WandaVision (Miniserie) - Teste di Serie
BENVENUTI NELLA "FASE 4"
Ripartire dalla fine, verso un nuovo inizio. Che, in lingua marvelliana, si pronuncia “fase 4”.
Dopo la risoluzione (nient’affatto)finale degli eventi narrati in Avengers: Endgame, il Marvel Cinematic Universe compie un importante salto dimensionale, lasciando per ora – epidemia contribuendo – il grande schermo, per ricominciare dal piccolo. Ma ciò su cui lo spettatore catalizza la sua attenzione, è un prodotto che non ridimensiona assolutamente le ambizioni di un universo espanso e in procinto di estendersi verso nuovi e spettacolari orizzonti: perché WandaVision, già lanciato e seguito da una discreta dose di curiosità per uno stile di narrazione percepito come atipico, svela ben presto la sua vera natura di serie istrionica, concepita per infondere nuova linfa e verve al mezzo televisivo e, al contempo, cibarsene per intrattenere, sorprendere e rinnovare un contesto (quello supereroistico) spesso troppo adagiato su canoni ampiamente familiari e facilmente metabolizzabili.
Così WandaVision, avvalendosi di un formato ridotto di messa in scena – solo trenta minuti per episodio -, viene abilmente costruito in maniera volutamente enigmatica, lasciando nelle mani dello spettatore indizi di volta in volta centellinati, accompagnandolo con pazienza verso lo svelamento della verità: una verità che non si affida alla semplice volontà di sorprendere, ma che è, in realtà, inscindibile dall’evoluzione dei protagonisti Wanda Maximoff e Visione e, automaticamente, di una porzione importante dell’universo cinematografico espanso della Marvel. Che la showrunner Jac Schaeffer abbia deciso di costruire il suo puzzle affidandosi e omaggiando una parte di storia delle sit-comedy americane più amate nelle rispettive decadi televisive, rappresenta un espediente assolutamente geniale e coinvolgente, ma non solo: perché è grazie a questa scelta lungimirante che WandaVision approfondisce in maniera abissale la complessa e fragile situazione emotiva di Wanda/Scarlet Witch, molto più della semplice sequenzialità di eventi narrati, eventi che conducono la protagonista (meravigliosamente interpretata da Elizabeth Olsen) verso un processo di effettiva rinascita/formazione, grazie all’accettazione della sua natura e della realtà con la quale deve per forza convivere.
Ecco, dunque, che l’idilliaca realtà metacinematografica immaginata da Wanda scopre e solletica quel nervo emotivo che le sit-com, da quando esistono, hanno già scoperto e solleticato a loro volta: si tratta di quel desiderio illusorio e vanaglorioso di eterna perfezione, di serenità e leggerezza dell’anima che lo schermo “mette a disposizione” dello spettatore, perchè è lo spettatore stesso che, per logica, usufruisce del prodotto, alla ricerca di un pertugio nel quale rannicchiarsi al sicuro, lontano dalla realtà spesso spigolosa e fredda. Ma, in controcampo, come si accetta di partecipare allo svolgimento ripetitivo e superficiale di vecchie sit-com narcotizzanti, Wanda stessa viene ricacciata fuori da quella finzione autoindotta, perché in verità fallace e inutile. E analizzata da questa angolazione, WandaVision riesce nel mettere in mostra con arguzia il lato più ironico e cinico dell’intrattenimento audiovisivo.
WandaVision riesce, quindi, in tutto ciò, senza rinunciare, fortunatamente, all’intrattenimento vero e proprio, perché pur sempre di una serie Marvel si tratta. Se l’inserimento del personaggio antagonista di Agatha Harkness è giustificato dalle esigenze di background di Wanda/Scarlett, la sua “comparsa” resta comunque un po’ troppo casuale, in contrasto con la solidità in fase di scrittura delle decisioni di Wanda, dal momento in cui decide di trasformare Westview nella sua nuova casa; tuttavia, la Schaeffer risolve senza sbavature la complessa e spinosa situazione in cui versava il personaggio (deceduto) di Visione, ora rinato e pronto a recitare un ruolo, si spera, fondamentale nel nuovo corso del Marvel cinematic universe.
Un nuovo corso pronto a svelare un altro tassello già a breve, quando Disney+ presenterà le avventure della coppia Falcon/Winter soldier. Con la speranza che quanto di buono ammirato in WandaVision non si riveli essere un’eccezione, ma la nuova cifra stilistica della Marvel sul piccolo schermo. In attesa di riconquistare lo spazio che le spetta.
(WandaVision); genere: cinecomics; showrunner: Jac Schaeffer; stagioni: 1 (miniserie); episodi miniserie: 9; interpreti principali: Elizabeth Olsen, Paul Bettany, Debra Jo Rupp, Fred Melamed, Kathryn Hahn, Teyonah Parris, Randall Park, Kat Dennings, Evan Peters; produzione: Marvel Studios; network: Disney+ (15 gennaio-5 marzo 2021); origine: U.S.A., 2021; durata: 30’; episodio cult: Episode 8 - Previously on (Episodio 8 - Negli episodi precedenti)