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Amleto2

Pubblicato il 27 novembre 2012 da Salvatore Salviano Miceli

VOTO:

Amleto2

Sulle qualità istrioniche di Filippo Timi non c’é da stupirsi più di tanto. Proprio la sua capacità di studiare le caratteristiche di ogni personaggio portato sullo schermo, o in scena come in questo caso, spesso estremizzandole pur senza mai arrivare al caricaturale, l’ha reso uno degli interpreti più interessanti e affermati del nuovo cinema italiano. Nulla di strano quindi se anche in un progetto complesso, ma certo affascinante, come quello propostogli dal Teatro Franco Parenti per il suo 40esimo compleanno, Timi rispetti con un atteggiamento dissacrante la complessità e il peso del testo con cui é chiamato a confrontarsi.
Amleto2 (da leggere come Amleto al quadrato) é una continua sfida che l’attore propone nei confronti delle parole immortali di Shakespeare, delle interpretazioni che ormai da secoli si succedono, delle convenzioni che uno spettacolo teatrale impone. Timi attualizza sotto molti punti di vista la struttura del dramma, la conduce, anche scenograficamente, verso una realtà tanto surreale quanto contemporanea. Sfida quindi il paradosso servendosi di dissonanze che coinvolgono tanto le parole quanto lo sguardo.
Il film non é infatti una semplice ripresa in 3D dello spettacolo teatrale. La regia é ben presente, sceglie, seziona, evidenzia e regola. Si risolve positivamente quindi l’incontro tra la libertà espressiva degli interpreti sul palco (oltre Timi, Lucia Mascino, Marina Rocco, Luca Pignanoli, Elena Lietti) e l’avidità propria e naturale della macchina da presa guidata da Felice Cappa. La sfida dell’operazione, secondo noi vinta, stava nel non stravolgere la natura teatrale, da sempre libera, estemporanea mai uguale a se stessa, pur mischiandola con l’urgenza di una rappresentazione che al contrario, come ricorda lo stesso Cappa, cristallizza l’attimo.
É in questa contraddizione probabilmente che si innesta la scelta felice della visione stereoscopica. Il 3D, infatti, in questo caso contribuisce ancora di più a raccontare questo incontro/scontro di paradossi che si viene a creare tra palco e schermo. L’elemento surreale, prima ricordato, si accentua per una visione che diviene altro discostandosi, contemporaneamente, tanto da quella teatrale quanto da quella cinematografica.
La contemporaneità di Shakespeare, da sempre innegabile e principale tratto tra quelli distintivi della sua produzione, in Amleto2 si afferma quindi sia nella rielaborazione testuale di Timi quanto nella mutata prospettiva data dalla rappresentazione cinematografica in 3D. Facile ma forse troppo scontato il confronto con le operazioni metatestuali in cui era maestro Carmelo Bene. Più opportuno sarebbe concentrarsi sull’originalità della scrittura e sull’interessante crasi che si genera tra teatro, cinema e 3D.


CAST & CREDITS

(Amleto2) Regia televisiva: Felice Cappa; Regia e sceneggiatura teatrale: Filippo Timi; fotografia: Luciano Cricelli; montaggio: Andrea Nobile, Gianni Certonze; interpreti: Filippo Timi, Lucia Mascino, Marina Rocco, Luca Pignagnoli, Elena Lietti; produzione: Teatro Franco Parenti, Rai 5; origine: Italia; durata: 90’.


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