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ENZIMI 2004: SACCO DI REM E CAP

Pubblicato il 7 settembre 2004 da Leonardo Gliatta


ENZIMI 2004: SACCO DI REM E CAP

Roma, Acquario Romano, 6 settembre 2004. Dopo il rigoroso spettacolo Me & Me che ha aperto il Festival Enzimi 2004, la coppia più tetragona del teatro italiano ripropone lo storico Sacco, a trentun’anni di distanza dal debutto sulla scena, con altri attori, gli allievi-sostituti Armando Sanna e Pasquale Scalzi, che ricalcano anche fisicamente le fattezze di Claudio Remondi e Riccardo Caporossi. Un personaggio vestito di bianco, costretto dentro un corsetto ortopedico, un cerotto sulla bocca (afasia/rifiuto della parola), i piedi ingessati che fanno risuonare i suoi passi, si aggira infaticabile per la scena, allestita con il geometrico perfezionismo che è un po’ il marchio di stile di Rem & Cap. Trascina un sacco pesante, di juta, e comincia a colpirlo con gli strumenti di tortura che sfila diligentemente in una sequenza di azioni lente e calibrate. Il sacco, da oggetto inanimato, si scopre essere una forma vivente, da passiva vittima delle sevizie (neppure troppo crudeli) emette dei suoni, dei sussulti. Una macchina scenica ben oliata e minuziosamente costruita, fondata su un repertorio di gag grottesche e surreali tra il carnefice e il Sacco, che, come tutti i rapporti sadomasochisti che si rispettino, implica una soave complicità del violentato. Il rapporto tra i due - il collante dell’azione - precursore dello humor nero tarantiniano, si stempera in una chiave trucemente clownesca, con il ricorso ad una strumentazione per infliggere dolore - pungoli, pinze, funi, forbici, fionde - da fare invidia ai marines americani di Guantanamo. Rem & Cap sono due protagonisti indiscussi e geniali del nostro teatro di ricerca, architetti della scena alla maniera di Kantor (vedi l’ultimo, superbo lavoro del gruppo, Forme, presentato al Teatro Vascello lo scorso maggio), i cui spettacoli trascendono le mode e le etichette estetiche, e persino le anguste definizioni di una precisa identità sessuale: nonostante questo, visto oggi a tanti anni di distanza da quell’immensa riserva di idee e sperimentazioni che furono gli anni Settanta, Sacco appare ingrigito, con una patina di antico addosso che si fa fatica ad ignorare. Fa onore ad una rassegna popolare come Enzimi l’aver inserito in cartellone Rem & Cap per dare modo ai giovani di conoscere un’esperienza atipica e straordinaria di performance scenica; ma, allo stesso tempo, dal momento che vanta una “irriducibile passione per le forme espressive, gli stili di vita, le attitudini all’innovazione e alla sperimentazione”, avremmo preferito vedere le proposte di nuovi talenti, uno sguardo più curioso sui nuovi orizzonti verso cui si muove il teatro italiano.

[settembre 2004]

scritto e diretto da Claudio Remondi e Riccardo Caporossi

interpreti: Armando Sanna e Pasquale Scalzi; durata: 1 ora e trenta.


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