Daniele Timpano al Festival Vertigine con Dux in scatola

Una bara di legno contenente, ci si dice, le spoglie del Duce e Daniele Timpano al centro del palco, in silenzio. Tutto è nero, tranne la sua cravatta... rossa...
Al festival VERTIGINE uno dei primi spettacoli ad aprire la scena è proprio quello di Timpano che, con la sua “urgenza di onestà più che di rischio”, si presenta come un Duce, ma poi gioca continuamente con il suo Io. Dirige la scena e si dirige, entra ed esce dal personaggio di Mussolini e fa un’apologia di se stesso, che ben rispecchia clima culturale che stiamo vivendo, visto che facciamo parte di un pubblico di una società individualista, dove fioccano i vari "Grandi fratelli".
Si tratta della biografia di un personaggio del passato, che però viene a parlare di se stesso da morto. Probabilmente non tranquillo che qualcun altro lo faccia per lui...
Ed ecco che si snodano i mille quesiti sul soggetto e sull’Io...Questo il paradosso che domina lo spettacolo, dove non si capisce più bene dove finisca l’Io e cominci l’egli e dove il soggetto si confonde con la massa.
Attraverso l’affabulazione l’attore tesse la sua tela, trascina lo spettatore in un vortice, gli fa percorrere un periodo di storia, tenendolo però in continuo contatto col presente. L’affabulazione procede veloce fino ad un colpo di scena, un minuto di silenzio, un minuto vero, che nel tempo teatrale si dilata come una macchia di inchiostro su carta e disorienta. In questo disorientamento perseguito e fortemente voluto sta forse la più grande frattura dello spettacolo rispetto al classico teatro di narrazione. Per un minuto intero il silenzio apre voragini nella coscienza dello spettatore, gli impone una parte più attiva nel processo comunicativo.
Il nostro narratore in“versione anarco-dadaista”, per definirlo con Antonio Audino, ci regala, quindi, la possibilità di ripercorrere la storia che ha coinvolto il nostro paese durante il fascismo e come ogni spettacolo di narrazione che si rispetti, non cade nel rischio di dare giudizi o di essere retorico, nè di indirizzare lo spettatore verso un’opinione piuttosto che un’altra in maniera forzata, ma di infondere nella mente degli spettatori dei dubbi, su cui si rifletterà anche a luci spente.
E’ una fortuna che gente come Timpano continui a fare il proprio lavoro e a regalare al pubblico e al mondo della scena quello di cui tutti noi abbiamo bisogno: TEATRO.
Tutti dovrebbero vedere Dux in scatola perchè è una di quelle pièce che può comunicare qualcosa a chiunque, lasciando un valore aggiunto alla vita di ognuno, una coscienza storica arricchita e una conoscenza delle proprie radici più feconda.
Ciò che rende davvero straordinaria questa messa in scena sta nel fatto che storia civile e attualità teatrale si incontrano in un suggestivo intreccio intellettuale, mettendo davanti allo spettatore anche un nuovo modo di conoscere la storia, attraverso una riflessione, che in linea con l’epoca post-moderna, è in continua formazione, che non ci lascia soltanto un racconto sui fatti, ma anche la possibilità di riflettere su situazioni che “scritte” sulla scena invece che sui libri, hanno maggior respiro. Inoltre la narrazione viene sfoderata attraverso il discioglimento dell’Io in due identità, che si interscambiano, mostrando un’altra delle caratteristiche principali del teatro di narrazione, la memoria ripercorsa attraverso il racconto del sé, ma in maniera differente, con un valore aggiunto, con un Sé che si sgretola e che non è più quello che ritroviamo in Celestini o Enia di qualche tempo fa. Insomma la Storia non poteva trovare miglior canale che questo, sulla scia di un teatro che sta volgendo al suo termine (per l’appunto quello di narrazione), e che si sta evolvendo in qualcosa di più, mediante il contributo di Daniele Timpano e di chi come lui è capace di “rivoluzionare”l’assetto scenico e rinnovarlo continuamente.
(Dux in scatola); Regia:Daniele Timpano; drammaturgia:Daniele Timpano; disegno luci:Marco Fumarola;foto di scena: Valerio Cruciani, collaborazione artistica:Valentina Cannizzaro, Gabriele Linari; progetto grafico: Alessandra D’Innella; interpreti: ( Daniele Timpano); teatro e date spettacolo: Fstival Vertigine, dal 4-6 marzo, Teatro Auditorium Parco della Musica; info:Produzione amnesiA vivacE, in collaborazione con Rialto Santambrogio, Finalista del Premio Scenario 2005
