Nuit Blanche
Una lunga, lunghissima estenuante notte bianca. Eventi e persone che si sfuggono e rincorrono. Vincent, poliziotto corrotto, deve salvare il figlio rapito da una banda di mal viventi. Semplice, forse banale, la trama di uno dei film sorpresa di un Festival Internazionale del film di Roma non proprio in piena forma. Quella di Vincent è una lotta contro il tempo attraverso lo spazio: insieme al suo collega Mabuel, lo sbirro Vincenti ha organizzato un colpo per impadronirsi una partita di droga. Quando le cose si mettono male inizia la sfrenata corsa contro il tempo. Non ci sono buoni e cattivi, non c’è il bene e il male, non c’è qualche cosa di giusto o di sbagliato. Tutto è male, perché questo mondo è dei cattivi,che sono dappertutto (soprattutto dove non li avresti mai cercati) L’escamotage narrativo è lo stesso di Mrs Dalloway: il tempo si contrae e gli spazi si dilatano, si contorcono fino a deformarsi sotto l’irreale colore delle luce al neon. Il vantaggio è che la macchina cinematografica rendere questo spostamento spaziale e temporale velocissimo, incollando lo spettatore alla sedia. La sfida è rischiosa ma Frederic Jardin la vince. Non era facile perché quello che si propone e che ci propone è un film ritmato, caotico, bianco, colorato e preciso come un orologio svizzero. Non ci sono approssimazioni, errori o sbavature. Se la trama non è originale e la domanda prima di lui se la sono posta in molti, se il bene è corrotto dove sta il male?, Nuit Blanche riesce a sorprendere. I riferimenti sono tanti, forse troppi, Tarantino, Coppola, Mann, Lau... Ma Jardin, assistente di Godard e Sautet, prende la lezione dei maestri e la propria, la personalizza, realizzando un film perfettamente francese con una carica umana che non ti aspetti.
Nuit Blanche si nutre di se stesso, si auto alimenta, perché è fatto degli elementi primi del cinema: luce e sonoro. E’ un’opera di spazi, di attori, di parole che ti aspetti sparisca dopo la prima visione. Un film che va consumato senza paura, ingoiato o, se preferite, bevuto perché è questo il suo segreto: condensare, dilatare e poi di nuovo sintetizzare il tempo e lo spazio. La sceneggiatura è perfetta, gli attori sono perfetti per un film che cerca di stupire e alla fine ci riesce.
(Nuit Blanche) Regia: Frédéric Jardin; sceneggiatura: Nicolas Saada e Frédéric Jardin ; fotografia: Tom Stern; montaggio: Marco Cavé e Christophe Pinel; musica: Nicolas Errera - DJ Yenn - Ionic Benton - Artaban; scenografia: Hubert Pouille; interpreti: Tomer Sisley (Vincent), Joey Starr (Feydek), Julien Boisselier (Lacombe), Serge Riaboukine (Marciano), Laurent Stocker(Manuel), Samy Seghir(Thomas), Dominique Bettenfeld(Alex), Adel Bencherif (Abdel), Birol Ünel (Yilmaz) e Lizzie Brocheré(Vignali) ; produzione: Chic Films (France); distribuzione: Bac Films (France; origine: Francia, Beglio; durata: 98’.