An oak tree: con Pieraldo Girotto e Fabrizio Nevola

An oak Tree, testo di Tim Crouch, ispirato all’opra dell’artista britannico Michael Craig-Martin, è stato messo in scena al Teatro in Scatola, dal 29 settembre all’11 ottobre. Si tratta di uno spettacolo che prende forma diversa ogni volta che viene rappresentato, scegliendo un attore diverso, preso dal pubblico durante la rappresentazione.
Sabato 10 ottobre è stata la volta di Fabrizio Nevola, chiamato ad improvvisare sulla base di un testo, affiancato da Pieraldo Girotto, attore della Compagnia Accademia degli Artefatti che già da diverso tempo porta in giro questo spettacolo così particolare, riscuotendo molti consensi.
L’attore fisso interpreta un ipnotizzatore che deve scegliere un attore fra il pubblico, che lo affianchi nello spettacolo... Pieraldo Girotto ha condotto in scena il suo antagonista e insieme hanno costruito, come due artigiani con materiale grezzo, la loro opera dell’hic et nunc.
Davanti a tutto ciò ci si aspetta uno spettacolo di ipnosi e semplice intrattenimento, ma la sorpresa è la costante in questo tipo di spettacolo, pian piano ci si rende conto che si sta assistendo ad un vero e proprio miracolo della scena, dove tutto ciò che prende forma non è preparato, se non in piccola parte, e si è davanti a qualcosa che nasce proprio nel momento in cui si sta vedendo.
L’improvvisazione regala momenti di souspance alternati ad un umorismo che diverte lo spettatore, dovuto alla situazione di spaesamento e alla bravura degli interpreti, talvolta diversi.
Lo scambio di battute va a cucire una tessitura ben precisa, che fa riflettere lo spettatore, oltre ad intrattenerlo piacevolmente, su ciò che riguarda il teatro e la recitazione. Infatti sono due i concetti base della rappresentazione, e cioè quello metateatrale e quello metarecitativo. Si riflette sul lavoro dell’attore, che deve entrare in un personaggio, allontanarsi da se stesso, pur mantenendo un contatto con il proprio io, che sia costante ma invisibile e il tutto deve avvenire all’istante. L’attore è di fronte a una prova, ma del resto il lavoro che ha scelto è una continua prova, e così an oak tree si fa “metafora” di un’impegno che si è scelto per la vita e che plasma l’esistenza di chi lo assume.
Si pensa a come il gioco del teatro viene costruito, ogni qual volta si prepara una messa in scena, e ci si sente come pellegrini, all’interno di un sottosuolo che si potrebbe esplorare forse soltanto lavorando in prima persona ad uno spettacolo. Dunque la compagnia si rivolge ad un pubblico variegato, fatto sia di addetti ai lavori, che di amatori del mondo istrionico, riuscendo a lasciare qualcosa ad ognuno, una riflessione che va oltre la serata, un insegnamento che probabilmente tornerà utile e che permetterà, a chi lavora in teatro, di soffermarsi su quelle che sono le principali connessioni della recitazione, e a chi invece è spettatore, di avere una consapevolezza maggiore nell’osservare un’opera teatrale.
an oak tree; Regia: Fabrizio Arcuri; drammaturgia: Tim Crouch; luci:; scenografie:Diego Labonia; organizzazione: Miguel Acebes; produzione: Accademia degli Artefatti; interpreti: (Pieraldo Girotto), (Fabrizio Nevola), teatro e date spettacolo: Teatro in Scatola, dal 20 settembre all’11 ottobre 2009
