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Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America latina

Pubblicato il 18 luglio 2004 da Maria Coletti


Festival del Cinema Africano, d'Asia e d'America latina

A livello mediatico si è parlato molto di Africa nell’ultimo mese, stavolta non solo per denunciare le urgenze umanitarie, politiche e sociali di un continente che potrebbe essere ricco e che è sempre più sfruttato, ma anche per diffondere la consapevolezza che il futuro dell’Africa è anche il nostro futuro. Un’attenzione mediatica sollecitata in gran parte dall’evento, unico in Europa, voluto e patrocinato dal sindaco di Roma Walter Veltroni: Italia Africa 2004. Un evento importantissimo, soprattutto per la visibilità data una volta tanto ai mille volti di un continente per lo più abusato anche dai media. Certo non mi illudo ingenuamente che questo basti. Né condivido del tutto l’impostazione data all’evento, non scevra dalle solite posizioni assistenzialistiche. Mi sarebbe piaciuto ad esempio che al posto della parola “destino” (“Il destino dell’Africa dipende da noi... e il nostro dall’Africa”) ci fosse stata la parola “futuro”, proprio per sfuggire a una visione fatalistica, astorica e deterministica dell’Africa e per sottolineare che si tratta non solo del futuro dell’Africa, ma di quello del pianeta. Come mi sarebbe piaciuto vedere più rappresentanti delle comunità africane in Italia sul palco di piazza del Popolo. Ma si sa, questo fa parte del gioco delle manifestazioni ufficiali e istituzionali. In ogni caso il “popolo” variegato e di mille colori presente a Piazza del Popolo, come alla manifestazione e nei mille luoghi dove si lavora per la promozione delle culture e dei diritti in Africa, è certo ben consapevole di questi aspetti. E del resto uno dei momenti più toccanti della manifestazione del 17 aprile è stato il discorso di Veltroni, di Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio e di Aziz Darif, il consigliere aggiunto al comune, marocchino, eletto come rappresentante delle comunità africane a Roma. Una decisione, quella dell’introduzione di questi consiglieri aggiunti eletti dalle comunità straniere, che certo mette in pratica l’apertura e la sensibilità alle questioni interculturali dimostrate dal Comune. E proprio il discorso accorato e convinto di queste tre persone, insieme alla gioia di tutti i cittadini romani di tutti i colori e di ogni provenienza presenti in piazza, mi ha fatto sentire, per una volta tanto, in questi mesi di tragedia e di guerra, felice di essere italiana. In questo contesto, il Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina di Milano, a marzo, e Panafricana. Le mille Afriche del cinema a Roma, ad aprile, hanno avuto ancora più senso rispetto alle passate edizioni. Due eventi inseriti in un dibattito più grande e, soprattutto, che hanno rappresentato la possibilità di ridare la voce a un’Africa diversa, anzi a mille Afriche diverse, fatte non solo di sofferenza, di guerra, di lotta per la giustizia, ma anche e soprattutto di arte, di bellezza e della lucida volontà di andare avanti e di costruire o ri-costruire con le proprie mani il proprio futuro, a cominciare dalle immagini. Visioni libere di un mondo complesso e sfaccettato troppo spesso appiattito e mortificato dall’informazione (o disinformazione?) internazionale. In questo speciale offriamo dunque un approfondimento sui premi e sulla programmazione del festival di Milano, insieme con la recensione dei film africani, del Concorso o della Panoramica, selezionati per l’iniziativa romana di Panafricana.

[aprile 2004]


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