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Giorno di saldi

Pubblicato il 31 marzo 2008 da Rebecca De Pas


Giorno di saldi

Teatro Anfitrione - Roma - dal 25 marzo al 6 aprile.
In certi periodi dell’anno, mentre si passeggia per le strade di qualsiasi città, si possono notare lunghe file di persone impazienti e spesso e volentieri isteriche, che attendono con ansia il loro turno. Ci avviciniamo per vedere cosa stia succedendo e notiamo la scritta “Saldi” sulle vetrine dei negozi. Automaticamente comprendiamo che il caos in strada è determinato dal rito collettivo del giorno dei saldi, che celebra la nostra società frenetica, consumista, materialista. Questo sembra essere lo spunto di riflessione che ha portato Gerard Dariér a concepire un’opera semplice ed efficace, che mettesse a nudo le contraddizioni e le ipocrisie dell’uomo contemporaneo.
Al di là di un approccio basato sulla classica commedia degli equivoci, in cui scambi di persone, incastri e giochi di parole fanno da padroni incontrastati, la commedia di Dariér ha un linguaggio diretto e senza troppi fronzoli. L’unico ostacolo nell’affrontare un lavoro carico di sottile ironia tutta francese come Giorno di saldi, potrebbe essere quello di non riuscire a ricreare il turbine di eventi e di piccole tragedie, borghesi e non, che gravitano intorno alla boutique del povero signor Matallo, specchio di un uomo costretto a cedere a qualsiasi tipo di compromesso pur di continuare ad avere il suo ruolo nella società. La commedia, ricca di personaggi caratterialmente diversi fra loro e allo stesso tempo trascinati dalle medesime passioni, ha ritmi serrati, intrecci di storie, raffiche di impietosa ma discreta caricatura del nostro mondo. La regista Francesca Draghetti, che continua intelligentemente a proporre commedie di autori poco conosciuti in Italia, aggiunge dinamismo e trovate comiche che impreziosiscono e, allo stesso tempo, rendono più fruibile il testo di Dariér ad un pubblico non francese.
Un’ulteriore nota positiva è sicuramente rappresentata dai giovani attori in scena. In un momento critico per lo spettacolo italiano, non possiamo certo negare che i buoni attori non esistano. In un periodo in cui i nostri talenti sono costretti ad emigrare o ad essere schiacciati dall’ombra oscura della squallida moda di portare a teatro spettacoli di matrice televisiva (ogni riferimento alle recenti produzioni del teatro Brancaccio non è puramente casuale), non possiamo di certo affermare che una nuova generazione di interpreti capaci non esista affatto. In linea con gli intenti dell’autore della piéce, i sette attori in scena interpretano tredici personaggi. Il loro punto di forza risiede proprio nella capacità di sapersi trasformare e reinventare in un turbine di cambi e di interpretazioni spesso macchiettistiche ma indubbiamente efficaci. La qualità di una compagnia composta da attori dalle caratteristiche eterogenee, si riflette in questa nuova produzione così come era stato per il precedente spettacolo messo in scena da Francesca Draghetti, Terapia di gruppo, in programma nei teatri di mezza Italia lo scorso anno.
Privo di pretese intellettualistiche e forte di un’ironia tutt’altro che triviale, Giorno di saldi è un lavoro che pone le sue basi proprio sul dinamismo di una sapiente messinscena e sulle solide interpretazioni di giovani attori affiatati e pronti a dimostrare, anche in questa circostanza, che il teatro italiano non è affatto morto e sepolto ma, al contrario, vivo e pronto a seppellire a sua volta chiunque stia facendo il possibile per negarlo.


Regia: Francesca Draghetti; sceneggiatura: Gerard Darier (traduzione di Antonella Questa); interpreti: Gerry Gherardi (Bernard Matallo), Federica Picone (Irene Matallo, Georgette, Denise), Alessandra Sani (Simone), Ughetta d’Onorascenzo (Anne, Sylviane, Sophie), Giuseppe Abramo (Maillard, Il deputato), Michele Botrugno (Laurent Matallo, Georges Lebole), Gabriele Sisci, Simone Crisari (Frederic Felicier); aiuto regia: Laura Monaco, Gabriele Sisci; scene e luci: Kasbah; produzione: ERAS


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