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P.O.E. - Poetry of Eerie

Pubblicato il 7 giugno 2013 da Marco Di Cesare


P.O.E. - Poetry of Eerie

Si sa come la forma del cortometraggio, a causa della sua durata, offra per statuto una maggiore possibilità di sperimentazione audiovisiva, al pari della visionaria evocatività della poesia rispetto alla narrazione prosastica, potendo contare, la prima, su una maggiore possibilità di far tra loro relazionare in maniera eccentrica i segmenti di linguaggio utilizzati. E pure in quei casi, sinceramente più rari, nei quali la forma lunga viene utilizzata per restituire sensazioni altrettanto eccentriche, è comunque la forma del frammento a uscire fuori in tutta la sua potenza, scheggia impazzita che si pianta nel cervello dello spettatore, tanto che la lunga durata assume maggiormente la forma di una narrazione dei più disparati brandelli.
L’unica costrizione drammaturgica, nel caso di un corto, è magari la necessità di trovare una chiusura brillante, a nostro parere più sentita che nel caso di un lungometraggio, a causa di questioni connesse a un ritmo racchiuso in una breve durata e, per questo motivo, particolarmente incalzante.

E raffigura un guardarsi indietro, questo P.O.E. - Poetry of Eerie, raccolta di cortometraggi di registi indipendenti italiani, uniti dalla passione verso Edgar Allan e la sua Poesia del lugubre: un progetto che si volge verso il genio di Boston, contemplando la sua ottocentesca letteratura e, allo stesso tempo, una tipologia di racconto cinematografico non più molto utilizzata, ossia quella del film antologico.
Distribuito tramite il circuito di Distribuzione Indipendente, la versione cinematografica consta di otto episodi, mentre quella integrale (la quale ne comprende ulteriori cinque), già uscita in dvd per il mercato internazionale, sarà disponibile on demand dal 14 giugno attraverso il sito Own Air. Più breve, la versione per le sale, a causa di una mera scelta distributiva, legata a fattori di durata e ritmo dell’opera.

Quello che sconvolge di tutta l’operazione è la decisione della Commissione per la revisione cinematografica di apporre il divieto per i minori di 18 anni.
Giacché non abbiamo personalmente notato nulla di scandaloso in P.O.E..

È spesso un gioco, Poetry of Eerie, con l’ironico e il grottesco a farla da padroni. Mentre gli stili vanno dallo psycho horror fino a una concisa spruzzatina di splatter.
Ma il tutto diventa troppo dispersivo, in un lungometraggio composto di corti, per un’opera che risulta essere complessivamente non totalmente unitaria, lascito, questo, di una sfida organizzativa e produttiva che, comunque, mostra delle crepe all’interno del risultato finale. Inoltre non sempre si riesce a esperire la strada dell’esperimento e della maraviglia. Da apprezzare, però, il tentativo di rilettura di Edgar Allan Poe, mai pedissequa.
Buono è il livello raggiunto da Il gatto nero di Paolo Gaudio, un felice divertissement in claymation che fa diventare lo stesso Edgar Allan Poe e i suoi tormenti protagonisti del celeberrimo racconto. O, meglio ancora, Il giocatore di scacchi di Maelzel di Domiziano Cristopharo, elegantemente freddo, come l’essenza del vivere umano che vuole mettere in mostra, dove ognuno è preda di un ingranaggio che non prevede individualità, ma solo una lista di caselle nel quale indirizzare ogni possibile, e già prevista, personalità. Mentre sospeso tra freddezza e passione è il brevissimo Canto di Yumiko Sakura Itou. Concettualmente banale La sfinge di Alessandro Giordani, laddove diviene irritante l’inutilità espressiva de Gordon Pym di Giovanni Pianigiani e Bruno Di Marcello. Senza dimenticarsi de Valdemar di Edo Tagliavini, la cui ridondante ricerca dell’effetto grottesco diviene esasperante e totalmente infruttuosa. Invece assai più interessanti la semplicità dell’atmosfera da ghost story giapponese – con, in aggiunta, una martellante citazione da La goccia d’acqua di Mario Bava - ricostruita da Angelo e Giuseppe Capasso in Silenzio e, anche, lo stile più confuso de L’uomo della folla di Paolo Fazzini.


(id); produzione: Digital Room, APC Independent Production, Giranum Films, Sorzproduction, 4 Frame, Los Aluches; distribuzione: Distribuzione Indipendente; origine: Italia, 2011; durata: 80’; web info: Pagina Facebook di P.O.E.; sito del distributore.


Cast tecnico e artistico degli episodi:

Silenzio
Regia, Fotografia e Montaggio: Angelo e Giuseppe Capasso;
Sceneggiatura: Angelo Capasso, Giuseppe Capasso e Lorenzo Cammisa;
Musica: Luca Toller;
Interpreti: Sara Cennamo e Dario Biancone.

La sfinge
Regia e Montaggio Alessandro Giordani,
Sceneggiatura Marco Varriale e Lulù Cancrini;
Fotografia Michele De Angelis;
Interpreti Laura Gigante (Figlia) e Mariano Aprea (Padre).

Valdemar
Regia, Sceneggiatura, Fotografia e Montaggio: Edo Tagliavini;
Musiche: Sara Ardizzoni;
Interpreti: Gerado Lamattina (Valdemar), Danilo Conti (Dott. Uars), Marcello Moretti (Barman), Rita Fedozzi (Maga Fedarda), Alessandro Garavini (Il Dottore), Alessandro Randi (Dott. Metzengerstein), Matteo Bonazza (Prof. Huntly), Edo Tagliavini (Mago Anton).

Le avventure di Gordon Pym
Regia: Giovanni Pianigiani e Bruno Di Marcello;
Interpreti: Marco Borromei (Edgar Allan Poe) e Gianluca Russo (Il Morto).

Il gatto nero
Regia e Sceneggiatura: Paolo Gaudio;
Fotografia: Chester Copperpot.

L’uomo della folla
Regia: Paolo Fazzini;
Montaggio: Gianluca Paoletti;
Musica: Andrea Antonimi;
Interpreti: Lorenzo Semorile (L’uomo della folla).

Il giocatore di scacchi di Maelzel
Regia e Fotografia: Domiziano Cristopharo;
Sceneggiatura: Andrea Cavalletto (II);
Montaggio: Mirko Virgili;
Musica: Fabrizio Greco);
Interpreti: Angelo Campus (Maelzel), Luca Canonici (Mr. Grey) e Leo Capobianco (L’automa).

Canto
Regia: Yumiko Sakura Itou.


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