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Giffoni Film Festival 2016 - Fly Away Home

Pubblicato il 18 luglio 2016 da Minerva Romana

VOTO:

Giffoni Film Festival 2016 - Fly Away Home

Vienna, 1945. La polveriera del conflitto mondiale terminato nel ’45 e l’occupazione russa vengono visti attraverso gli occhi innocenti di Christine, nove anni. La bambina, nonostante la dinamica di vita in cui si trova, si muove con curiosità e senza paura di fronte ai pericoli del mondo esterno: i bombardamenti per lei sono affascinanti giochi di polveri, ombre e rumori; i soldati del fronte sovietico che vengono a stabilizzarsi nella casa dove lei e la sua famiglia si rifugiano in campagna sono grandi pupazzi armati che le sorridono con tenerezza; le azioni violente che vengono esercitate anche in sua presenza sono strani comportamenti degni di un film da guardare, piuttosto che di una realtà nuda e cruda con cui trovarsi a fare i conti.

Nata nel 1970 a Vienna, Mirjam Unger, regista e co-sceneggiatrice di Fly Away Home, dopo aver studiato regia all’Università di Musica e Spettacolo di Vienna ha cominciato da subito a lavorare, ancora giovanissima, e ha ricevuto numerosi premi per i suoi cortometraggi Nachricht von H., Speak Easy e More or Less, tutti presentati in diversi festival internazionali con considerevole successo di critica e pubblico. Dal 2000 in poi, una volta diventata ufficialmente regista e sceneggiatrice indipendente, ha cominciato ad improntare la sua cifra stilistica su piani e campi lunghi e stabili. Tecnica, questa, che emerge chiaramente nel suo ultimo film, Maikäfer flieg, che, infatti, nonostante tratti un tema importante e ricco come quello della Seconda Guerra Mondiale, pecca di una pesantezza narrativa eccessiva e un po’ pedante, senza dare sprazzi di vera poesia emotiva.

Una riflessione è d’obbligo, però, in Fly Away Home così come in tutti i film che usano come protagonisti i bambini: colpisce enormemente, infatti, la bravura di questi piccoli grandi campioni dello schermo che riescono a catalizzare l’attenzione dello spettatore in un primo piano e a far concentrare su di sé tutta l’attenzione del pubblico. Dal biopic ed epic movie di Bernardo Bertolucci, The Last Emperor (1987) al più recente Le passé (2013) di Asghar Farhadi, i cosiddetti Enfants Prodiges lasciano di stucco per la loro capacità di muoversi a proprio agio come animali da palcoscenico, come se il mondo del set fosse una meravigliosa giostra volante i cui cavallucci rappresentano esattamente il loro ideale mezzo per sposarsi andando di volta in volta, e a seconda delle esigenze, al passo, al trotto o al galoppo. E così, allo stesso modo, l’idea di essere esattamente nel suo la dà anche Zita Gaier, questa Christine dallo sguardo al contempo vivo e vissuto: vivo perché intensamente giovane e pronto a mordere il presente e il futuro; vissuto perché la dinamica della guerra non può non far crescere chiunque ci passi attraverso, senza distinzione di sesso, religione, condizione socio-economica ed età.


CAST & CREDITS

(Maikäfer flieg) - Regia: Mirjam Unger; Soggetto: tratto dal libro di Christine Nöstlinger; Sceneggiatura: Sandra Bohole, Mirjam Unger; Montaggio: Niki Mossböck; Musiche: Eva Jantschitsch; Scenografia: Katharina Wöppermann; Costumi: XXX; Interpreti: Christine (Zita Gaier), Madre (Ursula Strauss), Padre (Gerald Votava), Sorella (Paula Brunner), Nonna (Krista Stadler); Produzione: Gabriele Kranzelbinder per KGP KRANZELBINDER GABRIELE PRODUCTION GmbH; Distribuzione in Italia: Wanted Cinema; Origine: Austria, 2016; Durata: 109’



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