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Closer dal cinema al teatro, per la regia di Andrea Teodori

Pubblicato il 4 novembre 2011 da Laura Khasiev


Closer dal cinema al teatro, per la regia di Andrea Teodori

Una scenografia che comunica sin da subito il contenuto della vicenda, costituita da una serie di incastri, storie intrecciate, che passano attraverso dei video proiettati, quasi a voler ricalcare quell’idea che Erwin F. M. Piscator teorizzò ai primi del ’900, senza mai mettere in pratica. In scena al teatro Trastevere CLOSER, la storia che fu concepita come spettacolo teatrale da Patrik Marber, che conobbe l’enorme popolarità mediante il cinema, diretta da Mike Nichols e che ebbe come protagonisti Natalie Portman, Giulia Roberts, Jude Law, Clive Owen, approda dinuovo in teatro, diretta dal giovane regista Andrea Teodori, intrepretata dagli attori: Diego Migeni, Francesco Paliferi, Jennifer Poli, Eleonora Cucciarelli. Un lavoro rischioso, che dal 18 al 23 ottobre ha intrattenuto un pubblico misto, fatto di amatori del teatro e appa ssionati di cinema, sorprendendo tutti per la sua resa originale. La storia muove da un incontro fortuito si tramuta in storia d’amore tra una giovane scapestrata, Alice, le cui vesti al cinema furono meravigliosamente indossate da Natalie Portman, una delle più brave attrici livello mondiale e un aspirante scrittore, Dan, nel film interpretato da Jude Law che abbandona il suo vecchio amore, infatuato della giovane ragazza senza identità... Tra loro si insinua la sensualità delicata di una fotografa, Anna, che Julia Roberts rese fondendo sensualità e delicatezza, che si distanzia in tutto dalla sua antagonista, ponendosi in antitesi con lei. La scenografia si fa portatrice metaforica di questa storia di contrasti, attraverso la sovrapposizione di forme geometriche tondeggianti, affiancate a quelle spigolose espresse dall’arredamento e all’interno dei video, creando una suggestione che a teatro è raro recepire. Mejerchol’d e i futuristi del secolo precedente vengono dunque rievocati paradossalmente attraverso una storia che si è inserita nel makemovie americano, espondendo al quadrato questo gioco di contrapposizioni, presente nei contenuti così come nella forma estetica della rappresentazione a partire dall’interpretazione alle forme visive davanti alle quali è messo lo spettatore alla gestualità, a metà strada tra quella cinematografica e quella più convenzionale del teatro. Il quarto personaggio è un medico, Larry, nel film Clive Owen, che per un caso si trovò in una chat, altro emblema della nostra modernità, entra in questo circuito di opposti, innamoratosi della bella fotografa, la sposa, ma il matrimonio, apparentemente ideale, si rivela presto una patina, dietro alla quale si cela una passione repressa e presto sfogata, della donna con lo scrittore, fedifrago incorregibile, che lascia la ragazza per questa nuova passione, tutto sembra ricongiungersi, nel momento stesso in cui si frantuma, i 4 personaggi tornano ad essere individui sciolti dai legami intersecati che li avevano portati all’interno di quella medesima dimensione, così soffocante e disorientante. La morte della giovane ragazza diviene anche il momento di una rivelazione rispetto alla sua identità inventata e dunque ad una ferita di lei bambina, svelata solo nel momento in cui ha lasciato una vita completamente creata e forse mai esistita...la finzione si frappone al reale e il gioco di contrasti si esponde al quadrato in teatro, incrementando di fascino la rappresentazione e lasciando lo spettatore con riflessioni che fanno compagnia anche a luci spente...e soprattutto con la piacevole sensazione di aver finalmente visto a teatro una storia che dal teatrale è passata al filmico per tornare alla versione teatrale, transcodificando il proprio linguaggioin questa versione, nel rispetto della scena e senza scadere nella volontà di rendere a teatro ciò che già la pellicola ci ha donato, evitando di scadere nella banalità. Anzi in questo spettacolo la concezione scenica e registica hanno reso la storia comunicativa di elementi inediti, inerenti a quelle contrapposizioni che siamo abituati a vivere come qualcosa di negativo e che invece qui capiamo che sono la parte integrante di un’umanità reale.


(CLOSER); Regia: Andrea Teodori; drammaturgia: Patrik Marber ; luci: Giovanna Bellini; scenografie: Giada Tosto; costumi: Laisylab; interpreti: (Diego Migeni), (Francesco Paliferi), (Jennifer Poli), (Eleonora Cucciarelli); teatro e date spettacolo: Teatro Trastevere dal 18 al 23 ottobre.


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