The Undoing - Le verità non dette
Non si è badato a spese per realizzare The Undoing (su Sky Atlantic), dal cast (tre importanti divi del cinema: Hugh Grant, Nicole Kidman, Donald Sutherland), alle location, scenografia e costumi, uno stile decisamente estetizzante e sovraccarico, un tempo si sarebbe detto patinato, nel rappresentare New York (Upper East Side, Central Park, penthouse con vista a 360 gradi) e la casa di campagna in riva al lago (anch’essa nello stato di New York). Il sito della rivista Dove ha dedicato a questi aspetti numerose pagine con tanto di indicazione dei costi di affitto, visto che molti di questi edifici che disponesse di cifre stratosferiche potrebbe abitarli prenotandoli su Airbnb, la medesima rivista si sofferma anche su un altro elemento diventato immediatamente cult, ovvero l’abbigliamento indossato da Nicole Kidman, dai lunghi cappotti fino al vestito Givenchy di seta metallizzata nella scena della prima puntata, da cui tutto parte, in occasione dell’asta di beneficienza. Tutti questi production values incorniciano una miniserie thriller (giallo, drammatico, psicologico, e abbastanza presto court movie) di sei puntate, tratta (con molte variazioni) da un romanzo del 2014 di Jean Hanff Korelitz, adesso (ri)-stampato anche in Italia. La sceneggiatura e l’ideazione sono di David E. Kelley, celebre per le due stagioni di Big Little Lies , anch’esso con Nicole Kidman in uno dei ruoli principali (qui l’attrice australiana funge anche da produttrice esecutiva). La regia è invece della danese Susanne Bier (1960), alla sua seconda esperienza nel campo delle serie televisive (la prima era nel 2016 The Night Manager, anche qui sei puntate), ma con alle spalle un significativo pedigree cinematografico, fra tutti In un mondo migliore che ha vinto l’Oscar come miglior film straniero nel 2011. La fotografia è infine di Anthony Dod Mantle che ha al suo attivo molto cinema di altissima qualità, film di Danny Boyle, Thomas Vinterberg e soprattutto Lars von Trier. Dunque, tanta roba.
Introdotta da titoli di testa che richiamano molto da vicino quelli di Big Little Lies (immagini flou e al rallentatore che in questo caso rappresentano tuttavia un personaggio non diegetico ma una ragazzina dai tratti che potrebbero farla sembrare Nicole Kidman da giovane, beatamente danzante e immersa nei propri sogni che si dissolvono come una bolla di sapone al termine della intro mentre sfumano le parole di Dream a Little Dream of Me eseguita dalla stessa Kidman, la sequenza presenta un’innegabile valenza prolettica) The Undoing racconta l’omicidio violento di un’artista, una giovane e avvenente madre di origine latina Elena Alves (è l’italiana Matilda De Angelis, già vista in L’incredibile storia dell’Isola delle Rose ) il cui figlio Miguel frequenta la medesima scuola di élite dove studia Henry, il figlio dei due protagonisti Grace e Jonathan Fraser (Kidman e Grant), lei affermatissima e costosissima psicanalista e lui celeberrimo oncologo pediatrico con copertina su Newsweek, ricchi anzi ricchissimi che abitano in una splendida casa di Upper East Side, mai così bella tuttavia come quella del padre di Grace, non ricchissimo ma addirittura nababbo, interpretato da uno strepitoso Donald Sutherland.
Per una serie di ragioni che non diremo e con – evidentemente – un esito che non riveleremo, Jonathan prima sparisce e poi viene arrestato e processato come imputato più probabile dell’omicidio di Elena Alves. Dopodiché ha inizio il processo (grosso modo un quarto equivale a un court movie) durante il quale sfilano tutti i personaggi più importanti di The Undoing : il marito della defunta, il figlio, il già menzionato padre di Grace, Sylvia, un’amica essa stessa avvocata, oltre al pubblico ministero e l’avvocatessa che difende Grant, interpretata da una strepitosa Noma Dumezweni. Come in ogni buon thriller la manipolazione dello spettatore, la suspense funzionano molto bene anche in grazia di un uso talora sfacciato del cliffhanger al termine di ogni puntata. Interessante è anche tutto il côté psicologico-proiettivo relativo all’imputato Jonathan, ma se possibile ancor di più nel personaggio di Grace, dalla quale, dato il mestiere che svolge ci saremmo forse aspettati una maggiore autoconsapevolezza, al punto che solo l’intervento in apparenza delatorio ma in realtà davvero amicale di Sylvia produce lo scioglimento finale – uno scioglimento che resta, tuttavia, anche sul piano cinematografico uno degli aspetti più deboli della serie, al pari della prima metà della prima puntata, troppo ripetitiva rispetto a Big Little Lies, di cui ripropone, stavolta sulla East Coast, le medesime dinamiche femminili upper class su cui troppo si indulge. E forse anche le sequenze coi ragazzini (il figlio della vittima e Henry, il figlio di Jonathan e Grace) sono un po’ melense e ripetitive. Ma per il resto The Undoing , anche grazie a tutto quanto si diceva all’inizio è uno psico-thriller assai convincente che tiene lo spettatore avvinghiato allo schermo.
P.S. Viene spontaneo confrontarlo con la serie turca Ethos (http://www.close-up.it/a-proposito-..., su Netflix), pur essendo la seconda miniserie assai meno riconducibile a un genere di quanto non lo sia la prima. In entrambe si parla di psicoanalisi, in entrambe le serie si negoziano, fra le altre cose, conflitti di classe. In Ethos l’analisi è un grande tema, come abbiamo scritto, non privo di valenze allegoriche, in The Undoing sembra più un accessorio e sulla base di di quanto andiamo via via scoprendo, l’analista Grace sembra francamente un po’ sprovveduta, ciò che anche alla luce del fatto che opera a New York, patria degli shrinks, con tariffe esose. E anche la dialettica Upper East Side (famiglia Fraser)/Harlem (famiglia Alves) appare un po’ di maniera.
The Undoing - Regia: Susanne Bier sceneggiatura: David E. Kelley; fotografia: Anthony Dod Mantle; montaggio: Ben Lester; interpreti: Nicole Kidman (Grace Fraser), Hugh Grant (Jonathan Fraser), Donald Sutherland (Franklin Reinhardt), Edgar Ramirez (detective Mendoza), Lily Rabe (Sylvia Steinetz), Matilda De Angelis (Elena Alves, Ismael Cruz Córdova (Fernando Alves), Noma Dumezweni (Haley Fitzgerald), ; produzione: HBO origine:USA 2020; durata:6 puntate, 47-64 minuti