Eva e Adamo

Eva e Adamo, perchè questo è un fim molto al femminile. Un’opera di donne, verità e realtà montate con attenzione ai tempi del quotidiano, della vita e di un linguaggio cinematografico che sa trasformare queste cose in attimi di poesia. Eva e Adamo è narrazione sobria e specchio per l’io di ognuno, possibilità di riflessione sulla profondità frastagliata di ciò che facilmente si chiama "amore". E’ un insieme di racconti in prima persona leggeri e dolorosi; finestre, spaccati e confessioni sull’amore e sulla sua gestione, tra paure, fantasmi, e difficoltà accresciute dal rapporto con una vita difficile. Vicende che il regista interseca ed alterna, che svela piano piano, fino a mostrarcele davanti a un bivio, alla vigilia di una non facile decisione. E’ un’osservazione scarna e precisa di esseri umani, quella del regista, con interventi decisi dalla macchina da presa quando è necessario, per un rapporto tra documento reale ed arte cinematografica che continua ad essere fortunato nel suo lavoro. Sono le nuove storie di Vittorio Moroni, tutte pescate dal vero e filmate come tali, come quasi sempre il regista valtellinese ha fatto, a parte la parentesi di esordio valtellino/portoghese di Tu devi essere il lupo: racconto dignitoso di maternità e paternità complesse. Per il resto, il simpatico e intelligente Moroni ha scelto quasi sempre la strada del documentario, dal lontano Sulle tracce del gatto al più recente e bellissimo Le ferie di Licu: una tra le cose più originali e migliori del cinema italiano degli ultimi anni, un documentario gioiello non insensibile ad attimi di finzione capaci di rendere ancor più vero il vero narrato; la cosa più bella fatta da Moroni fino ad oggi, realismo poetico dell’integrazione silenziosa, divertente e faticosa.
Oggi, invece, sono tre donne diverse, i soggetti fusi da Moroni in un film ancora indipendente, ancora povero, ancora libero e ancora pieno di energia. Tre storie di donne distanti per età, estrazione sociale, cultura e sorte. Tre donne che fanno lavori diversi, che hanno progetti e aspirazioni diverse. Ma che hanno dubbi e dolori della stessa intensità. Tre storie di donne e dei loro amori difficili, di coppie poco comuni, forti nella loro espressività, anomale nell’aspetto, lontane dalla norma ma rese possibili e comprensibili dalla vicinanza con cui l’autore le osserva, dall’ascolto sincero in cui si mette filmandole. Erika, Deborah, Veronica, la prima scrive romanzi d’amore, è benestante ed ha 76 anni. E’ vedova, colta ed ha figli già adulti. Ha ritrovato l’amore e il matrimonio con un giovane ragazzo del Senegal, Moussad, che ha conosciuto in vacanza e che ha la metà dei suoi anni. La seconda donna è giovane e già madre. Di anni ne ha appena 20 anni e fa un mestiere scomodo per mantenersi, mentre il suo compagno disoccupato la crede una modella. La terza donna fa l’infermiera ed ha conosciuto un uomo invalido durante un pellegrinaggio a Lourdes. Lo ha sposato anche se costretto sulla sedia a rotelle dalla sclerosi multipla, e vive con lui vedendolo peggiorare costantemente. Ogni giorno queste donne si confrontano con la loro vita e con quelle dei loro amori, con la malattia, la disoccupazione ed il giudizio esterno degli altri, tra dubbi e verità dolorose. Quanto costa l’amore? Quanto vale? Eccone tre esempi particolari, ed ecco un paio di buone ragioni per vedere questo film, che non riempie le prime pagine dei giornali, che non gode di promozione martellante, che è uscito in poche sale per la forza e la determinazione del suo autore, ma che è un documentario interessante e sincero, meritevole di sostegno e complimenti.
Regia: Vittorio Moroni, Sceneggiatura: Marco Piccarreda, Vittorio Moroni; Montaggio: Marco Piccarreda; Musiche: Mario Mariani; Produzione: 50N, Distribuzione: 50N; Origine: Italia 2009, 77 minuti
