Zev è un uomo anziano che trascorre gli ultimi anni della sua vita in una casa di cura e da appena una settimana ha perso sua moglie; affetto da demenza senile non è in grado di realizzare la scomparsa della consorte, che invoca a ogni risveglio, convinto che sia ancora al suo fianco. Proprio a partire dal lutto di Zev ha inizio la vicenda di Remember, tra i film in concorso a Venezia 2015.

Il lungometraggio ruota attorno al patto tra l’anziano protagonista e un altro degli ospiti della casa di cura: Zev ha promesso che una volta rimasto vedovo avrebbe vendicato lo sterminio della famiglia sua e dell’amico, avvenuta ad Auschwitz durante il secondo conflitto mondiale.
L’esca che accompagna la vicenda è rappresentata da una lettera contenente ogni singola indicazione necessaria a Zev per il raggiungimento del suo obiettivo. Il messaggio è fondamentale affinché l’uomo possa ricordare a ogni risveglio chi è e cosa sta facendo. La vicenda affronta infatti il tema dell’identità; l’uomo di cui si è in cerca è infatti sotto falso nome, e in America sono ben quattro gli omonimi da scovare.

Remember significa non dimenticare il passato, da cui scaturisce vendetta, e ricordare il presente, offuscato dalla malattia nel caso di Zev. Questo titolo invita soprattutto a scovare le maschere dietro le quali si nascondo uomini che per vivere sono costretti a mentire.

L’opera, diretta da Atom Egoyan e sceneggiata da Benjamin August, vanta la brillante interpretazione di Christopher Plummer, impeccabile nel ruolo di protagonista; l’attore appare perfettamente in linea con il suo personaggio e non permette allo spettatore alcuna distrazione: bisogna seguire Zev passo dopo passo poiché si intravede nel suo sguardo il presentimento di un colpo di scena...

Il film è vincente dal punto di vista dell’attrattiva sul pubblico. Dinamico e scorrevole, niente retorica e molta azione: tutti elementi che caricano l’osservatore tanto da generare applausi spontanei nei momenti salienti. L’aggettivo che più si addice a questo prodotto cinematografico è cool, un film che non lascia molti spunti per la riflessione ma ha il merito di sintonizzare gli animi esattamente sul versante scelto dal regista: la spettacolarità.