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The handmaid’s tale (Stagione 1) - Teste di Serie

Pubblicato il 17 giugno 2017 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


The handmaid's tale (Stagione 1) - Teste di Serie

"La veritá é che assegnandoci queste uniformi, ci avete trasformato in un esercito!"
- Offred

Se volessimo riflettere su quale sia l’elemento più disturbante di un racconto distopico, probabilmente converremmo che questo coincide con il suo essere ironicamente verosimile alla nostra realtá dei fatti: verosimile non tanto perché coincide con la nostra stessa realtá, ma perché (e qui risiede la sua natura disturbante) quella nuova realtá distopica appare non cosí irrealizzabile di quanto vogliamo convincersi che sia (con tutte le attenzioni del caso, sia chiaro).

Al network Hulu va il merito di aver puntato sulla trasposizione televisiva del romanzo culto del 1985 di Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella, nel quale viene rappresentata una società (la porzione di territorio riguarda gli Stati Uniti d’America, non più tali, ma conosciuti come Galaad) disgregata e corrosa da una folle guerra combattuta soprattutto mediante armi chimiche e radioattive che, oltre ai danni diretti all’ambiente, hanno contribuito a rendere sterile un’altissima percentuale di donne; tale guerra viene vinta da un’organizzazione quasi massonica di intellettuali decisi a modellare la nuova società in ascesa secondo una rigida e folle interpretazione di alcuni passaggi tratti dalla Bibbia: a una ferraa e intimidatoria applicazione al rispetto delle regole, viene istituito l’ordine delle ancelle, composto da quelle poche donne rimaste fertili, assoggettate al comando dei funzionari più alti di tale governo, con lo scopo di procreare per loro e obbedire a ogni comando.

La protagonista della storia é Offred (Elisabeth Moss, straordinaria la sua interpretazione), al servizio del comandante Fred Waterford (Joseph Fiennes) e di sua moglie Serena (Yvonne Strahovski, dall’espressione perennemente algida e crudele) che, grazie al lavoro di donne-generali scelte per l’educazione delle ancelle (su tutte spicca la possente e furiosa zia Lydia/Ann Dowd, già ammirata in The leftovers), tentano di costruire una dinastia sotto l’egida del comando imperativo e del rispetto di una gerarchia sociale scellerata, ma da loro considerata sacra. Tuttavia, il seme della ribellione é difficile da estirpare e tra sussurri di complotto e sofferenze, c’é ancora chi non é disposto ad arrendersi alla crudeltà dei padroni.

The handmaid’s tale colpisce dritto allo stomaco per la schiettezza e l’estrema naturalezze con la quale viene presentata la radicale trasformazione della societá così come la conosciamo (nel corso della prima stagione si alternano diversi flashback), partendo da una situazione di fatto plausibilissima (una guerra e un filone di pensiero estremista), presentando una realtá, appunto distopica, che non si affida nemmeno troppo a un lavoro di creazione fantasioso: non esistono elementi fantastici o fantascientifici in The handmaid’s tale, soltanto estreme e abberranti conseguenze di un colpo di stato a livello globale; i riferimeni e le distorte interpretazioni al testo sacro per eccellenza, la presenza di un sistema amministrativo fascista e vendicativo, l’umiliazione corporale e ideologica della donna sono elementi già presenti (purtroppo) nel nostro ordine mondiale e la creatura di Margaret Atwood e dello showrunner Bruce Miller ci mostra come spalancare i cancelli dell’inferno degli uomini sulla Terra sia nuovamente possibile (il nazismo di Hitler é stato solo un antipasto?) e più prevedibile di quanto si immagini, avendo già molti strumenti a disposizione.

Di pari passo The handmid’s tale pone sotto accusa non tanto i contenuti della Bibbia (come testo sacro preso a riferimento), ma la distorta e nociva interpretazione di questo, come a voler ammonire l’Occidente in merito a quanto già accade nella stragrande maggioranza dei territori mediorientali: perché non esiste una veritá assoluta su cui erigere la societá ideale in cui poter vivere, ma solo il rischio di degradare i valori umani e i principi del corretto vivere a tal punto da ridicolizzare la societá stessa, tramutandola in una versione ancor piú spaventosa e squilibrata di un moderno medioevo.

Per questo motivo The handmaid’s tale sfrutta semplici concetti concreti (i passaggi della Bibbia) e attuali spunti di riflessione (l’estremismo islamico), teorizzando un mondo apparentemente alieno, ma mai così terribilmente plausibile: plausibile proprio perché alcuni sintomi di esso sono giá posti in essere da civiltá prigioniere del loro radicale e deforme pensiero di societá moderna; e riesce a raccontare una storia di oppressione e speranze di ribellione, focalizzandosi sui volti tirati e gli occhi lucidi delle ancelle, affrescati mediante una divisione cromatica netta (le ancelle indossano vesti di un rosso intenso, color del sangue e della carne viva, e cuffie bianche, come a marcare quel sentimento di purezza e sacralità che le contraddistingue nella loro missione salvifica e prosecutiva della specie umana; tutti gli altri elementi del racconto, dai comandanti, alle guardie armate, al cemento delle strade sono immersi in colori plumbei e salmastri) e spesso opacizzata da contrasti di chiaroscuri invernali. Una scelta stilistica congrua con la pesantezza di un racconto che rifiuta passaggi onirici e fantasiosi, lasciando il passo a lunghe sequenze mute e riflessive, in sospesa attesa che qualcuno, prima o poi, decida di rialzare il capo e combattere i padroni e la loro amorale verità.

Le catene dell’oppressione possono essere spezzate solo con la feroce rinuncia ad abbandonare quell’ultima fiamma di umanitá che ancora balugina in noi (esemplare l’ammutinamento finale durante la lapidazione). Non puó esistere armonia in un mondo diviso tra oppressi e oppressori, non esistono leggi assolute in grado di governare l’uomo, ma solo giuste o disumane interpretazioni di queste. E ció vale per tutti, nessuno escluso. Questo non é un monito. Questa é la veritá.


(The handmaid’s tale); genere: distopico; sceneggiatura: Bruce Miller, Margaret Atwood (romanzo); stagioni: 1 (rinnovata); episodi prima stagione: 10; interpreti: Elisabeth Moss, Joseph Fiennes, Yvonne Strahovski, Alexis Bledel, Samira Wiley, Max Minghella, Ann Dowd; network: Hulu (U.S.A., 26 aprile-24 giugno 2017), Inedita (Italia); origine: U.S.A., 2017; durata: 60’ per episodio; episodio cult prima stagione: 1x10 - Night


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