Ginger & Rosa
Due bambine nate il giorno dello scoppio della bomba atomica su Hiroshima si ritrovano amiche del cuore nella Londra del 1962. Ginger è una diciassettenne non ancora donna e non più bambina. I genitori, due attivisti che marciano e lottano contro l’armamento nucleare si dividono tra educazione tradizionale, quella impartita dalla madre, ed educazione libera e autonoma, che il padre sostiene in maniera convinta. Inutile dire che Ginger finisca così per stravedere per quest’ultimo ed iniziare un conflitto aperto con la "severa" genitrice rea ai suoi occhi di aver abbandonato passioni e convinzioni per trasformarsi nel classico angelo del focolare. Le cose cambieranno quando la ragazza (una straordinaria Elle Fenning) vedrà il padre iniziare una relazione con Rosa, la sua migliore amica. Che sia troppo presto per dire definitivamente addio all’infanzia?
Sally Potter ci racconta una storia a metà strada tra il romanzo di formazione e la commedia sofisticata che nonostante l’ottimo cast a disposizione e la pregevole realizzazione tecnico/formale, risulta a lunghi tratti noiosa e dalla scrittura piuttosto approssimativa approssimativa. L’idea iniziale, mostrare lo scoppio della bomba atomica e il grosso cambiamento che portò a livello di tensioni politiche e sociali, era molto interessante ma col passare dei minuti si perde trasformandosi in un orpello quasi inutile. La metafora delle due ragazze venute al mondo quello stesso tragico giorno come se dovessero in qualche modo rappresentare la nascita di una nuova speranza per l’umanità sembra a dir poco forzata e l’egoismo, l’istinto di sopravvivenza e la voglia di "normalità" che alla fine cancella ogni velleità di cambiamento sociale, sembra un motivo troppo debole per scomodare il dramma di Hiroshima.
Ciò non vuol dire che il film non possegga al suo interno alcune idee e personaggi notevoli (su tutti i tre attivisti/intellettuali interpretati da tre mostri sacri come Timothy Spall, Oliver Platt e Annette Benning) ma che finisce per banalizzare un’idea che sulla carta poteva e doveva essere utilizzata meglio. Un giorno ci si sveglia con la volontà di cambiare il mondo e dopo un po’ con quella di cambiare la macchina. Questa è la massima sulla quale si basa tutto il film e sulla quale Sally Potter costruisce la sua regia minimalista, fatta di primi piani, particolari e dettagli in cui un silenzio o uno sguardo possono far trasparire più di mille dialoghi. Purtroppo però questa sua abilità non viene sfruttata la meglio e nonostante le ottime performance di tutto il cast, il film non regge e si sfalda quasi completamente tranne che nel bellissimo prefinale (reso quasi inutile dal banalissimo finale) in cui tutti e sette i bravissimi attori regalano una prova magistrale per intensità e bravura.
(Id.) Regia e sceneggiatura: Sally Potter; fotografia: Robbie Ryan; montaggio: Anders Refn; musica: Amy Ashworth; interpreti: Elle Fanning, Christina Hendricks, Annette Bening, Alice Englert, Timothy Spall, Oliver Platt, Alessandro Nivola; produzione: Adventure Pictures,BBC Films, British Film Institute (BFI), Det Danske Filminstitut, Media House Capital, Miso Films; origine: UK/Danimarca/Canada/Croazia; durata: 90’.