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See (Stagione 1) - Teste di Serie

Pubblicato il 3 febbraio 2020 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


See (Stagione 1) - Teste di Serie

«Grazie al dono della vista, verremo considerati degli dei!»
(Jarlamarel)

UOMINI CIECHI

Con il suo approdo nell’universo dello streaming-video, Apple TV+ sembra avere le idee molto chiare: puntare su prodotti di alta qualità, disponendo di un budget in grado di soddisfare “ogni” necessità, per mettere i bastoni tra le ruote a Netflix, Amazon Prime Video e all’imminente Disney+. Perché se la prima stagione di The morning show ha conquistato già una larga fetta di pubblico, trattando un tema delicato e più che attuale – quello delle molestie sessuali in campo professionale -, sfoggiando un cast di prim’ordine – tra i protagonisti Jennifer Aniston, Reese Whiterspoon e Steve Carell -, con See, la piattaforma di Cupertino guarda a un futuro distopico e selvaggio, in cui il 99,9% della popolazione mondiale vive nella più assoluta cecità.

Torna Steven Knight nei panni dello showrunner – la sua ultima comparsata in tale veste è riconducibile a Taboo, serie action-storica di marca british poco riuscita, con protagonista uno sporco e tenebroso Tom Hardy -, dimostrando idee chiare e ficcanti per quello che è uno degli esordi più sorprendenti di questo inizio 2020: See conduce lo spettatore attraverso fitti paesaggi montani, brulle steppe e poveri villaggi arroccati come solo nei fantasy se ne vedono.

Bastano una manciata di episodi per cadere vittima della malìa che Knight e Francis Lawrence alla regia – sua la trilogia Hunger games – diffondono attraverso il crepuscolare e pericoloso mondo di See: un mondo che una strana epidemia ha ridotto alla cecità, consegnando nuove generazioni che mai sono riuscite a scorgere la luce del sole, verso oscuri meandri di superstizione e violenza.

Di gran lunga debitrice dell’universo sregolato e affascinante del Mad Max di George Miller, la prima stagione di See mette in fila una serie di personaggi criptici e di immediato impatto empatico: su tutti il gigante buono Baba Voss (interpretato da un impetuoso Jason Momoa, in forma smagliante), protagonista dal passato oscuro e ancora non del tutto svelato, deciso a proteggere la sua famiglia dal pericolo della machiavellica e psicopatica regina Kane (Sylvia Hoeks, perfetta nel ruolo affidatole, gelida e indecifrabile come un vento di tramontana) e dal ligio e velenoso generale Tamacti Jun (un Christian Camargo dal fascino ferale). Tre personaggi uniti tra loro da un filo rosso sangue, autentiche colonne portanti in movimento dello show, così carismatici da trainare la visione, con un desiderio crescente, per un road-movie post-apocalittico come mai se ne erano visti sul piccolo schermo.

La costruzione di personaggi ambigui e non del tutto decifrabili è solo uno dei pregi che valorizzano la prima stagione di See. Questi vengono esaltati da una messa in scena esemplare di uno stile di vita quasi primordiale, barbarico, in un connubio perfetto tra post-modernità e regressione socio-culturale: è in un impianto visivo mutevole e originale che See trae i suoi maggiori benefici, mettendo in correlazione e in aspro contrasto questi uomini ciechi e terrorizzati da false credenze, con un mondo esterno forse al di là della loro stessa comprensione. Ed ecco che See raggiunge il suo picco concettuale nell’evoluzione in romanzo di formazione, non riservato ai soli protagonisti - su tutti i giovani fratelli Haniwa/Nesta Cooper e Kofun/Archie Madekwe, prole vedente del (falso) profeta Jarlamarel/Joshua Henry -, ma in grado di trascinare con sé tutti i personaggi in gioco, padroni di una quotidianità spesso stentata e, al contempo, ignari delle multiple possibilità di crescita che un mondo ridotto al’osso può loro offrire.

Il rapporto/confronto tra razionalità e religione/superstizione viene introdotto con lucidità, senza sovraccaricare la narrazione, ma contribuendo a cementare lo spaesamento e l’arretramento culturale di un mondo civile ai minimi storici; questa prima stagione riesce nell’intento, sempre complesso, di introdurre un nuovo mondo “fantastico”, attraverso una regia solida e dedita a una pressoché impeccabile gestione del ritmo narrativo – da elogiare le diverse sequenze di fuga/scontro in campo aperto, così come i formidabili combattimenti “al buio” in cui vengono impegnati i diversi guerrieri.

Da questo assunto, un apprezzamento particolare va rivolto a Knight e Lawrence, abili nello sfruttare alla perfezione l’erculea e animalesca prestanza fisica di Jason Momoa, quasi un barbaro in versione post-apocalittica, un Conan del nuovo millennio, che oltre a un’interpretazione sulle righe, esaltata da sibili che sembrano grugniti e movenze da primate guerriero, mette in mostra tutta la delicatezza di un eroe gentile e misericordioso nei momenti di maggior impatto emotivo.

Ecco perché con la prima stagione di See, abbiamo il lusso di ammirare un esordio dall’austera bellezza e dalle molteplici potenzialità.


(See); genere: azione, avventura, drammatico; showrunner: Steven Knight; stagioni: 1 (rinnovata); episodi prima stagione: 8; interpreti: Jason Momoa, Alfre Woodard, Yadira Guevara-Prip, Nesta Cooper, Sylvia Hoeks, Archie Madekwe, Christian Camargo, Hera Hilmar, Mojean Aria, Joshua Henry; produzione: Chernin Entertainment, Endeavor Content; network: Apple TV+ (U.S.A., 1 novembre-6 dicembre 2019), Apple TV+ (Italia, 1 novembre-6 dicembre 2019); origine: U.S.A., 2019; durata: 60’ per episodio; episodio cult prima stagione: 1x05 - Plastic (1x05 - Il terzo figlio); 1x08 - House of enlightenment (1x08 - La casa del chiarore)


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