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FOTOFINISH

Pubblicato il 20 novembre 2003 da Alessandro Borri


FOTOFINISH

Lo spunto per il nuovo volo pindarico del duo MastRezza, a cinque anni da Io, è uno studio fotografico aduso ai traffici con la metafisica e teso alla rappresentazione dell’irrappresentabile. Ma basta un minimo scarto mentale, e dietro e davanti i consueti teli della scena post dada allestita dalla Mastrella, Rezza si trasforma in men che non si dica al seguito dei suoi vertiginosi processi associativi e in sincrono con la funzionalità polimorfica degli oggetti di scena (che si fanno di volta in volta stendardo e camera oscura, bicicletta e torre tascabile antiterrorismo), corteggiando basse questioni politiche di provincia, stilizzando routine lavorativa e problematiche abitative, finendo in ospedale o colto da raptus di patriottismo erettivo, salvo concedersi sporadici siparietti omoerotici col tuttofare Armando Novara, o esilaranti denudazioni ermafrodite. Il tutto dinamizzato da una performance fisica inesausta, che trova la sua forma elettiva nella corsa circolare, la più memorabile quella dell’olimpiade delle suore, con tanto di zoomate virtuali sottolineate dai cambiamenti di scala del crocifisso brandito come un testimone (e col Cristo ribattezzato “cittadino funambolo”). La proliferazione immaginativa - smascherata con mossa straniante verso la fine - si rivela come manovra diversiva per aggirare la solitudine che prende lo schizofrenico performer nei suoi spazi miniaturizzati, dove si esplica la messa a nudo di un disagio interiore vieppiù lancinante. E man mano, tra fiammate iconoclaste bunueliane e escursioni nel puro nonsense, i paradossi esistenziali sviscerati da Rezza coi suoi lineamenti scolpiti nell’assurdo certificano che la sua comicità è intrisa di un frenetico “essere per la morte”: morte continuamente evocata, e che trova la sua catarsi in un gioioso massacro di cui si fa complice il pubblico, ad opera di una polizia sadica e libidinosa che sa tanto di post-Genova. Giusta apoteosi di un teatro corporeo e cerebrale che sa calarsi nel proprio tempo senza mai rischiare il didascalismo satirico, ma per forza di scavo anarchico nelle strutture sociali e di pensiero della contemporaneità.

[novembre 2003]

Cast & credits:

Mai scritto da Antonio Rezza Regia: Flavia Mastrella, Antonio Rezza; allestimento scenico: Flavia Mastrella; interpreti: Antonio Rezza, Armando Novara; produzione: Compagnia Piera Degli Esposti.


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