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Venezia 72 - Un monstruo de mil cabezas - Orizzonti

Pubblicato il 4 settembre 2015 da Anton Giulio Onofri

VOTO:

Venezia 72 - Un monstruo de mil cabezas - Orizzonti

Leone d’oro a Venezia nel 2007 con la sua opera prima La zona, ritorna al Lido con il suo quarto lungometraggio il regista messicano, ma nato in Uruguay nel 1968, Rodrigo Plà, scelto per inaugurare la sezione Orizzonti. Il film ha scatenato pareri contrastanti tra l’odio implacabile e l’amore incondizionato, e l’assenza di giudizi a mezze tinte è la riprova della necessità di un cinema che, mentre racconta una storia, vuole essere anche operazione metaliguistica, soffermandosi a meditare su come utilizzare ogni inquadratura e ogni singolo dettaglio in essa contenuto per arricchire la narrazione e caricarla di suggestioni e ulteriori tensioni. Al di là della vicenda, pur funzionale e comunque efficace, di una donna che insieme al figlio adolescente trascina in una sanguinosa catena di minacce e ricatti una serie di baroni della medicina pur di ottenere la firma di approvazione per l’uso di un farmaco tanto miracoloso quanto costoso che con buona probabilità salverebbe la vita del marito malato terminale di cancro, quanto si vede sul vasto schermo del cinemascope è un rutilante gioco di rimandi e rimbalzi da sinistra a destra e viceversa. Grazie ai frequenti cambi di fuoco e all’uso massiccio della profondità di campo, che diventa essa stessa mezzo espressivo e narrativo insieme ai movimenti della macchina da presa, la visione si trasforma in occasione ininterrotta di attento scrutinio: impegnato a raccogliere stimoli e suggestioni che a sorpresa appaiono e si spostano nelle diverse aree della superficie del grande schermo. In questo modo l’occhio è portato a guardare il cinema "come andrebbe guardato", cioè senza preoccuparsi troppo della "trama", come lo sguardo analitico di uno studioso di storia dell’arte, che esamina in dettaglio la pennellata, le velature, la composizione di un dipinto, prescindendo dal fatto che sia un’Annunciazione o un Sacrificio di Isacco. Lo spettatore viene così accompagnato e invitato a scegliere cosa guardare incuriosito da particolari ora all’estrema destra, ora all’estrema sinistra (raramente nelle zone centrali) del rettangolo in cui si verificano gli eventi il più delle volte drammatici, ma spesso conditi di sarcastico umorismo, evidenziati con ogni mezzo messo a disposizione dal cinema: tutto contribuisce a fornire allo spettatore un percorso di sguardi obbligati percepibile forse più da un pubblico di “addetti ai lavori” che di normali frequentatori delle sale dei cinema. Ed è questo, forse, il maggior limite riscontrato dai detrattori del film. A nostro parere, invece, l’intelligenza sottile e la finissima eleganza con cui Plà ci tesse negli occhi la sua intrigante ragnatela di sguardi obbligati sono talmente inedite da spazzar via ogni eventuale accusa di compiaciuta maniera. Magari non un "capolavoro", ma certo la visione più esaltante e febbrile del primo giorno delle proiezioni stampa qui al Lido.


CAST & CREDITS

(Un monstruo de mil cabezas); Regia: Rodrigo Plá; sceneggiatura: Laura Santullo; fotografia: Odei Zabaleta; montaggio: Miguel Schverdfinger; musica: Jacobo Lieberman, Leonardo Heiblum; interpreti: Jana Raluy (Sonia Bonet), Sebastián Aguirre (Darío), Hugo Albores (Dott. Villalba), Nora Huerta (Lilia), Daniel Giménez Cacho (Nicolás Pietro), Emilio Echevarría (Sandoval), Ilya Cazés (Notaio), Noé Hernández (Guardia notturna), Verónica Falcón (Lorena Morgan); produzione: Buenaventura; origine: Messico, 2015; durata: 76’


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