Festival dei due mondi di Spoleto: Bamboo Blues di Pina Bausch

Lutto nel mondo della danza: Un addio alla coreografa tedesca Pina Bausch
La coreografa tedesca Pina Bausch il 30 giugno 2009 è morta a causa di un tumore diagnosticatogli pochi mesi prima. Grande è il vuoto che lascia nel mondo della danza; la celebre ballerina tedesca era nata a Solingen il 27 luglio 1940 e in modo prematuro se ne è andata lasciando tutti sconvolti.
La sua formazione artistica avvenne nella Folkwang Hochschule di Essen, diretta da Kurt Jooss, dove nel 1955 la Bausch si iscrisse, iniziando ad apprendere i rudimenti dell’arte della danza in direzione espressionista. In seguito si trasferì grazie ad una borsa di studio, a New York, dove si iscrisse alla Juillard School of Music, perfezionandosi e lavorando successivamente, in veste di ballerina, sia con il New American Ballet che con il Metropolitan Opera.
Nel 1973 fonda il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. Le composizioni della Bausch iniziano a riscuotere un indiscusso successo, le tourné mondiali la portano a riscuotere riconoscimenti.
Le coreografie della Bausch all’inizio erano ispirate a capolavori della letteratura o del teatro, poi arrivò il momento del suo spettacolo più celebre, Cafe Mueller (1978), composto sulle musiche di Henry Purcell, e da qui la sua carriera fu in ascesa. La Bausch portò innovazioni importanti nel mondo della danza e le sue coreografie furono indirizzate ad esprimere un malessere sempre più forte nei confronti della società consumistica e materialista. Inoltre i lavori con i suoi danzatori erano improntati sul rapporto individuo-società, sull’indagine della psiche e sull’introspezione. Ogni lavoro impegnava non solo il corpo ma anche l’anima di ogni ballerino; la danza diveniva strumento di conoscenza della propria interiorità e momento intimo per entrare in diretto contatto col proprio io, per giungere all’espressione più totale dell’essere, attraverso la resa del movimento corporeo. Oltre alle novità nel movimento e nella rappresentazione l’originalità si è rivelata anche tramite gli elementi che ha inserito in scena.
Quest’anno un suo lavoro è presente al Festival dei due mondi di spoleto, Bamboo Blues con cui ha concluso la sua carriera.
Bamboo Blues: l’ultimo spettacolo di Pina Bausch al festival dei due mondi di Spoleto
La corsa dell’individuo contro il tempo, il cammino per conoscere se stessi, l’incontro con l’altro, lo scontro e poi la riappacificazione, un mondo ricreato attraverso i suoni e le atmosfere della lontana India, che ci fa ripercorrere il viaggio che affrontiamo nella nostra vita. In scena al Teatro Nuovo di Spoleto, in occasione del FESTIVAL DEI 2 MONDI: Bamboo blues, l’ultimo spettacolo della coreografa Pina Bausch, venuta a mancare proprio pochi giorni prima del debutto. Gli sfavillanti colori degli abiti delle bellissime ballerine hanno ricreato il clima esotico di mondi lontani e si sono incontrati con la malinconia del movimento, creato apposta per raccontare storie di vita, drammi individuali e incontri passionali. Lo spettatore è stato trascinato in una foresta di emozioni, e per tutto il tempo ha vissuto con i danzatori l’avventura alla scoperta dell’anima. Prima la donna ha esplorato le sue sensazioni, con movimenti sinuosi ha imprigionato lo sguardo del pubblico in un ballo appartenente ad una dimensione lontana dalla nostra, senza spazio e senza tempo. Poi l’incontro con l’uomo, lui che si è fuso con lei nella danza più suggestiva, per poi andare dalle altre donne ad unirsi con loro, e infine tornare sempre da lei. Ma ad un certo punto la donna va via rassegnata, perché nel gioco delle parti, ben disegnato da Pina Bausch, nessuno vince mai. Si resta in sospeso. I due si cercano ancora nel bosco dei licheni, fra le foglie e i rami dove filtra la luce i loro sguardi si aggrovigliano come cespugli di uno stesso terreno anche se appartenenti a radici diverse. Si incontrano ancora e poi fuggono l’uno dall’altra, per poi ricercarsi per voi volersi, ma nessuno dei due trova sollievo. Si arriva dunque alla lotta fra uomini, quella che esiste dai tempi dei tempi, il forte ha la meglio sul debole, ma poi il debole assiste alla sconfitta del nemico. In questo mondo e quello ricreato attraverso le metafore del corpo, dalle coreografie “bauschiane” e dai suoi danzatori, nessuno è appagato, nessuno trova la propria soddisfazione. La continua ricerca diviene colonna portante di un esistenza senza fine, che si riassume nel viaggio di incontri e scontri, di vittorie e sconfitte, di indagini e scoperte, che sembra concludere con la lacerazione delle carni, ma che in realtà va avanti mediate una riproduzione di eventi già accaduti, inserendosi in un cerchio eterno. Ogni lavoro della Bausch ha coinvolto il corpo e la psiche, il movimento ritmato dal dettato della mente, il proprio essere messo in relazione con la danza. Bamboo blues si fa specchio di una vita che tutti ci ritroviamo a vivere, invade gli occhi e poi trafigge l’anima, rivelandogli ciò che forse rifiuterebbe di vedere, proprio perché la riguarda. Tutto viene rappresentato in un universo che ci appare distante, ma l’India in questo spettacolo non è più un luogo, diviene qualcosa di vicino a noi, allegoria della vita, attraverso profumi, colori e movenze rivela i segreti dell’individuo, parla allo spettatore, perde la sua dimensione terrena e assurge a simbolo che racconta a chi è di fronte a tale epifania. Infatti è proprio come una suggestiva visione che lo spettacolo arriva agli spettatori, destandoli dal torpore della quotidianità e trasportandoli verso il più seducente tragitto dei sensi e dei sentimenti. Il compito dei danzatori stavolta, probabilmente, è stato più arduo del solito, rappresentare un lavoro portandosi dentro il dolore di una perdita così grande, come quella della loro coreografa, che troppo presto li ha lasciati. Tra gli applausi e la commozione di tutti, Pina Bausch ha fatto ancora una volta sentire forte la sua presenza, di lei non ci si dimenticherà mai grazie a quello che ha lasciato e continuerà a vivere proprio grazie alle coreografie che, nate dalla sua geniale inventiva, sono state e saranno rappresentate per portare alto il suo nome ma soprattutto per raccontare tutto ciò che lei ha saputo narrare attraverso la danza e la comunione tra corpo e mente.
(Festival dei due mondi di Spoleto: Bamboo Blues di Pina Bausch); Regia e coreografia: Pina Bausch;Assistenti alla regia: Robert Sturm, Daphnis Kokkinos, Marion Cito; collaborazione musicale: Matthias Burkert, Andreas Eisenschneider; luci:; scenografie:Peter Pabst; costumi:Marion Cito; ballerini interpreti: (Pablo Aran Gimeno, Rainer Behr, Damiano Ottavio Bigi, Clémentine Deluy, Silvia Farias Heredia, Nayoung Kim, Eddie Martinez, Thusnelda Mercy, Cristiana Morganti, Jorge Puerta Armenta, Franko Schmidt, Shantala Shivalingappa, Fernando Suels Mendoza, Kenji Takagi, Anna Wehsarg, Tsai-Chin Yu); teatro e date spettacolo: Teatro Nuovo, dal 4 al 6 luglio 2009; info: Festival dei 2mondi,Spoleto
