X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



11 metri

Pubblicato il 5 novembre 2011 da Antonio Valerio Spera

VOTO:

11 metri

Qualcuno lo chiamava "il moviola" perché in campo, nonostante la grande classe, una visione di gioco unica e una straordinaria potenza nel tiro, non dimostrava grande velocità nei movimenti e nella corsa. Eppure la sua vita è scivolata via troppo velocemente. Agostino Di Bartolomei, capitano dell’A.S. Roma nella stagione del suo secondo scudetto e ispiratore delle geometrie del Milan della seconda metà degli anni ’80, dopo una carriera gloriosa sul terreno di gioco e una vita privata molto silenziosa e riservata, sconvolse tutti quando si suicidò nel 1994 con un colpo di pistola al cuore. Negli anni tante sono state tante le teorie sulle ragioni del suo folle gesto ma mentre l’attenzione sul suo suicidio andava scemando, contemporaneamente anche il grande Ago veniva pian piano dimenticato. Di Bartolomei non era un “personaggio” del mondo del pallone, era solo un professionista, un atleta, un fantastico calciatore, che non amava i microfoni e le telecamere e pensava esclusivamente a far bene in campo. Oggi raramente ci si ricorda del suo talento e del suo modo di giocare, e anche nella piazza che più l’ha visto protagonista, quella di Roma sponda giallorossa, il nome di Agostino si sente raramente. Ma per fortuna c’è il cinema, che spesso rende giustizia a molte storie relegate nel cassetto da tanto, troppo tempo. 11 metri, documentario di Francesco Del Grosso, presentato nella sezione L’altro cinema/Extra del Festival di Roma (con tanto di delegazione dell’A.S. Roma alla presentazione del film, dal direttore generale Franco Baldini al d.s. Walter Sabatini), ricostruisce la carriera e la vita di Di Bartolomei, non cercando solo di indagare sulle ragioni del suo suicidio, ma provando a restituire sullo schermo la persona e il calciatore che fu. Un progetto che il giovane regista Del Grosso voleva realizzare da tempo e che non poteva avere vetrina migliore della kermesse cinematografica della capitale, città di nascita di Agostino e teatro dei suoi più grandi successi e delle sue più amare delusioni.

Attraverso immagini di repertorio e interviste a giornalisti sportivi, amici, colleghi e parenti, l’autore mette insieme, tassello dopo tassello, tutte le tappe fondamentali della vita del capitano della Roma, portando in evidenza i lati più oscuri del suo carattere, le sue abitudini, il suo modo di fare sul lavoro, i suoi comportamenti affettuosi in famiglia. 11 metri è un ritratto commosso e pieno d’amore, dove calcio e cinema si incontrano alla perfezione. E’ un film che appassiona, che a tratti diverte, che ci riporta ad un approccio al calcio professionistico oggi dimenticato, che mescola - come in ogni buon documentario biografico - vita pubblica e vita privata. Questo risultato non lo si deve solo alla materia trattata, ma anche all’ottima tecnica narrativa di Francesco Del Grosso, che rende fluido e compatto il racconto, filtrandolo attraverso uno sguardo empatico che senza retorica regala forti emozioni. Il rischio era cadere in uno stile televisivo simil-Sfide (format della Rai), ma l’autore ha evitato il pericolo con leggerezza, poesia e ritmo. Ora la speranza è che 11 metri non rimanga solamente un evento del Festival di Roma 2011, ma che possa avere fortuna e trovare sempre più visibilità: il destino che meriterebbe ogni buon film.


CAST & CREDITS

(11 metri) Regia e sceneggiatura: Francesco Del Grosso; montaggio: Francesca Sofia Allegra; fotografia: Daniele Anzellotti; distribuzione: Rai Trade; produzione: Vega’s Project; origine: Italia; durata: 87’.


Enregistrer au format PDF