François Ozon: Torno a raccontare l’adolescenza
Ozon torna in concorso al Festival di Cannes con Jeune & Jolie (Young and Beautiful), film che racconta con delicatezza la storia di Isabelle (la scoperta Marine Vacth), diciassettenne che dopo aver perso la verginità inizia a prostituirsi.
Francois, dopo anni sei tornato a trattare il mondo dei teenager...
François Ozon: Avevo già trattato questa tema in precedenza, anche se poi ho preferito focalizzarmi su personaggi più maturi. Ma avevo voglia di confrontarmi nuovamente con questo argomento. Sinceramente credo che in molto cinema francese ma anche straniero l’adolescenza sia piuttosto idealizzata. Io dell’adolescenza ho un ricordo abbastanza doloroso, per cui volevo affrontare il tema con più distanza. In Jeune et Jolie ho cercare di fare il ritratto realistico di una giovane ragazza, anche se poi il mio stile è molto impressionista, infatti ho deciso di dividere il racconto nelle quattro stagioni, abbinando ad esse quattro canzoni differenti.
Marine, come hai lavorato sul tuo personaggio?
Marine Vacth: Del personaggio ho apprezzato subito i suoi silenzi, la distanza con le altre persone. Parla poco, non si scusa mai, vuole solo vivere la sua età e ciò che prova momento per momento. Con Francois abbiamo fatto divesi test, e anche con gli altri attori con i quali ho lavorato con molta semplicità.
La forza del film sta nel suo grande equilibrio, nella giusta distanza dai personaggi. Come ha trovato questa distanza?
François Ozon: Ho lavorato molto su questo sia in fase di scrittura, sia in fase di riprese che in quella di montaggio. In generale io cerco sempre di trovare la giusta distanza, di non spiegare troppo e di non dare giudizi, perché credo che lo spettatore debba farsi le sue interpretazioni. Io non voglio dare troppe chiavi per la lettura al pubblico, però mi piace invece offrire dei punti di vista. Il personaggio di Isabelle nel film è infatti visto attraverso gli occhi della madre, del fratellino e del patrigno.
Perché nella scena in cui Isabelle perde la verginità ha scelto di inserire l’immagine di lei stessa che vede la scena dall’esterno?
François Ozon: Innanzitutto era un modo per anticipare la doppia vita, la doppia personalità del personaggio. E poi credo durante la prima volta si è tutti presenti ma anche un po’ assenti.
Marine com’è stato passare dalla moda al cinema? Continuerai a fare l’attrice?
Marine Vacth: Io mi considero sempre e comunque una modella. Quest’esperienza per me è stata stupenda e mi ha dato molto, ma non credi segni per me un passaggio da modella ad attrice. Ciò non toglie che mi piacerebbe comunque continuare a recitare.
François, come ha scelto Marine?
François Ozon: Ho fatto moltissimi provini. Alle attrici che si presentavano facevo sempre recitare la scena della stazione di polizia. Quando mi sono trovato davanti Marine, l’ho vista molto realistica nel ritrarre il personaggio. Nei suoi occhi vedevo un mondo, un mistero, ed era quello che cercavo. Ho pensato: "è quella giusta". E le ho dato subito la sceneggiatura.