L Come Alice è un titolo che lascia perplessi: incongruente e assurdo, racchiude tutto il senso della messa in scena diretta da Nexus e interpretata dalla brillante Laura Garofoli.

L’avventura della bambina nata dalla penna di Lewis Carroll è riproposta al pubblico del Fringe Festival in una rilettura dal sapore steampunk; dal classico letterario, del quale si individuano con facilità i tratti caratteristici, si passa ad alcuni escamotage tecnologici che arricchiscono la messa in scena e le conferiscono un tocco innovativo. Alice appare alla platea come un automa, chiamata a vivere dal ripetitivo rintocco delle innumerevoli sveglie presenti sulla scena; l’attrice si muove in modo scattante e articola i suoi spostamenti alternando la declamazione di quello che possiamo definire un lungo monologo, portato avanti fin dall’inizio della pièce, e fasi dello spettacolo il cui protagonista è il video. La commistione tra presenza fisica dell’attore e proiezione video permette inoltre l’interazione tra i due elementi, come accade nel caso in cui la protagonista appare come il personaggio di un videogame, intenta a battersi contro un nemico invisibile la cui sconfitta ci è suggerita dalla schermata. Alice è fuori da ogni riferimento spazio temporale, disorientata e privata dell’uso corretto del linguaggio. La ragazza dimentica i nomi degli oggetti e si scontra con un nuovo e fantasioso idioma che espone al pubblico in un’esibizione frizzante e coinvolgente. La trama dello spettacolo si conclude con un ennesimo salto tematico, un omaggio allo scrittore francese Antoine Artaud; il riferimento è relativo alla traduzione artaudiana di Alice in Wonderland. L’artista dichiara di sentire l’opera come sua al punto da affermare di essere stato egli stesso, in una vita precedente, autore del racconto.

L come Alice è uno spettacolo originale, che il pubblico del Fringe Festival ha accolto con calorosi applausi. L’interprete Laura Garofoli porta avanti la messa in scena con abilità recitativa e padronanza del ruolo.