a grandi nomi come Ozu, Kurosawa o Mizoguchi, il senso di un dibattito critico più che decennale mantenendo un giusto equilibrio tra il bisogno di informare il grande pubblico e quello di offrire strumenti utili allo studioso.

Il terzo sta nel riuscire a definire un contesto credibile in cui ha senso il trattamento quasi paritario tra i grandi geni riconosciuti e gli abili artigiani di genere. Così si capisce il valore del lungo capitolo dedicato, ad esempio al cinema di Ishiro Honda che, all’interno di un cinema di genere che pure ha dato i natali ad alcuni indiscutibili capolavori, è stato prima di tutto il regista che, prima di altri e con forse anche maggiore consapevolezza, si è fatto carico di metabolizzare il lutto atomico del paese offrendo, al tempo stesso, la speranza per un futuro ecosostenibile.

Nel complesso, quindi, Nihon Eiga, che nel primo volume condensa il suo arco di indagine ad un solo venticinquennio di storia, si rivela uno strumento assai utile per orientarsi all’interno di una produzione di cui continuiamo a sapere troppo poco. La tripartizione secondo la quale ad un profilo storico complessivo segue l’analisi di singoli registi e poi di singole pellicole, infine, si rivela efficace ed esaustiva.


A cura di: Enrico Azzano, Raffaele Meale
Prefazione: Maria Roberta Novielli
Titolo: Nihon Eiga – Storia del Cinema Giapponese dal 1945 al 1969
Editore: Csf edizioni
Dati: 224 pp
Anno: 2012
Prezzo: 17,00 €
Isbn: 978-88-905283-1-6


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