American horror story - Roanoke (Stagione 6) - Teste di Serie

"Ero stata scritturata per soli tre episodi, ma ne ho girati cinque...il pubblico voleva la Macellaia!"
Agnes Mary Winstead, nel ruolo della Macellaia
Ryan Murphy è un genio: colui che ha saputo donare alla storia della serialità televisiva prodotti tanto complessi, quanto fruibili, divenuti autentiche pietre miliari di genere (Nip/Tuck per il medical drama, Glee per il musical) è riuscito, con la sesta stagione della sua creatura orrorifica antologica, a superare ogni aspettativa: American horror story – Roanoke è una storia che contiene altre storie, perennemente in bilico tra finzione e ricostruzione storica, mai così violenta e satura di sentimento.
Murphy, che ha scritto la sceneggiatura a quattro mani con il fidato compagno di viaggio Brad Falchulk, prende spunto dalle reali vicende della colonia perduta di Roanoke, durante il 1500, per servirla in pasto al pubblico smanioso di intraprendere questo nuovo e truculento viaggio nel passato (dopo gli eventi narrati in Asylum e Freak Show, anch’essi incastonati in un contesto temporale vintage). Se non che si resta sbigottiti fin dalle prime sequenze del pilot, perchè i due showrunner mettono da subito le carte in tavola: American horror story - Roanoke non si rivelerà una stagione canonica, ma presenterà diversi livelli di lettura, in quanto le vicende di una giovane coppia, Shelby e Matt Miller (Lily Rabe e André Holland), che dopo aver acquistato il maniero di Roanoke, scampano per miracolo a un massacro ordito dalle anime tormentate dei coloni perduti, capeggiati dalla crudele e demoniaca Macellaia (Agnes Mary Winstead), vengono narrate attraverso l’occhio imperturbabile di un reality, Il mio incubo a Roanoke, un grande fratello depravato, ma capace di ottenere un successo clamoroso; così, il reality (finzione nella finzione) permette a Murphy e Falchuk di utilizzare una gran quantità di attori, su tutti Sarah Paulson e Cuba Gooding Jr. nei panni dei coniugi Miller, Kathy Bates (gigantesca come sempre) nelle vesti della Macellaia, Angela Bassett nel ruolo di Lee Harris (la sorella di Matt, che “nella realtà” ha il volto corrucciato di Monet Tumusiinme), e il sempre eccelso Evan Peters (Edward Philip Mott, il primo proprietario defunto del maniero di Roanoke), in una sarabanda di volti che gli affezionati della serie hanno imparato da tempo ad amare e che hanno contribuito a rendere impeccabile questa sesta, insperata stagione.
Nonostante Murphy e Falchuk stavolta abbiano deciso di calcare la mano col sangue e l’orrore frutto di raccapriccianti atti di violenza (evisceramenti, impalamenti e cannibalismo), la forza motrice di American horror story – Roanoke viene originata da una profonda critica nei confronti dello showbusiness e della spettacolarizzazione televisiva, volgarizzata ai limiti del decoro e del buon costume, barbara celebrazione di se stessa, assetata di ascolti come un vampiro con il sangue: non esistono lezioni o valori morali alla base del reality Il mio incubo a Roanoke, solo cinismo e perenne insoddisfazione (un operaio muore durante l’allestimento del set, ma il regista Sidney, interpretato da Cheyenne Jackson, non mostra nè dolore, nè struggimento, imponendo di continuare come se nulla fosse accaduto); così come un’attitudine professionale aberrante può spingere un attore a perdere il senno dopo un licenziamento (terrificante la finta Macellaia interpretata da Kathy Bates, che impazzisce ed entra definitivamente nel personaggio, uccidendo gran parte della troupe, solo perchè era stata rifiutata per la seconda stagione del programma); infine, Murphy e Falchuk provano a svelare la disdicevole e supponente natura dell’uomo divenuto stella dello spettacolo che non perde occasione di deridere perfino coloro che finiscono per interpretare (le ripetute risa e battute di scherno degli “attori” nei confronti dei veri sopravvissuti della strage di Roanoke spiazzano e fanno rabbrividire lo spettatore).
Ecco come American horror story – Roanoke è una bomba che deflagra, scagliando schegge di disprezzo e rigetto verso tutto lo star-system televisivo e la sua industria succhia-indici d’ascolto e implacabile macellaia di etica e buon gusto: è la televisione contro se stessa, l’altra sporca faccia della medaglia e, per questo, l’obiettivo che i due showrunner si prefiggono risulta chiaro fin dai primissimi episodi, dai quali già traspare (e così si protrarrà per il resto della stagione) la volontà di Murphy di accantonare quelle iperboli formali, suo marchio di fabbrica, per concentrarsi maggiormente su uno sviluppo narrativo ben più profondo e complesso, contrariamente a quanto visto nelle stagioni precedenti, uno stile molto più vicino a quello del suo capolavoro Nip/Tuck. Proprio questa saggia scelta da ad American horror story – Roanoke la forza di ridimensionare le vicende raccontate nelle precedenti stagioni a mero intrattenimento ludico (lieve eccezion fatta per Asylum e Freak show), elevandosi a caposaldo dell’intera serie; un risultato sorprendente e spiazzante, cementato dalla notevole carica emotiva racchiusa in ogni livello di stratificazione narrativa, che raggiunge il suo apice nel racconto di formazione della tormentata Lee, desiderosa di costruire un rapporto solido con la figlia che non potrà mai avere, che si esaurisce in un finale straziante.
Ryan Murphy è un genio, si è scritto. E American horror story – Roanoke è l’ennesima prova del talento smisurato di un poliedrico Re Mida della televisione degli ultimi venti anni, capace di spaziare con arguzia e intraprendenza tra i generi, mai stanco di stupire e, al contempo, spaventare ed emozionare, straziando l’anima.
(American horror story - Roanoke); genere: horror; sceneggiatura: Ryan Murphy, Brad Falchuk; stagioni: 6 (rinnovata); episodi sesta stagione: 10; interpreti: Kathy Bates, Sarah Paulson, Cuba Gooding Jr., Lily Rabe, André Holland, Denis O’Hare, Wes Bentley, Evan Peters, Cheyenne Jackson, Angela Bassett; produzione: 20th Century Fox Television, Ryan Murphy Productions; network: FX (U.S.A., 14 settembre-16 ottobre 2016), Fox (Italia, 21 ottobre-23 dicembre 2016); origine: U.S.A., 2016; durata: 60’ per episodio; episodio cult sesta stagione: 6x07 – Chapter 7
