X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Girl Model

Pubblicato il 31 ottobre 2011 da Azzurra Petrungaro

VOTO:

Girl Model

Siberia. Uno scarno paesaggio industriale si mischia alla steppa innevata. Un brusco stacco ci porta dentro una sala affollata da adolescenti in bikini, provengono da ogni parte della Russia. Ordinatamente in fila, tese imbronciate e un po’ annoiate aspettano il loro turno. Ad attenderle ci sono i talent scout delle agenzie di moda che con metro, macchinetta fotografica e videocamera le osservano, le scrutano e le valutano. Sono giovani, anzi giovanissime. Dai 12 anni in su. Così le vuole il mercato, soprattutto quello nipponico, come ci spiegherà Ashley. Lei è una ex modella, ora scopritrice e selezionatrice di volti nuovi per la Switch Models, agenzia di moda giapponese. Ashley e le sue criptiche confessioni saranno la nostra guida all’interno del caotico mondo dei casting, le sue parole ci aiuteranno a discernere la verità, in un universo effimero fondato su illusioni, false promesse e speranze sfruttate.
Corpi bianchi e magrissimi si riflettono negli specchi della sala dove avviene la selezione. Ci sarà una sola vincitrice. E’ lei che i giovani registi, A. Sabin e D. Redmon, decidono di seguire. Si chiama Nadya, ha 13 anni, vive con i suoi genitori, sua nonna e i suoi fratelli in una modestissima casa di campagna nei pressi della città di Novosibirsk. La vittoria al concorso le permette di ottenere un ingaggio con la Switch Models, di trasferirsi quindi a Tokyo e assicurarsi ben due lavori che prevedono una remunerazione immediata di 8000 dollari. Un sogno per la famiglia di Nadya.
L’obiettivo, discreto e mai invasivo, segue la ragazza, alternando immagini fosche a riprese sgranate, primissimi piani e dettagli del corpo, fornendo al documentario una forte impronta di umanità. Nadya arriva a Tokyo, non parla ovviamente giapponese ma non conosce neanche una parola d’inglese. Si sistema in un appartamento molto poco accogliente nella grande metropoli. E’ legata ad un contratto in cui si dice chiaramente che se ingrasserà di un centimetro verrà rispedita a casa, senza possibilità di appello. Stretta da una straziante nostalgia di casa e un pavido spaesamento, passa i giorni successivi al suo arrivo tra innumerevoli casting e servizi fotografici che non le verranno mai pagati e che la costringeranno a tornare a casa in una situazione di debito con l’agenzia.
Avidità, solitudine e spregiudicatezza, sono le costanti che accompagnano e contraddistinguono ogni singola ripresa.. Una struttura circolare domina la composizione del documentario, la vita da modella raccontata da Ashley, poi quella ripresa di Nadya e verso la fine del film conosciamo anche Maria. Comprendiamo che seguirà il loro stesso destino, il ripetersi di questo meccanismo cinico e spietato, inevitabile poiché fondato sul bisogno generato dalla povertà. L’opera dei due registi è una lucida fotografia di un sistema amorale, che recluta ragazzine mai abbastanza giovani per offrirle ad un mercato corrotto e crudele, ipocritamente coperto dai dorati drappi del fashion business, che illude, sfrutta e segna indelebilmente le giovanissime vite disagiate delle sue vittime.


CAST & CREDITS

(Girl Model) Regia: David Redmon, Ashley Sabin; sceneggiatura: David Redmon, Ashley Sabin; fotografia: David Redmon, Ashley Sabin; montaggio: David Redmon, Ashley Sabin; musica: Matthew Dougherty, Eric Taxier; produzione: Carnivalesque Films; origine: Stati Uniti; durata: 78’.


Enregistrer au format PDF