ELEGY OF LIFE. ROSTROPOVICH. VISHNEVSKAYA: TORINO FILM FESTIVAL - DETOURS

Non solo il ritratto di due grandi artisti, ma anche esplorazione di inquietudini, figlie dirette del ‘900, e forte critica sociale.
La voce di Sokurov batte i tempi di questa sua nona elegia della vita, dedicata al soprano russo Galina Vishnevskaya e a suo marito, il violoncellista Mstislav Rostropovich. Sokurov nulla tradisce del suo stile cercando di espandere i confini del documentario per giungere ad un ritratto intimo in cui ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio divenuto protagonista, sembra già predisposto in una virtuale sceneggiatura tanto rigoroso e bilanciato, nella sua costruzione, appare. Non è così.
Ci si accorge ben presto che l’emozione sincera che filtra l’intero lavoro non può che essere emanazione di verità. Straordinaria è stata la vita di questi due grandi artisti per intensità, passione, alternarsi di cadute e risalite, scontri politici ed emarginazione e l’occhio di Sokurov nulla nasconde, affidando allo schermo il compito di fare da tramite tra questo compatto flusso di sensazioni e la nostra coscienza di spettatori.
Critica sociale, dicevamo, che si esplica nelle parole dei due artisti cui fa da spaziatura il commento del regista. Dialoga con la storia, il cineasta russo, tenendola tra le mani e lasciandola interagire con la vita privata della Vishnevskaya e di Rostropovich, trascendendo liricamente la singolarità del racconto per tracciare una circonferenza più ampia che possa contenere uno sguardo critico, ma mai pedante, del secolo trascorso.
Si intravede la malinconia con cui Sokurov guarda un mondo che ha già iniziato da tempo la propria corruzione. È la ’Vecchia Europa’, così la chiama, condensando in essa maturità, amore per l’arte e innovazione culturale, i cui ultimi difensori Sokurov ci dice essere proprio noi, pubblico.
Intenso è il modo con cui volge l’occhio della sua macchina da presa verso i volti, in adorante partecipazione, di chi da spettatore teatrale diviene così custode di memoria.
Attraverso l’arte, dunque, e la fierezza di chi ne è stato amante, con una ironia che accompagna sia le parole dei protagonisti reali dell’opera ma, sopratutto la struttura interna dell’elegia stessa, il suo ritmo, la cadenza di ogni passaggio narrativo, il regista esplora un altro frammento di storia.
(Eleghia Zhizni. Rostropovic. Vishnevskaya) Regia e sceneggiatura: Alexander Sokurov; montaggio: Sergey Ivanov; scenografia: Sergey Ivanov; musica: Krzysztof Pendereckij; fotografia: Egor Jerdin, Kirill Moshovic, Mikhail Golubkov; interpreti: Galina Vishnevskaya, Mstislav Rostropovic; produzione: Filmstudio Sterh, Studiio Bereg, Svarog - Film; distribuzione: Pidgin; origine: Russia 2006; durata: ‘110;
