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How to Die in Oregon

Pubblicato il 1 novembre 2011 da Azzurra Petrungaro

VOTO:

How to Die in Oregon

Dal 1999 nello stato americano dell’Oregon è possibile porre fine legalmente alla propria vita, attraverso la pratica del suicidio assistito. In farmacia si può acquistare l’occorrente per preparare il composto biancastro che, ingerito lentamente, traghetta il paziente verso un coma senza ritorno.
L’organizzazione no profit Compassion&Choices supporta i malati terminali che decidono di ricorrere a questa pratica. Sono le loro storie, i loro occhi, a riempire con pudore le inquadrature del film. Grazie a Peter Richardson e al suo How to Die in Oregon li conosciamo di persona, nei momenti che precedono la loro fine programmata, alla quale assistiamo attoniti. Ricorrono all’unica opportunità che gli permette di riacquistare il controllo delle loro vite e soprattutto di conservarne la dignità. Tutto ciò può avvenire solo attraverso la facoltà di scelta. Questo è il diritto più importante che la Right to Die Law garantisce loro. Roger come Gordon, Barbara come Ray, tutti anziani accomunati dall’impossibilità di vivere una serena vecchiaia, intrappolati in un corpo malridotto che non risponde più all’intatta lucidità delle loro menti. Ma ovviamente il dramma della malattia non è solo triste appannaggio di chi è in età avanzata, così durante il documentario si snoda la vicenda di Cody Curtis, 54 anni, moglie e madre amatissima. Il suo volto grazioso insieme al suo sorriso disarmante testimoniano l’animo tenace e la dissacrante ironia, con cui la donna fronteggia il suo destino. Braccata da un incurabile cancro, trascorre i suoi giorni vivendone a pieno ogni minuto, supportata dalla sua famiglia e dai suoi amici. I momenti di sconforto e angoscia non mancano di certo, ma Cody possiede un’allegria e una vivacità sbalorditive. Non si arrende al trascorrere del tempo, non vuole darla vinta alla malattia, così anche lei ricorre al suicidio pianificato. Osserviamo i suoi ultimi istanti di vita, dal suo amato giardino, mentre il buio abbraccia la sua abitazione e dietro le tende bianche del soggiorno, ondeggiano le ombre della sua famiglia, che senza mai lasciarla sola, le fa compagnia mentre si congeda dalla vita. In questo documentario si assiste direttamente alla morte, attraverso lo sguardo oggettivo della macchina da presa, che in modo impercettibile è sempre presente. Richardson documenta quanto atroce e complicato sia avere un parente in condizioni terminali, di quanto il diritto al suicidio restituisca ai malati la dignità, una volta riottenuto il potere decisionale sulle loro esistenze.


CAST & CREDITS

(How to Die in Oregon) Regia: Peter D. Richardson; fotografia: Peter D. Richardson; montaggio: Greg Snider, Peter D. Richardson; musica: Max Richter; produzione: Clearcut Productions; origine: Stati Uniti; durata: 107’.


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