The Deuce (Stagione 2) - Teste di Serie

«Chi avrebbe mai immaginato che la parte più noiosa sarebbe stata scopare.»
(Candy)
XXX
Secondo atto del dramma storico ideato da David Simon e George Pelecanos – rispettivamente ideatore e co-creatore di quel colosso senza tempo della televisione che è The wire. Un secondo atto che potrebbe considerarsi, superficialmente, transitorio, in riferimento alla prima, folgorante stagione, per la mancanza di un cliffhanger emotivo, come quello che vide protagonista la malinconica Candy (interpretata con leggiadria ed eleganza da una Maggie Gyllenhall più matura che mai) verso il suo definitivo allontanamento dalle strade. Ma The Deuce non necessita di sbalzi emotivi per esprimere al meglio le proprie potenzialità perché, in linea con lo stile di scrittura dei due autori e l’indirizzo artistico verso cui da sempre la HBO predilige sviluppare i suoi prodotti, riesce a esprimersi con completezza, nella sua ragion d’essere romanzo corale popolare e altisonante allo stesso tempo, bilanciato alla perfezione tra prodotto d’intrattenimento e, altresì, educativo, nella sua valenza storica.
Un successo insindacabile, costruito su personaggi mutevoli, multiforma, così verosimili da rischiare di abbattere la dimensione fittizia della mera fiction. The Deuce – come tutte le opere di Simon e Pelecanos, siano esse televisive o letterarie – germoglia e sprigiona tutto il suo fascino attecchendo al reale, all’imprevedibilità e alla tragicomicità del caos mondano a cui partecipano uomini e donne, puttane e papponi, sbirri e mafiosi, nell’immenso dedalo cementificato e squallido di una metropoli – di una società – in divenire, travolta da tempi in continuo mutamento, perché destinati al mutamento. La Storia al centro della storia, glorificata e ridicolizzata dalla struggente e brillante incontenibilità dei protagonisti, dal fulgore e dalla sfacciataggine delle loro idee, dalla bassezza dei loro istinti, dalla carnalità e dal colore verde dei dollari.
Ma in mezzo a spettacolini a luci rosse, smercio di droga e criminali di bassa lega, The Deuce tiene accesi i riflettori sull’oggetto del suo desiderio più grande: narrare la potenza incontenibile del Cinema come strumento salvifico e rigenerante. E in questa seconda stagione, costruita su ritmi cadenzati, immersa nelle turbe di uomini e donne impegnati a non soffocare nelle rispettive condizioni di reietti – su tutti Candy, alla fine rinnegata dalla sua stessa famiglia – il Cinema si rivela il rifugio necessario per espletare drastici e definitivi(?) cambiamenti individuali: se la stessa Candy è ormai una stella nascente dietro la macchina da presa, testimone dell’ascesa del porno come espressione e messa in pratica delle pulsioni sessuali altrimenti soddisfabili solo negli umidi vicoli della Deuce, o in squallide stanzette d’albergo, ecco che il pappone Larry Brown (Gbenga Akinnagbe) trova la sua vera vocazione come attore hard, e la sua protetta Darlene (Dominique Fishback) può, così, sottrarsi al suo controllo, acquisendo un’indipendenza insperata – stessa sorte vale per Lori (Emily Meade), anche se non è tutto oro quel che luccica, soprattutto nel mondo dello spettacolo.
David Simon e George Pelecanos si confermano maestri nel mettere in scena le cromature della quotidianità dei loro protagonisti – in The Deuce non esistono personaggi secondari, e in ciò risiede uno degli aspetti più soddisfacenti dello show – incasellandoli in una struttura narrativa avvolgente: non importa quale strada, quale decisione essi decidano di seguire, perché si può star certi che, alla fin fine, ognuno di loro raggiungerà non una degna conclusione, ma l’unica conclusione possibile, che decreterà il successo o il fallimento delle rispettive scelte. Ecco perché The Deuce vale e pesa come l’oro, perché non accetta compromessi, non si piega al fanservice, esula dalla piattezza sdolcinata dei lietofine imposti, ma si immerge a capofitto nel torbido del malaffare, nella sconfitta dell’alienazione umana, nel dolore di vendere il proprio corpo, nel dolceamaro tanfo di fumo e alcol, negli sguardi tristi e sperduti di Vince (lunga vita a James Franco!) e Candy, sul cadavere livido dell’ennesima nullità, nascosto in un vicolo, tra bidoni della spazzatura.
Questa è la vita e la Deuce è la sua cornice. La Deuce è l’inferno. Ma non è detto che, anche all’inferno, qualcuno non possa trovare il suo angolo di paradiso. Ciak e…azione!
(The Deuce); genere: drammatico; showrunner: David Simon, George Pelecanos; stagioni: 2 (rinnovata); episodi seconda stagione: 9; interpreti: James Franco, Maggie Gyllenhaal, Gbenga Akinnagbe, Chris Bauer, Gary Carr, Chris Coy, Dominique Fishback, Lawrence Gilliard Jr., Margarita Levieva, Emily Meade, Michael Rispoli, Jamie Neumann, ; produzione: Blown Deadline Productions; network: HBO (U.S.A., 9 settembre-4 novembre 2018), Sky Atlantic (Italia, 15 ottobre-12 novembre 2018); origine: U.S.A., 2018; durata: 60’ per episodio; episodio cult seconda stagione: 2x06 - We’re all beasts (2x06 - Siamo tutti delle bestie)
