X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Ebrei a Roma

Pubblicato il 5 febbraio 2013 da Monia Manzo


Ebrei a Roma

Partiamo dal presupposto che Gianfranco Pannone sia uno dei più poliedrici e validi registi di documentari nell’Italia contemporanea. Dopo Io che amo solo te (2004), Il sol dell’avvenire (2008) e Scorie in libertà (2012), Ebrei a Roma si presenta a confronto come un lavoro molto più asciutto e per niente incline alla critica socio-culturale come è solito essere il DNA dei film del regista pontino.
Presentato all’ultima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma, il documentario è stato scelto per essere proiettato dall’Ambasciata francese in occasione della recente celebrazione della Shoah.
Ebrei a Roma rappresenta una gradevole sorpresa per coloro che non si sono mai realmente addentrati nella Roma ebraica, un luogo dove il moderno si fonde ad antiche tradizioni con naturalezza e armonia.
Pannone ci avvicina a più storie di giovani e meno giovani, rendendoci partecipi di vite che si sviluppano perlopiù in un luogo non luogo, qual’è il Ghetto. Che era nato con l’emissione da parte di Paolo V della bolla Cum nimis absurdum, con cui il papa aveva revocato tutti i diritti, determinando dalla metà del 500’ discriminazioni e non indifferenti difficoltà nelle vite quotidiane degli Ebrei romani - potevano bere solo acqua di fiume e non gli era concesso possedere case, ma solo pagare "giustificati" costosissimi affitti. Oggi, a differenza dei periodi più bui, il Ghetto si presenta come luogo curato e straripante di vita, dove una fervente attività commerciale e turistica anima l’esistenza di molti suoi abitanti. Così incontriamo molti abitanti della Roma ebrea, che Pannone ama ritrarre nelle loro intimità domestiche e lavorative; a partire da Michela guida turistica all’interno del Ghetto, David Limentani il più anziano che è a capo di un’attività commerciale giunta alla settima generazione e per finire con Giovanni un simpatico quarantenne che ha deciso di avviare una fiorente attività gastronomica, basata sulle regole kosher. Il regista di Latina ha dichiarato in più occasioni di essere affascinato dalla vita degli Ebrei romani e soprattutto dalla riscoperta dei più giovani delle tradizioni ora invece riprese con entusiasmo e grande serenità che paradossalmente, invece, erano state un po’ trascurate dalle generazioni post-belliche le quali, reduci delle persecuzioni, hanno preferito confondersi e in parte dimenticare il male subito dopo il rastrellamento del 1943. Vedere un lavoro di tale caratura è senz’ombra di dubbio un’operazione culturale importante in cui storia, tradizione, integrazione (viene documentata anche la testimonianza degli Ebrei libici immigrati da pochi decenni a Roma) e soprattutto la reinvenzione dell’essere ebrei, ci proiettano all’interno della più antica e vivente tradizione giudaica esistente al mondo.


(Ebrei a Roma); Regia: Gianfranco Pannone; produzione: Blue Film; in collaborazione con Rai Cinema, Effetto Notte; origine: Italia, 2012; durata: 56’; formato di ripresa: 1:85 Digital – color; formato di proiezione: HD, colore


Enregistrer au format PDF