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Festival del Film di Locarno 2016 - "Kaze ni nureta onna - Wet Woman in the Wind"

Pubblicato il 12 agosto 2016 da Annalaura Imperiali

VOTO:

Festival del Film di Locarno 2016 - "Kaze ni nureta onna - Wet Woman in the Wind"

Un ragazzo trasporta un vecchio carretto di legno attraverso una strada sterrata di campagna. Il contrasto tra il suo abbigliamento moderno ed elegante e l’attività che svolge, apparentemente povera e contadina, stride ancor di più se si considera la musica, ritmata e d’ambiente, adatta all’accompagnamento di una scena erotica, che fa da colonna sonora, a tratti, per tutta la durata del film.
Quando si poggia su una panchina al sole, di fronte al mare che si rifrange nel porto, per leggere un buon libro e riprendere fiato, una giovane, procace e particolare ragazza, Shiori, andando in bicicletta si getta di proposito nel mare esattamente di fronte a dove si trova il protagonista, per poi spogliarsi, una volta uscita e lasciata la bici a sprofondare in acqua, rimanendo a torso nudo al vento a strizzarsi la maglietta per farla asciugare prima.
Quando il protagonista se ne va pensa tra sé e sé che si è trattato di un caso assurdo, più unico che raro, e che l’artefice del destino di quella sua giornata sia solo una pazza senza alcun senso. Ma Shiori comincia a seguirlo e poi, da quel giorno in avanti, a perseguitarlo costantemente, non solo cercando di vederlo in ogni occasione possibile e immaginabile, ma, cosa ancora più incredibile, cercando di provocarlo apertamente dal punto di vista sessuale e mostrando sia a lui che a tutti coloro che li circondano, in modo chiaro ed evidente, che la propria vita, da questo punto di vista, è davvero sfrenata.

Questa la trama di Kaze ni nureta onna - Wet Woman in the Wind, lungometraggio giapponese breve e sui generis che, dietro la firma registica di SHIOTA Akihiko, viene presentato nella sezione Concorso Internazionale qui a Locarno 2016.

Ma la cosa più interessante in assoluto, al di là dell’aspetto tendenzialmente pornografico del film, che è ben lungi dal poter essere definito erotico nel senso più profondamente catturante del termine, sta proprio nella scritta apposta dai recensori del Festival sulla presentazione stessa dell’opera: “il film contiene delle scene che possono urtare la sensibilità di alcuni spettatori”. E questa sensibilità la urta Wet Woman in the Wind, sicuramente. Ma non tanto per la gratuità del sesso fatto come sport pur di riempire il tempo, quanto piuttosto con una frase pronunciata dall’attrice protagonista, Shiori, che racchiude al suo interno il senso profondo di un messaggio fastidioso come una mosca che ronza vicino alle orecchie del dormiente nel bel mezzo della notte:“ho sempre pensato di poter essere una brava attrice. Tu non pensi? Stare sotto i riflettori… Immagina che divertimento!”.
Qui c’è tutto. Tutto un universo, evidentemente sia occidentale che orientale, racchiuso in una battuta da parafrasare per sviscerarla fino in fondo.
Perché una donna (e tra l’altro non è l’unica nel film), attrice nella vita così come nel ruolo che interpreta, dai desideri bisessuali e irrefrenabili, dovrebbe mostrare tanta frivolezza e superficialità nell’affrontare l’argomento del lavoro e della missione attoriali, che già di per sé, purtroppo, tanto spesso si associano a realtà sessualmente facili e, proprio per questo, attraenti? E, soprattutto, perché tutto questo dovrebbe essere portato in Concorso Internazionale all’interno di un Festival del Cinema che notoriamente ha una vocazione che sfonda le barriere territoriali attraverso la sua intrinseca capacità di proporre film di altro spessore contenutistico?
Il fatto che si sollevi un tema tanto attuale e altrettanto interessante, soprattutto perché inserito all’interno di un ennesimo film - stavolta assolutamente non occidentale - in cui si mostra nel mondo attuale la grintosa superiorità fisica della donna sull’uomo, rimane spezzato da un forte problema di fondo: non viene data soluzione ad un interrogativo tanto bisognoso di trovare risposte.
L’unica che c’è, infatti, e che da sola risulta assolutamente non soddisfacente, è che, fin dalla notte dei tempi, si perpetua l’idea secondo cui il gioco della lotta corpo a corpo, come mimesi di un’arte marziale, simula la fisicità dell’eros, incontro eccezionalmente calzante fin dai tempi di Ares e Afrodite nella mitologia classica.


CAST & CREDITS

(Kaze ni nureta onna) - Regia: SHIOTA Akihiko; Soggetto & Sceneggiatura: SHIOTA Akihiko; Fotografia: SHINOMIYA Hidetoshi; Montaggio: SATO Takashi; Musiche: KIDA Shunsuke; Interpreti: MAMIYA Yuki (Shiori), NAGAOKA Tasuku (Kosuke), TEI Ryushin, SUZUKI Michiko, NAKATANI Hitomi; Produzione: Nikkatsu Corporation, in co-produzione con SKY Perfect JSAT Corporation & DJANGO FILM Production; Origine: Giappone, 2016; Durata: 77’


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