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FOOLS - di Neil Simon

Pubblicato il 31 maggio 2006 da Alessia Spagnoli


FOOLS - di Neil Simon

Fools è, immeritatamente, una delle piéce di Neil Simon meno conosciute e rappresentate nel mondo.
Per lo stesso autore, più noto per La Strana Coppia o A Piedi Nudi nel Parco (da entrambe le commedie sono stati tratti, difatti, film di successo) questa piéce del 1981 rappresentava una divertente pausa, un’oasi felice - distante temporalmente e per latititudine dalla realtà quotidiana - da altri lavori “più complicati e pesanti”.
Simon la definiva una “favola comica” che possedeva al suo interno appena un “baluginìo di stupidità” e che ti faceva pensare che da un momento all’altro i personaggi avrebbero cominciato a cantare e danzare, come in un qualsiasi musical di Broadway.
Poi, fortunatamente per noi, però, non lo fanno! La ragione del fascino di quest’opera, infatti, sembra risiedere in larga parte nella sua distanza da altri lavori dal coté più “classico”. Qui il commediografo può dar libero corso a tutta la sua fantasia, dato che vengono meno, per la natura stessa dell’opera, tutti quei freni inibitori dettati dall’opprimente e ingabbiante scontro con la realtà.
Inoltre in altre (sue, come di altri) commedie, le battute sono per lo più forzate e “facili”, per così dire, “chiamate”. Qui invece sono tanto ben congegnate che paiono sgorgare con una naturalezza estrema, senza alcuna forzatura: e se ti lasci andare al gioco, è una delizia.
Fools riprende un racconto popolare russo su un villaggio di idioti che Neil Simon riattualizza e rende senza tempo, con arguzia. La commedia si svolge nel villaggio ucraino di Kulyenchikov, vittima di una terribile maledizione da ormai duecento anni. Tale maledizione prevede che ogni abitante del villaggio debba soffrire di una forma senza via di scampo e molto acuta di demenza totale. Qui però non di idiozia si parla, ma di, come dire? “stupidità intelligente”. Simon indaga quel confine sottilissimo fra ilarità di situazioni e dramma dei singoli personaggi. A voler rimanere sulla superficie, difatti, Fools potrebbe apparire esile, per lo più una sorta di commediola romantica. Alla fine, al contrario, le grande domande sollevate sono del genere: può la stupidità preservare dall’infelicità? Si può godere della pienezza dell’amore se si è priv(at)i di profondità di pensiero?
Simon si rifa al classico e supercollaudato (dalla tradizione) schema della commedia degli equivoci, qui però innescati dalla “foolishness” stessa dei personaggi, che non essendo in grado di andare al di là del loro naso, non riescono di conseguenza neppure ad oltrepassare la barriera del significato letterale delle parole (come quella porta-tormentone che si apre in senso contrario rispetto a quello che ti aspetteresti). Di qui scaturisce una riflessione nient’affatto banale sulla natura ingannevole del linguaggio e dei suoi effetti mendaci sulla comunicazione e il rapporto con gli altri. Esilaranti, da questo punto di vista, i duetti/battibecchi/misunderstandings tra i coniugi Zubrinsky, i personaggi più riusciti della piéce e i più apprezzati dal pubblico (bravissimi Sergio Montanino e Désirèe Tortorici).
D’altro canto l’abilità di Neil Simon con dialoghi e tempi comici è universalmente riconosciuta. Ne renderebbe perfettamente conto, da sola, la surreale e pirotecnica scena del matrimonio finale si susseguono, giusto per rendere conto del ritmo forsennato della piece, un’adozione, un divorzio, un matrimonio e una morte in famiglia nella stessa notte! Tutto, però, avviene unicamente sul piano verbale, insito cioè, in quelle infinite possibilità della lingua che Fools indaga sottopelle.
La Compagnia DoveComeQuando privilegia una messa in scena estremamente fresca e vitale, che trasmette un contagioso buonumore, a cui non fa difetto però neppure un ambito di acuta riflessione e di più attenta meditazione su quegli stessi inserti problematici presenti nella pagina scritta di Simon, resi ottimamente attraverso cambi di luce più livide, in cui la commedia più epidermica sembra cedere il passo, al dramma e all’universalizzazione di situazioni e personaggi.
Come a dire: pochi mezzi, ma molte idee felici.

di Neil Simon
(in scena al Teatro delle Muse, il 30 e 31 maggio 2006, ore 21)

Traduzione: M.Romei, F.Fioravanti, P.Loreti, P.Quartullo; Regia: Pietro Dattola; Aiuto Regista: Alfonso Germanò; Interpreti: Carmelo Dragotta (Leon), Flavia Germana De Lipsis (Sophia), Sergio Montanino (Dottor Zubrinsky), Désirèe Tortorici (Lenya), Pietro Dattola (Conte Gregor), Alessandro Marrone (Magistrato Kupchin), Valentina Baglieri (Yenchna), Roberto Lato (Mishkin), Laura Toro (Snetsky); Direttore di Scena: Il pupazzo Mimmo; Tecnico Audio e Luci: Joseph Gallo; Scenografia: Mary Tricarico; Elementi di Scena: Alessandro Marrone, Chiara Benucci; Costumi: Valentina Baglieri, Flavia Germana De Lipsis; Arrangiamento Musiche: Irina Curca; Fonico: Alessandro Mascia;

Per info e biglietti:
3299653524/32001185789
dovecomequandoteatro@tiscali.it


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