Preacher (Stagione 2) - Teste di Serie

"Dobbiamo trovare Dio: lo cercheremo in ogni locale di New Orleans!"
Jesse
Dio é scomparso e bisogna che qualcuno lo trovi. Il piú presto possibile!
La seconda stagione di Preacher, saggiamente condotta verso la dannazione da Seth Rogen, Evan Goldberg e Sam Catlin, ispirati al fumetto iconoclasta di Garth Ennis e Steve Dillon, riprende esattamente da dove l’avevamo lasciata, ovvero su strade infuocate in compagnia del predicatore Jesse Custer (Dominic Cooper), il vampiro cialtrone Cassidy (Joe Gilgun) e l’esplosiva Tulip (Ruth Negga, provocante e musona) non del tutto convinta che la decisione di Jesse di andare alla ricerca di Dio sia conveniente per il gruppo. Cosí, dopo aver ritrovato l’angelo Fiore (Tom Brooke), ormai solo e finito a Las Vegas come un famosissimo prestigiatore-fenomeno da baraccone immortale (grazie alla sua abilitá di tornare in vita una volta ucciso), i tre scoprono che Dio é passato anche a Las Vegas, che ama il jazz e che, sicuramente, si trova a New Orleans, magari in qualche jazz club, da solo e perso nei suoi piaceri, lontano da ogni responsabilitá. Una volta giunti a New Orleans, Jesse passa in rassegna tutti i locali in cui potrebbe trovare ció che sta cercando, mentre si imbatte in un’organizzazione pluricentenaria che sembra tirare le redini del credo cristiano nel mondo, capeggiata dal folle e pragmatico Herr Starr (Pip Torrens) e vengono a conoscenza del moribondo settantenne figlio di Cassidy, Denis (Ronald Guttman). E a complicar loro la situazione ci pensano l’inarrestabile Santo degli Assassini (il pistolero maledetto, interpretato dal granitico Graham McTavish), spedito sulla Terra per uccidere il predicatore, l’attitudine della GRAAL a cui fa capo Herr Starr, da sempre al lavoro per togliere di mezzo tutti i falsi predicatorI in nome di Dio e molta ruggine nascosta tra le pieghe del passato dei tre disperati alla ricerca di Sua Signoria...
Una volta iniziato il viaggio, é impossibile fermarsi o tornare sui propri passi. Certo, bisogna fare i conti con il proprio passato, con segreti mai svelati o mezze veritá mozzicate, ma ció che Rogen, Goldberg e Catlin ci mostrano in questa sfrenata seconda stagione di Preacher é una seconda discesa verso l’inferno sulla Terra creato dagli stessi protagonisti: indipendentemente dal luogo prefissato da raggiungere, Jesse, Tulip e Cassidy sono perseguitati dal loro passato, dai loro errori quasi dimenticati e da scelte presenti mai fortunate. L’avvento di Genesis non é un dono, come ben presto Jesse scoprirá, ma una maledizione, un peso forse troppo gravoso e foriero di malvolute responsabilitá: sia il Santo degli Assassini, sia il cambio di prospettiva di Starr in favore dell’ascesa di Jesse in qualitá di nuovo Dio in sostituzione di quello originale rappresentano l’incarnazione dell’altro lato della medaglia, quello del rigetto o della fuga (quella che li spinge a lasciarsi il Santo alle spalle) e della destabilizzante accettazione di una responsabilitá cosí grande (il nuovo ruolo di Jesse), in grado di mettere a rischio la salvaguardia del gruppo e dell’amore tra Tulip e il predicatore. In quest’ottica, gli showrunner sono abili nel trasformare Preacher in uno show in grado di spaziare dal road-movie sanguinario e grottesco, a un inquadramento da noir atipico, profondamente introspettivo e sospeso in attesa di un evento cosí terribile e drastico da sconvolgere ancora una volta gli schemi prefigurati dallo spettatore in ottica terza stagione (evento che puntualmente trova compimento nel finale di stagione).
Se la prima stagione puó essere considerata un punto di partenza utile per gettare le basi e presentare i protagonisti in cerca di un qualche tipo di redenzione e, per questo, quasi in attesa di una mistica causa scatenante (qualcuno ha detto che Dio é scomparso?!), allo stesso modo questa seconda stagione si ripropone come nuova apocalisse in grado di spostare di nuovo gli equilibri creati, ridefinendo addirittura i ruoli dei protagonisti stessi: si tratta di un procedimento narrativo che, in mani poco sapienti, rischierebbe di trasformare lo show in un pasticcio truculento e senza mordente, mentre Rogen, Goldberg e Catlin riescono anche stavolta e far leva sull’indole selvaggia e anarchica della serie, confermandolo uno dei prodotti piú imprevedibili e affascinanti del piccolo schermo; la narrazione in Preacher non accusa mai un calo di tensione drammatica e, nonostante l’evoluzione improvvisa e all’apparenza esagerata di alcuni eventi, gli autori dimostrano di star dispiegando un eclettico intreccio, impreziosito da una messa in scena e un’impronta formale degna di un Quentin Tarantino o un Robert Rodriguez.
Non c’é inferno peggiore di quello in Terra, insomma. E se ne accorgeranno presto anche il buon Eugene (Ian Colletti) e l’astuto Hitler (Noah Taylor) fuggiti dal ‘vero’ Inferno-carcere di massima sicurezza in cui erano rinchiusi e ora spaesati e alla ricerca del loro destino. Ma Preacher, per lo spettatore in cerca di forti emozioni e di uno show originale e irriverente é il Paradiso. E a chi importa se un comitato di mamme cristiane ha richiesto la cancellazione della serie solo perché il pronipote di Gesú Cristo appare come un demente che non riesce nemmeno a trattenere la pipí?!
(Preacher); genere: horror, drammatico, noir; sceneggiatura: Seth Rogen, Evan Goldberg, Sam Catlin, Garth Ennis (fumetto); stagioni: 2 (in attesa); episodi seconda stagione: 13; interpreti: Dominic Cooper, Ruth Negga, Joe Gilgun, Lucy Griffiths, Derek Wilson, Ian Colletti, W. Earl Brown, Tom Brooke, Noah Taylor, Pip Torrens, Graham McTavish; produzione: AMC Studios, Sony Pictures Television, Vertigo (DC Comics), Warner Bros. Television, Kickstart Productions, Point Grey Pictures, Original Television; network: AMC (U.S.A., 25 giugno-11 settembre 2017), Amazon (Italia, 26 giugno-12 settembre 2017); origine: U.S.A., 2017; durata: 60’ per episodio; episodio cult seconda stagione: 2x12 - On your knees
