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Da Joker a Joker: Bat-Cattivi a confronto

Pubblicato il 24 luglio 2008 da Gaetano Maiorino


Da Joker a Joker: Bat-Cattivi a confronto

Un supereroe non è tale se non ha un super-cattivo, suo degno rivale, suo complemento e necessaria nemesi. Il coltello sulla bocca, lo sguardo schizoide e una domanda: “Perché sei così serio?”. Quindi il ghigno folle di Joker/Heat Ledger si allarga di fronte al volto della sua prossima vittima, mentre il pagliaccio psicopatico inventa una nuova variante per la storia delle sue cicatrici. Prima colpa di suo padre, poi di sua moglie, poi chissà ancora quante altre versioni. Venuto dal nulla, il nuovo jolly del crimine, reinventato da Christopher Nolan per contrastare il suo Cavaliere Oscuro, si trova in realtà di fronte un avversario sulla carta ancora più difficile da sconfiggere del pipistrello di Gotham: il Joker dipinto da Jack Nicholson nel primo film della saga di Batman. Era il 1989 e firmava l’opera Tim Burton. Heath Ledger improvvisa una camminata bizzarra e una risata inquietante per dare uno stile tutto nuovo al personaggio, ma non c’è nulla di comico nella sua performance, c’è molto invece di grottesco e terrificante. Nicholson era stato perfetto nell’opera pop burtoniana, ma i tempi sono cambiati e la smaccata finzione da fumetto messa in scena sia dal regista di Sweeny Todd che dal suo successore Joel Shumacher, è superata. Nel delirante terrore in cui Nolan avvolge Gotham City si cala un altrettanto delirante maniaco senza origini, senza mire di conquista, paladino del caos, alla ricerca soltanto di insano divertimento per movimentare il suo mondo. Il più cattivo tra i cattivi che hanno mai affrontato il più oscuro dei supereroi. Andando a ritroso a riscoprire tutti i malvagi antagonisti di Bruce Wayne non si trova un personaggio così perfettamente disegnato, neppure il Ra’s Al Ghul/Liam Neeson, ingannevole manipolatore idealista che muove i fili dello Spaventapasseri/Cillian Murphy, risulta tanto perfetta antitesi e sintesi di Batman. Riportando l’oscurità al centro della saga, rifacendosi alla vera essenza dell’eroe di cui racconta le gesta, Nolan dà un altro spessore al suo cattivo, gli scrive la sceneggiatura addosso riservandogli le scene migliori. Permette a Ledger di scalzare dal gradino più alto del podio dei malvagi proprio Nicholson, che pure aveva dato al personaggio una caratterizzazione maleficamente scanzonata grazie alla sua peculiare ossessione per l’arte macabra. Ma Nolan non si limita a delineare così bene soltanto Joker. Realizza infatti un altro piccolo capolavoro con Harvey “Due facce” Dent/Aaron Eckhart. Il background che costruisce al secondo cattivo del suo film è ricco e significativo, racchiude tutta l’essenza del messaggio della sua opera. Laddove Tommy Lee Jones aveva infuso ferocia e brama di conquista nella prima pellicola girata da Schumacher, Eckhart inserisce dolore e follia cieca per la perdita della donna amata e ribalta l’idealismo da procuratore intransigente, non diventando soltanto un altro pazzo a cui dare la caccia, ma tramutandosi nella scintilla che scatena i maggiori cambiamenti nella sorte anche futura della saga. Se il Joker di Ledger e il Due facce di Eckhart sembrano essere così perfetti è probabilmente proprio per la scelta stilistica di Nolan, decisamente dark e molto improntata al verosimile più che al fantastico. Non sono più credibili oggi cattivi come Mr. Freezer/Schwarznegger, o l’Enigmista/Jim Carrey, troppo “fasulli”, caricature di se stessi, troppo poco approfonditi nella loro genesi, troppo semplici, soltanto corpi da prendere a botte e su cui fare sfoggio della nuova sempre più bizzarra bat-tecnologia. Questo vale anche per le femmes fatales Poison Ivy/Uma Thurman e Catwoman/Michelle Pfiffer, si spera in una donna davvero malefica che sappia prendere il loro posto nel prossimo capitolo. Probabilmente l’unico che potrebbe reggere il confronto con i nuovi cattivi, oltre a Nicholson, è Il Pinguino/Danny De Vito. Il suo provenire dalle fogne, il suo essere lurido e spietato, lo rende molto attuale, adatto alla nuova piega che Nolan ha dato ai suoi “cattivi”: esseri fuori controllo in cui si rispecchia la follia e la corruzione del mondo in cui annaspano i suoi “buoni”. Chissà quindi se anche il Pinguino sarà rivisitato nella nuova “bat-poetica” che si è manifestata. Resta per ora il fatto, che il connubio perfetto tra attori e personaggi che si è creato ne Il Cavaliere Oscuro, resta per il momento inarrivabile, superiore a tutto ciò che di precedente si era visto in ogni superhero-movie.



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