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Roma 2016 - Coco

Pubblicato il 21 ottobre 2016 da Stefano Colagiovanni

VOTO:

Roma 2016 - Coco

"...non vi preoccupate, non volerò via con queste parole. Io non sono un uccello o un uomo o una donna, no...Io sono Coco"

Coco è un artista trasformista. Un travestito. Coco possiede due identità sessuali: quella di uomo in quanto tale, e quella dell’artista, una donna con un suo preciso posto nel mondo. Ma Coco è stata derubata della propria infanzia e della possibilità di poter viverla come tutti i bambini dovrebbero. Senza patemi.

Coco, cortometraggio scritto e diretto da Veronica Succi, è il primo passo (uno spin-off) verso il compimento di un progetto più vasto, che sfocerà in Parvus, lungometraggio che accende un faro sul depravato mondo della pedofilia, svelandone un lato nascosto e terrificante, quello delle organizzazioni internazionali dedite al commercio e allo sfruttamento di bambini.

Veronica Succi tratteggia una realtà quotidiana visivamente atipica, abbandonando stanze buie, tenore musicale cupo e angosciante e privando il suo cortometraggio di elementi stilistici ombrosi o distorcenti, come sfocature, contrasti tra colori chiari e scuri, figure opprimenti e mostruose (viste con gli occhi di un bambino): in Coco, Veronica Succi predilige un ambiente domenstico quasi rassicurante visivamente (il sole che filtra dalle finestre, illuminando l’ambiente, un tavolo cosparso di fogli e pastelli per disegnare), mostrando con un montaggio parallelo l’innocenza del piccolo Coco (Flavio Cavaliere), che tenta di trovare nel ballo delle soubrette ammirate in tv un pertugio in cui nascondersi dalla realtà (una scappatoia, tuttavia, malvista dalla madre), contrapposta alla serenità apparente di un adulto che ha finalmente trovato la sua identità, essendo perfino capace di metterla in mostra come artista; tuttavia Coco (Antonia San Juan) nasconde dentro di sè un animo lacerato, una ferita difficile da rimarginare, che le brucia come sale sulla carne viva.

L’obiettivo ben centrato dalla regista di mettere a nudo i ricordi dolorosi di un individuo che, nonostante il passare degli anni, avverte ancora sulla pelle il male fisico e l’impotenza accusate in tenerà età, viene reso con una messa in scena pudica (nessuna scena dal forte impatto, basta un solo occhio nero e la persistente sensazione che qualcosa di malvagio stia per accadere) e lucida dell’orrore; il racconto prende forma grazie alla presenza ambigua di Coco, personaggio introdotto in questo spin-off che (si suppone) rivedremo nel film Parvus. Un personaggio che dimostra come si possa superare, seppur feriti, un passato violento, riuscendo ad abbracciare se stessi, gettando ogni maschera, sputando fuori il veleno che corrode l’anima e denunciare il male subito.

Struggente e liberatorio al contempo, Coco è un cortometraggio che prende per mano lo spettatore, guidandolo prima all’inferno e poi verso le soglie del paradiso, senza mai oltrepassarle. Perchè il passato non si dimentica. E non sempre è un bene.


CAST & CREDITS

(Coco); Regia: Veronica Succi; sceneggiatura: Veronica Succi; fotografia: Luigi Montebello; montaggio: Gianluca Stuard; musica: Gerardo Casiello, Luz Casal, Lola; interpreti: Antonia San Juan, Flavio Cavaliere, Eva Basteiro-Bertoli, Giulio Maroncelli, Claudio Botosso, Federico Rosati, Monica Ferri, Lina Zirpoli; produzione: Federico Rosati ed Efesto Film, con la collaborazione di Mater Onlus e Francesco Dainotti per la Gekon Production (produttore associato); origine: Italia, 2016; durata: 20’


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