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Berlino - "Tanz im August" - NEUER TANZ

Pubblicato il 30 settembre 2008 da Paolo Sanvito


Berlino - "Tanz im August" - NEUER TANZ

Particolare attenzione e favore ha ottenuto quest’anno il festival "Tanz im August" (15-31. Ag., con 31 produzioni tedesche e internationali), che celebra il proprio 20º compleanno. Profilatosi fin dai suoi esordi come un’interfaccia tra la ricerca più spinta o la performance, per le sue scelte estetiche al di là dei confini dei generi, e la danza dei gruppi stabili, anche quest’anno il festival ha coniugato i due aspetti del panorama della coreografia internazionale, con ciò offrendo uno spettro della situazione di quest’arte sia globalmente, sia localmente a Berlino che ne é una delle capitali. Tra l’altro la popolarità dell’evento è visibile nella percentuale di posti a sedere occupati sul totale dei teatri: il 97%, praticamente il sold out assoluto.
Dopo un’inaugurazione sotto il segno della mutliculturalità e in parte del „main trend“ londinese, con il celebrato Akram Khan, il vero spirito del festival si è mostrato con l’ambiziosa produzione del centro coreografico di Düsseldorf .

In questo caso si è trattato di un gruppo proveniente da un centro di ricerca stabile ma anche piuttosto sperimentale, e notorio in Germania per le sue scelte audaci: particolarmente coraggioso è sia il titolo, IM LINKEN RÜCKSPIEGEL AUF DEM PARKPLATZ VON WOOLWORTH (Guardando nello specchietto retrovisore stando sul parcheggio di WOOLWORTH“, una sorta di UPIM) sia il tema scelto, la medialità della guerra, delle guerre attualmente combattute, in Irak o in Afghanistan, il che conferisce al lavoro un’evidente aggressività (alcuni spettatori, specialmente gli anziani, hanno lasciato la sala durante la rappresentazione). Esiste effettivamente una notevole industria culturale che si occupa dell’intrattenimento degli uomini coinvolti nella guerra, le truppe soprattutto, ma anche gli ausiliari e i tecnici industriali che hanno costruito per esempio a Baghdad la „cittadella protetta“ degli Americani. Gli strumenti della manipolazione inscenati sono gli stessi della propaganda ufficiale: mascolinità e sua finzione, sonoro altissimo e spesso assordante, velocità nevrotica e nevrotizzante che neutralizza la comprensione e forse la mette del tutto k.o.; la struttura si compone di un pot pourri di news, pop song, jingles e slogans pubblicitari. Tuttavia uno degli strumenti della persuasione occulta è anche la reiterazione e /o la ridondanza; nel palinsesto delle radio viene continuamente ribadito sempre lo stesso concetto, anche se mascherandolo sotto diverse forme. NEUER TANZ riucupera questo espediente, esasperandolo: il pubblico si sente presto del tutto ossessionato e perseguitato; per non dire, a seconda della soglia di tolleranza, abusato e afflitto. E’ una sorta di „schiaffo al pubblico“, ma in uno stile da arancia meccanica.
Interessante è anche l’aspetto della riproduzione e contemporaneamente smontaggio delle strutture concertanti della musica pop tipica di questo genere di programmi radiofonici: in realtà ci si rende conto molto in fretta, e con sgomento, che la maggior parte della musica diffusa in Occidente (non solo negli USA) si basa su principi di aggrassione e fagocitamento della riflessività o meditatività che sono generalmente accordate al fruitore delle arti musicali, e invece in questo caso integralmente frustrata allo scopo di manipolarlo. Gli aspetti coreografici dello spettacolo, che in questo modo si distanzia dalla convenzione dei generi, sono del tutto marginali e rivestono una funzione quasi solo grottesca: appaiono infatti patetici e ridicoli in un’atmosfera di questa oppressione.
Un aspetto, questo ultimo, spiegabile anche attraverso l’estraneità e il rifiuto rispetto al canone dei generi professato da Wölfl, che è in sé appunto un artista formato alla scuola d’arte di Düsseldorf (quella di Beuys per intendersi, e quindi una delle migliori in Germania) come artista figurativo, essendo allievo di un tradizionalissimo pittore, per di più austriaco, come Oskar Kokoschka. La ricerca di Wölfl è sempre stata al limitare dei generi – e questo è forse l’aspetto più marcato e interessante del gruppo.


Cor(e)ografia: VA Wölfl Con: Izaskun Abrego Olano, Armin Biermann, Alfonso Bordi, Jana Griess, Nicholas Mansfield, Senem Gökçe Ogultekin, Dr. Guido Orgs, Edgar Sandoval Díaz, Susanna Keye, Peter Bellinghausen, Jürgen Grohnert, Oded Huberman, Thomas Schneider, Markus Stütz, Stefanie Kusenberg; Con il sostegno di: Ministerpräsidenten des Landes NRW, Stadt Düsseldorf, Kunststiftung NRW, Kulturstiftung des Bundes, PACT Zollverein - Choreographisches Zentrum NRW (Essen), Kunst- und Kulturstiftung der Sparkasse Düsseldorf, Rico Design, Stiftung Schloss und Park Benrath; Prodotto da: NATIONALES PERFORMANCE NETZ aus Mitteln der Beauftragten der Bundesregierung für Kultur und Medien sowie der Kultur- und Kunstministerien der Länder. Ein Auftragswerk von PACT Zollverein - Choreographisches Zentrum NRW (Essen) für die RuhrTriennale


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