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Festival del Film di Locarno 2016 - "Correspondências"

Pubblicato il 10 agosto 2016 da Annalaura Imperiali

VOTO:

Festival del Film di Locarno 2016 - "Correspondências"

“Como paredes através das quais
o mundo vemos pelo ser dos outros,
quem vamos conhecendo nos rodeia,

multiplicando as faces da gaiola

de que se tece em volta a nossa vida.
No espaço dentro mas que não depende
do número de faces ou distância
entre elas
nós somos quem nós somos:
só distintos 
de cada um dos outros,
para quem
apenas somos uma face em muitas,

pelo que em nós se torna,
além do espaço
uma visão de espelhos transparentes.
Mas o que nos distingue não existe”.

“Come pareti attraverso le quali
il mondo vediamo con l’essere degli altri,
chi conosciamo ci circonda,
moltiplicando le facce della gabbia
che si tesse intorno alla nostra vita.
Nello spazio dentro, ma che non dipende
dal numero di facce o distanza tra esse,
noi siamo chi siamo: distinti soltanto
da ognuno degli altri, per chi
siamo appena una faccia tra tante,
per ciò in noi diventa, oltre lo spazio,
una visione di specchi trasparenti.
Ma ciò che ci distingue non esiste”.

(Jorge de Sena, Gaiola de vidro;
traduzione: Gabbia di vetro).

Correspondências racconta di Jorge De Sena (Lisbona 1919 - Santa Barbara, California, 1978), noto scrittore portoghese che, come molti altri sia nella propria epoca che oggi (si pensi a Jonas Mekas, su cui sempre qui al Festival di Locarno è stato presentato in anteprima mondiale il nuovo documentario I Had Nowhere to Go durante il primo giorno dell’attuale kermesse svizzera), ha dovuto abbandonare il proprio paese emigrando prima in Brasile e poi negli Stati Uniti. La cosa peculiare, invece, è che non ha mai rimesso piede in Portogallo, e nel corso di questo lungo esilio durato vent’anni, quanto ci mise Ulisse a baciare la propria amata e petrosa Itaca, De Sena ha intrattenuto una profonda, cospicua e continuativa corrispondenza con Sophia de Mello Breyner Andresen (Porto, 1919 – Lisbona, 2004), cosa che testimonia la profonda amicizia fra i due poeti, legati a suon di lettere dense di nostalgia e desiderio di colmare, come dice lo stesso film, “gli anni di distanza con ore di conversazione”.

Se è sicuramente notevole il contenuto dell’opera, tutto incentrato sul dialogo bellissimo - perché fatto di citazioni, ricco di versi poetici e colmo di un fascino antico, come esprime chiaramente la poesia che infatti, non a caso, apre questa stessa recensione - tra i due protagonisti, resi lontani da un destino troppo forte e troppo grande perché si potesse combattere altrimenti, non si può certo dire altrettanto a proposito della sua forma.
Si salvano sicuramente le location e la scenografia, scelte in maniera adeguata alla narrazione; ma per il resto la lentezza assolutamente eccessiva di Correspondências non può non renderlo odiosamente noioso per qualunque spettatore, anche il più intellettuale ed emotivamente preso dall’argomento, a maggior ragione se si considera la lunghezza complessiva del montato finale, che ammonta a quasi due ore e mezza di tempo, nonché gli inserti di spezzoni di film che risultano talmente astratti da non riuscire in alcuna maniera a rendere facile l’intuibilità del loro contorto significato.


CAST & CREDITS

(Correspondências) - Regia: Rita Azevedo Gomes; Soggetto & Sceneggiatura: Rita Azevedo Gomes; Fotografia: Acácio de Almeida, Jorge Quintela; Montaggio: Rita Azevedo Gomes, Patrícia Saramago; Musiche: Alexander Zekke; Interpreti: Eva Truffaut, Pierre Léon, Rita Durão, Anna Leppänen, Luís Miguel Cintra; Produzione: C.R.I.M.; Distribuzione Internazionale: C.R.I.M.; Origine: Portogallo, 2016; Durata: 145’


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