Preacher (Stagione 1) - Teste di Serie

"A Dio tutto è possibile."
Matteo, 19:28
Del genio iconoclasta e iper-produttivo di Garth Ennis, autore veterano, ormai abituato a destreggiarsi sempre ai limiti del politically (un)correct nelle migliori piazze fumettistiche mondiali, eccessivo nella scrittura, dall’inconfondibile stile borderline, se ne potrebbe parlare per ore. Nel vasto parco delle serie televisivie tratte o ispirate da opere fumettistiche (oggi sono già tante e destinate ad aumentare sempre più nel giro di una manciata di mesi), Preacher, ideata dal trio infernale Seth Rogen-Evan Goldberg-Sam Catlin, è stata in grado di annichilire dopo una sola stagione, almeno dal punto di vista del tono della narrazione, tutte le altre serie-sorelle, mettendo sul piatto tematiche forti e incandescenti, proponendo una variante quasi eretica del contenitore, con un occhio sempre aperto e vigile all’intrattenimento, senza però mai trascurare l’accuratezza di una messa in scena “Tarantiniana”, lucida e frastornante. Un autentico cazzotto allo stomaco (nel senso buono del termine, ovvio!)
Cosa rende, quindi, Preacher unica nel suo genere? L’assenza di pause narrative. O, per esser più precisi, la capacità di tenere sempre alta oltre la soglia la tensione drammatica: tutto, in Preacher, è volto al puro soddisfacimento di sete di sangue, azione e colpi mancini degni di una storia macabra e violenta, attingente ai cliché degli horror d’annata, innervata dalla giusta dose di ironia che trasforma il concept ideato da Garth Ennis in una messa dissacrante, di cui lo spettatore non può farne a meno.
Tutto ciò che sembra già visto, in Preacher, viene ribaltato nel giro di una manciata di episodi: a cominciare dal protagonista Jesse Custer (col ghigno sornione e l’occhio vispo di Dominic Cooper), ex mercenario rapinatore di banche che, dopo un colpo andato male, rifugge dalle cattive abitudini e torna in Texas, nel suo paesino natale, per continuare il lavoro del padre, anch’egli predicatore, che inizia la sua nuova vita come persona redenta, in cerca di una salvezza morale per se stesso e per i compaesani apparentemente dimenticati da Dio, per ritrovarsi (al termine della stagione) in missione alla ricerca di Dio stesso...spinto da cause disastrose! Un protagonista viscerale, facile da amare, dall’animo buono, ma con un piede ancora impantanato nel vizio (e, per questo, umano); lo accompagna un parco comprimari variegato e fracassone, degni dei migliori film di Tarantino e dei fratelli Coen: la compagna di una vita Tulip (Ruth Negga), alla ricerca di vendetta per i torti passati subiti, il vampiro sciatto e perdigiorno Cassidy (Joe Gilgun), capitato “all’inferno” un pò per caso, i due emissari angelici Fiore e DeBlanc (Tom Brooke e Anatol Yusef), incaricati di riprendere Genesis, la misteriosa entità metà angelica e metà demoniaca che si è impossessata di Jesse, donandogli il potere di comandare chiunque, costringendolo a compiere qualsiasi azione, citando in ultimo (ma non in ordine di importanza) il miglior comprimario della serie, il giovane e tormentato Eugene (Ian Colletti), il “ragazzo dalla faccia di culo”, deturpato da un misero tentativo di suicidio, al quale verrà riservato il destino peggiore di tutti...
Preacher è una serie costruita su un raffinato substrato sovrannaturale, facilmente identificabile con il potere che l’entità Genesis dona al risoluto Jesse, arricchito verso il culmine della prima stagione dallo scioglimento narrativo di quella che poteva apparire una sottotrama mascherata da flashback, ma che si rivela al fotofinish un geniale espediente di buttare fin da subito le basi per una scioccante e adrenalinica seconda stagione: perchè il punto di partenza di Preacher non si identifica in maniera automatica con il pilot, ma con l’intera prima stagione, in verità una sorta di prologo a ciò che diventerà la vera missione di Jesse Custer, ovvero scoprire che fine abbia fatto Dio, trovarlo e chiudere i conti in sospeso con lui; tuttavia nel corso di questi primi dieci episodi si concretizzano alcuni dilemmi etici-filosofici da non prendere sottogamba, quali il libero arbitrio, la consapevolezza di possedere un potere in grado di smuovere le masse, la ricerca della redenzione personale, palpabili come sinistre sensazioni, ma nascoste sottotraccia dall’irriverenza di una messa in scena tagliente e ironica.
Un processo narrativo meticoloso e privo di falle che surriscalda al limite l’attenzione dello spettatore, che rimarrà sconvolto da almeno due esplosivi colpi di scena (la cacciata di Eugene all’inferno e il finale di stagione), fagocitato da una sublime commistione di generi (dall’horror classico, al western, dal road movie al gangster movie), ricco di citazionismo, sboccacciato e ricercato al contempo. Un lavoro ottimamente architettato, in grado di regalare sotto il caldo torrido estivo una delle migliori premiere dell’anno.
(Preacher); genere: Horror, azione; sceneggiatura: Seth Rogen, Evan Goldberg, Sam Catlin, Garth Ennis (fumetto); stagioni: 1 (in corso); episodi prima stagione stagione: 10; interpreti: Dominic Cooper, Ruth Negga, Joe Gilgun, Lucy Griffiths, Derek Wilson, Ian Colletti, W. Earl Brown, Anatol Yusef, Tom Brooke; musica: Dave Porter; produzione: AMC Studios, Sony Pictures Television, Vertigo (DC Comics), Warner Bros. Television, Kickstart Productions, Point Grey Pictures, Original Television; network: AMC (U.S.A., 22 maggio-31 luglio 2016), Inedita (Italia); origine: U.S.A., 2016; durata: 60’ per episodio; episodio cult prima stagione: 10x01 – Call and response
