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CORIOLANO

Pubblicato il 7 novembre 2004 da Leonardo Gliatta


CORIOLANO

Coriolano è forse la tragedia di Shakespeare meno rappresentata (secondo alcuni irrapresentabile) in assoluto, e bisogna dare atto al regista Roberto Cavosi di averci fatto conoscere uno Shakespeare cupo, come sempre attuale. Coriolano è un guerriero perfetto, una macchina da guerra addestrata da una madre virago (di cui il giovane Coriolano è una vittima, come Amleto lo è di Gertrude) alle arti del sacrificio supremo di sé per la gloria della battaglia. Talmente alti e superomistici gli ideali di Coriolano (il cui nome deriva dalla città vinta dai Romani ai Volsci Corioli) che il volgo, la plebe viene considerata poco più che una macchia sull’abito candido di Roma. Il personaggio del protagonista, non poco fastidioso nella sua alterigia e tracotanza, verso la fine del primo atto vede compiersi il suo destino tragico di agnello sacrificale sull’altare della civiltà contemporanea. I suoi valori da eroe acheo alle porte di Troia mal si accordano con lo spirito del tempo, dominato dalla corruzione, dal compromesso politico e quindi morale, dove la plebe non è altro che un’onda informe facile da domare. Coriolano si trova a vivere in un mondo che non gli appartiene, né che riesce a capire, e non si accorge che la civiltà esclude gli atteggiamenti eroici dei puri, gli idealismi senza tornaconti “particulari”. Confuso e offeso egli fa emergere dal primo al secondo atto la sua statura da martire laico, sottomesso e imbrigliato dai legacci della storia. Funzionale allo spettacolo l’idea di far agire su più livelli gli attori, una compagnia numerosa, composta da 15 personaggi che riescono a non riempire eccessivamente lo spazio scenico. A fare da contraltare e da rima visiva, quasi fosse un megafono della realtà, i due videowall che si stagliano sul fondale con immagini di masse operaie, contadine, masse ejzensteiniane di rivolta che reclamano la loro presenza sulla scena (del teatro e del mondo) e da cui il prode Coriolano-Gassman viene travolto.

[novembre 2004]

Coriolano di William Shakespeare

produzione: Società per attori con la collaborazione dell’Istituto Luce; regia: Roberto Cavosi; interpreti: Alessandro Gassman, Magda Mercatali, Fabio Bussotti, Paolo Cosenza, Sabrina Knaflitz, Sergio Meogrossi, Giancarlo Ratti, Carlo Kumada, Silvio Laviano, Alessandro Albertin, Emanuele Maria Basso, Michele Modesto Casarin, Francesco Stella, Massimo Lello, Marta Gilmore; scene: Alessandro Chiti; costumi: Giancarlo Colis; disegno luci: Marco Palmieri; in scena: Teatro Argentina di Roma fino al 28 novembre.


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