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Panama papers

Pubblicato il 18 ottobre 2019 da Sarah Mataloni
VOTO:


Panama papers

A dieci anni da The informant!, ispirato a una storia vera, Soderbergh torna con una storia basata su fatti reali e ci svela i retroscena di un inchiesta nota come lo scandalo dei Panama Papers.
Il film, che vede la collaborazione di Scott Z Burns, è basato sul libro di Jake Bernstein, Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite e racconta, in toni leggeri, gli intrighi e i dietro le quinte di una tortuosa frode assicurativa.

Il losco sistema di corruzione e di evasione fiscale è uscito allo scoperto nel 2016 a seguito di un inchiesta (che ha coinvolto oltre 400 giornalisti) che ha reso pubblici diversi milioni di documenti confidenziali della società Mossack Fonseca, i Panama papers, appunto. Questi documenti compromettenti, hanno inoltre evidenziato il coinvolgimento di diverse figure di rilievo appartenenti al mondo politico e finanziario contemporaneo.

A seguito della morte del marito, Ellen Martin, interpretata da Meryl Streep comincia ad indagare su una frode assicurativa che si sviluppa tra Messico, Cina, e Stati Uniti e riconduce il raggiro a due avvocati, Jürgen Mossack (Gary Oldman) e Ramón Fonseca (Antonio Banderas), che controllano e manipolano il sistema finanziari attraverso un collaudato e complesso sistema di raggiri e intrighi.

Pur trattando una tematica delicata e molto seria, il tono del film è leggero, divertente e frizzante e lontano da toni pesanti o drammatici. "Non volevamo istruire la gente, ma dare intrattenimento seppur su una questione così seria e difficile".
Il ritmo brillante del film è sostenuto da una coralità di interpretazioni notevoli (nel cast, oltre Meryl Streep, anche Sharon Stone) capaci di rendere piacevole al pubblico un argomento molto serio nei contenuti.
La gravità del caso, degli intrighi e la corruzione viene recepita ma il tutto è condito da un ironia che si avvicina ai toni della commedia brillante.

La vicenda prende avvio dall"indagine" di Ellen Martin (Meryl Streep), per poi dipanarsi in altre storie: pur dotato di un cast molto valido The Laundromat non ha un protagonista vero e proprio, ma tanti intrecci di personaggi che progressivamente conducono alla scoperta dell’intrigo.
Lo sviluppo della storia è stimolante e lo sguardo non ha un unico piano, ma è trasversale: l’intreccio viene fuori attraverso le storie "finanziarie" di persone in differenti paesi del Mondo, come Messico, Cina, Stati Uniti e nello stesso tempo, quasi come delle guide, Jürgen Mossack e Ramón Fonseca conducono il pubblico nell’intricato mondo che regola le attività e i meccanismi di queste immaginarie società finanziarie.
Ci si trova quindi davanti a una doppia chiave di lettura: gli eventi che portano alla scoperta della frode, e i retroscena della frode, raccontati in tono quasi surreale e ironico da Banderas e Oldman.

The Laundromat merita di essere visto perché riesce a rendere esilarante e divertente una tematica scottante, che diventa in questo modo alla portata di tutti.


(The laundromat); Regia, fotografia e montaggio: Steven Soderbergh; sceneggiatura: Scott Z. Burns; interpreti: Meryl Streep, Gary Oldman, Antonio Banderas, Jeffrey Wright, Matthias Schoenaerts, James Cromwell, Sharon Stone; produzione: Grey Matter (Lawrence Grey), Sugar 23 / Anonymous Content (Michael Sugar), Netflix; durata: 96’


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