Babilonia Teatri con Made in Italy al festival Vertigine

Made in Italy porta in teatro la “liquidità”degli anni ’90 del postmodernismo, dei mondiali, delle Ragazze di Non è la Rai, dei gruppi come Prozac + e dei gelati Algida. Anni che hanno costituito un momento di passaggio per l’Italia che si stava preparando a diventare quella nella quale viviamo.
I cambiamenti registrati in questo periodo di transizione sono stati molti: la forte immigrazione che ha portato l’Italia a divenire un paese multietnico e multiculturale, l’arrivo di nuovi mezzi di comunicazione, l’afferamzione di nuove religiosità e l’apertura nei confronti dell’ampia realtà omosessuale, che per fortuna non è più costretta a vivere nel sottosuolo sociale. Insomma: una nuova concezione socio-culturale cui non tutti erano preparati, legati come erano ad un passato fatto di chiusura, xenofobia, nazismo e resistenza nei confronti del diverso.
Tutta questa confusione di pensieri che mette insieme le mode e il Giubileo, i tormentoni canori come T’Appartengo e l’arrivo di nuovi partiti ed esponenti politici è raccontato esplicitamente, ma anche implicitamente, attraverso i segni scenici da una compagnia già vincitrice del Premio Scenario nel 2007.
Babilonia Teatri ha compiuto una requisitoria del nostro tempo. In maniera ironica ha trattato tematiche più o meno serie, disegnando, ma senza aderirvi, l’ideologia di questi anni bui. Sessualità e religiosità si sono condensate in ritmi rock-pop e in danze divertenti, che hanno dilettato il pubblico, facendolo però anche riflettere su tutto ciò che si sta vivendo, come il risultato di una lunga preparazione, avvenuta proprio in quegli anni in cui 2000 era ancora sinonimo di futuro.
Non tutto viene palesato, molte cose sono solamente accennate, suggerite, ispirate.
Non si può non chiamare in causa Bauman, che ha parlato di “epoca liquida” per definire il nostro tempo, dove tutto si discioglie in materia di volta in volta cangiante. Qui assistiamo proprio a questo: al cambiamento che ha investito una generazione intera, obbligandola, tanto per dirne una, ad una nuova concezione del lavoro (con contratti a termine o con contratti soggetti a scarse garanzie).
Si pensa persino a Shakespeare di cui viene citato “l’essere o non essere” ricondotto a svariati dilemmi postmoderni: Accettare o non accettare il diverso? Gli immigrati e gli extracomunitari sono distanti da noi? Differenti e da escludere per questo?
Domande allora attuali che oggi hanno lasciato il posto a parole di denigrazione, di cui ormai non si comprende più neanche il significato, che vengono dette senza capirle fino in fondo.
Questo spettacolo ci fa rendere conto di quanto sia ridicolo ora concepire la convivenza con persone provenienti da altre nazionalità come qualcosa di strano.
Ultimo, ma non meno interessante, il discorso legato alla Chiesa, vista in questa sede come fonte delle ipocrisie che da sempre investono il nostro paese.Un discorso che passa attraverso la citazione di personaggi trash, canzoni pop e rimandi a tutto ciò che ha investito questa epoca così controversa e variegata, alla quale però apparteniamo e che ci riguarda da vicino.
Questo spettacolo oltre a divertire lo spettatore lo coinvolge infati in prima persona, mettendolo di fronte ad una realtà che sta vivendo, ma che forse non si rende conto di subire.
(Made in Italy); Regia: Valeria Raimondi e Enrico Castellani; drammaturgia: Valeria Raimondi e Enrico Castellani; luci e audio:Giovanni Marocco, Nicola Fasoli, Marco Spagnolli; scenografie: Babilonia Teatri, Gianni Volpe; costumi:Franca Piccoli, movimenti di scena:Luca Scotton ; interpreti: (Valeria Raimondi), (Enrico Castellani); teatro e date spettacolo:Festival VERTIGINE, Auditorium Parco della Musica, 4-7 marzo 2010; info:coproduzione Operaestate Festival Veneto
