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Epistola a giovani attori al Piccolo Eliseo

Pubblicato il 7 maggio 2009 da Laura Khasiev


Epistola a giovani attori al Piccolo Eliseo

L’ultimo appuntamento romano per FACE A FACE - parole di Francia per scene d’Italia - è affidato a Barberio Corsetti, che ha messo in scena al Piccolo Eliseo Patroni-Griffi EPISTOLA A GIOVANI ATTORI, un testo di Oliver Py.
Il testo prende vita attraverso l’interpretazione di Filippo Dini, che si cimenta a dare un tono encomiastico a quel poeta che rivendica il valore della parola, dell’arte e del teatro di fronte al suo pubblico. Continuamente contrastato da inquietanti figure, provenienti dal mondo reale, tutte recitate da uno stesso attore, Mauro Pescio, che ha sfoderato una grande capacità camaleontica, tanto da confondere lo spettatore, facendogli credere che fossero attori diversi ad interpretare i personaggi. La doppia funzione della parola - parola detta e parola -scritta ha dominato in scena, proiettata sullo sfondo, per guidare lo spettatore nell’iter dialogico fra i due personaggi in scena. Monologhi dell’attore/poeta, alternati a contrasti verbali hanno dilettato per sessanta minuti, facendo riflettere il pubblico sul concetto meta-teatrale della funzione delle parole e soprattutto della loro importanza. Così si scopre che le parole sono armi in grado di colpire, ma anche ancore di salvezza nel momento in cui si uniscono per farsi arte.
La sfrontatezza del poeta ha violentato chi guardava, per portare avanti i suoi ideali infatti egli ha urlato, mostrato il suo sedere, si è dipinto il volto, ha faticato e ansimato, si è lamentato e ha invaso lo spazio scenico con la sua ira per portare avanti la sua lotta contro l’attuale stato delle cose, che va in direzione opposta a ciò che è arte, parola, contenuto e creazione. Una società fugace e “liquida” come la nostra fa nascere idee in ogni secondo e allo stesso modo le spazzola via, cosicché nessun concetto si fissa, nessuna idea è in grado di guidare l’individuo, perché tutto scivola presto nei meandri del dimenticatoio. La società dei consumi e delle mode formaliste è di certo un pesante ostacolo per la poesia e per l’arte e questo testo né è emblematica denuncia. Py ha descritto il dramma dell’uomo moderno, Corsetti ha dato vita al tragico cammino di un poeta errante, che ha rigurgitato parole tragiche intrecciandole a comicità e sarcasmo. L’atmosfera grottesca è stata più volte infranta dai continui arrivi di personaggi (quelli interpretati da Pescio) che, apparentemente normali, in questo contesto sono apparsi come un qualcosa di stonato, dando alla scena una veste schizofrenica e contrastata. La lotta protagonista/antagonista - altro concetto base del teatro - è stata la componente principale che ha dimostrato quanto ogni questione porta sempre con sé il suo opposto, ogni medaglia ha due facce, ogni elemento è doppio e tutto ciò il teatro non fa altro che amplificarlo, invadendo la tranquillità di chi guarda. Infatti l’apparentemente leggero soliloquio, che il personaggio ha espresso, era colmo di denunce e di riflessioni, che noi dovremmo affrontare nel quotidiano e che di certo non si dimenticano una volta usciti da teatro.
Questo testo infatti, una volta ascoltato, non si sgancia più dai propri pensieri e domina la riflessione, mettendo in discussione tutto ciò che stiamo vivendo e facendoci pensare a come poterlo cambiare.


(Epistola a giovani attori al Piccolo Eliseo); Regia: Barberio Corsetti, assistente regia Fabio Cherstich; drammaturgia: Oliver Py; luci:Gianluca Cappelletti; viedeo: Angelo Longo; costumi: Anna Coluccia, Annalisa Gallina; interpreti: (Filippo Dini), (Mauro Pescio),; teatro e date spettacolo: Piccolo Eliseo Patroni-Griffi 28 aprile-3 maggio; info: Produzione Fattore K, all’interno della rassegna face a face.


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