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BERLINO - TANZIMAUGUST 2009 - Thomas Hauert

Pubblicato il 11 novembre 2009 da Paolo Sanvito


BERLINO - TANZIMAUGUST 2009 - Thomas Hauert

Berlino, Settembre 2009 - Si è conclusa la 21^ edizione del festival TANZ IM AUGUST, con un programma come sempre molto variegato e soprattutto sperimentale, che spazia dal classico al contemporaneo all’installazione alla performance. Tra i numerosi eventi (non tutti accessibili per close-up a causa di evidenti problemi dell’ ufficio stampa) abbiamo scelto due episodi singolari e significativi.

Il coreografo svizzero Thomas Hauert ha lavorato a propri lavori autonomi fin dal 1998 dopo un proficuo periodo di collaborazione con la docente e coreografa Anne Teresa De Keersmaeker.

Le armonie e melodie si trasformano, con un processo di improvvisazione piuttosto sofisticato e complesso (il gruppo ha lavorato a lungo sull’improvvisazione) direttamente in gesto e azione. Interessante è anche l’illuminazione, molto parca e misurata, anzi si potrebbe dire l’oscurazione; la scena è in gran parte nera e solo a volte compaiono parti del corpo illuminate cromaticamente. Questo farebbe pensare all’antica nozione, secondo cui il rapporto tra colore e note nella teoria musicale greca e tardo-antica, le tonalità musicali vengono associate con i temperamenti del carattere e con i colori. Prticolarmente questo avviene durante il brano che fa uso di musica di flamenco, ma estraniata, per cui la coreografia applicata non rileva reminiscenze con questo tipo di danza. Nei brani di musica romantica, è la prima volta forse in una coreografia che l’uso dell’unisono nei movimenti ha un senso, perché la loro struttura è sinfonica o corale e l’improvvisazione, che riproduce appunto come negli altri brani la struttura della composizione musicale, non fa altro che adattarsi almeno fino ad un certo grado ad essa. Il lavoro coreografico e il repertorio cinetico corrisponde, nell’intenzione, „a scala uno ad uno“ alla partitura musicale; com’è possibile, vien fatto di chiedersi, raggiungere una tale precisione? Oppure averla come meta è di per sé impensabile. Gran parte delle idee coreografiche nascono in questo brano dal principio dello sfruttamento del peso gravitazionale e della sua compensazione attraverso le forze che lo raccogono e sostengono nei corpi; in questo caso sembrerebbe che il peso peculiare, specifico a ognuna delle parti del corpo nella contact improvisation sia palpabile, misurabile. Peculiare è infatti, rara volta tra gli esempi di questa tecnica, che ad ogni membro corrisponda sia un certo peso, sia, data la concezione fortemente legata al supporto musicale dell’opera, anche un certo suono. L’ improvvisazione avviene comunque tutta all’interno di un regolamente piuttosto chiaro: esistono nel gruppo dei danzatori con chiara funzione di guida, che eseguono per primi movimenti chiave, che ad immediata rotazione sono impiegati, seppure con variazioni, dagli altri componenti del gruppo. In questo modo le possibilità inventive di ogni singolo vocabolo coreografico sono sfruttate al massimo, tra l’altro evidenziando le potenzialità specifiche di ogni membro dell’ensemble.


CONCEZIONE/REGIA: Thomas Hauert Esecuzione: Thomas Hauert, Liz Kinoshita, Sara Ludi, Chrysa Parkinson, Zoë Poluch, Albert Quesada, Mat Voorter Luci/Scene: Jan Van Gijsel Musica/SOUND: Peter Van Hoesen Produzione: ZOO Co- Produzione: Kunstenfestivaldesarts (Brüssel), Kaaitheater (Brüssel), PACT Zollverein (Essen), Festival Alkantara (Lissabon), Mercat de les Flors (Barcelona), NXTSTP, with the support of the Culture Programme of the European Union Con il supporto di: Vlaamse Gemeenschap, Vlaamse Gemeenschapcomissie, Pro Helvetia – Swiss Arts Council (Zürich), „Ein Kulturengagement des Lotterie-Fonds des Kantons Solothurn“ und Fonds des programmateurs, reso-réseau danse suisse (Bern).


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