Good Vibrations

Nell’Irlanda del Nord funestata dal conflitto armato con il governo britannico, a Belfast, c’era chi si rifiutava di essere partigiano nell’opposizione tra cattolici e protestanti. In quegli anni a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta esplodeva il fenomeno del punk e l’Inghilterra era diventata di nuovo il centro propulsore di un movimento musicale che avrebbe conquistato tutto il mondo. Terri Hooley, vero fondatore dell’etichetta discografica Good Vibrations, sin dagli anni Sessanta aveva avuto a cuore solo la musica: faceva i DJ in un locale di Belfast, per poi veder svanire tutto il mondo che conosceva con l’avvento dei "Troubles".
Il film di Lisa Barros D’sa e Glenn Leyburn, Good Vibrations appunto, inizia con la decisione di Terri di aprire un negozio di dischi nella via più pericolosa della capitale nordirlandese, proprio nel periodo in cui le bombe scoppiavano ad ogni angolo di strada.
Ma la clientela scarseggia: il protagonista è rimasto agli anni d’oro dei Rolling Stones e del reggae e non capisce perché tutti abbiano voltato le spalle alla sua passione. Finché non assiste al concerto di un gruppo di ragazzi, Rudi and the Outcasts, e capisce che la musica sta andando in una nuova direzione.
Da quel momento in poi, diventa il mentore del movimento punk nordirlandese e decide di produrre questi nuovi prodigi del rock’n’roll fondando un’etichetta. Il successo arriva quando il leggendario DJ londinese John Peel passa alla radio Teenage Kicks, scritta da degli altri pupilli di Hooley, gli Undertones. Eppure resta il problema dell’entusiasta produttore improvvisato di Belfast: la sua incapacità di gestire gli affari, dato che vende i diritti sulla canzone più famosa del momento per 500 sterline e una foto autografata delle Shangri-Las. Un’incapacità che i registi ci raccontano, romanticamente, come espressione del suo spirito intrinsecamente punk.
Classica biopic un po’ romanzata, Good Vibrations è una commedia che ha però come sfondo una tragedia. E ce lo ricordano i tanti filmati d’epoca inseriti a scandire la narrazione, le fughe da Belfast, la paura di chi resta, le continue esplosioni e lo stupore di un soldato quando apprende che in uno dei gruppi di Terri ci sono ragazzi provenienti da tutte le zone della città che convivono pacificamente.
Un buon film, che indulge forse un po’ troppo nell’idealizzazione sentimentaleggiante di una vicenda e dello “spirito punk”; cosa che però si può facilmente perdonare in vista del sincero affetto per un gruppo di persone che in tempi molto bui indicavano la via per il reciproco rispetto.
(Good Vibrations) Regia: Lisa Barros D’sa e Glenn Leyburn; sceneggiatura: Colin Carberry, Glenn Patterson; fotografia: Ivan McCullough; montaggio: Nick Emerson; scenografia: Derek Wallace; interpreti: Richard Dormer (Terri), Jodie Whittaker (Ruth), Liam Cunningham (Davy), Adrian Dunbar (Andy); produzione: Canderblinks Film & Music Revolution Films, Treasure Entertainment Production; origine: Regno Unito, Irlanda; durata: 97’.
