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I racconti delle grandezze

Pubblicato il 17 marzo 2008 da Valentina Casadei


I racconti delle grandezze

Roma, Teatro Furio Camillo - I racconti delle grandezze di Mariangela Gualtieri è composto di brevi narrazioni dense ed intense; potrebbero essere definite come piccole storie che sembrano muoversi nei territori della fiaba, ma il loro "c’era una volta" ci consegna apologhi che vorrebbero trascendere quei territori fatti di storie dalla forma troppo semplice. Sono, questi racconti, leggibili a più livelli e assimilabili a più livelli di comprensione, proprio come le favole; ma qualsiasi lettura noi si dia a questi brevi racconti, essa non può eludere la forte potenza delle immagini evocate. Immagini niente affatto rassicuranti, oscure come il limite tra cui si muovono, tra bene e male, tra i confini umani e la fuga verso l’assoluto.

Mariangela Gualtieri decide di offrire i propri Racconti delle grandezze a Valerio Gatto Bonanni e alla compagnia dei SemiVolanti. Ne vien fuori una complessa sfida ai modi del loro fare teatro, per loro che il teatro lo rivolgono consapevolmente ad un pubblico di ragazzi. Di vera e propria sfida si tratta, perché la forza del racconto non si perda, ma, al tempo stesso, resti fruibile da un pubblico non adulto, perché risulti anche ai ragazzi coinvolgente, ma, soprattutto, convincente. Perché i preziosi testi della Gualtieri avrebbero potuto essere un’arma a doppio taglio: abbastanza complessi per svegliare le menti di un’infanzia o adolescenza sottostimate dalla nostra cultura dominante, ma, al contempo, troppo scuri od ostici per un pubblico di bambini e ragazzi che non siano già pronti a lasciarsi andare al pensiero e, quindi, già un poco "svegli".

Valerio Gatto Bonanni la sfida la raccoglie e la vince con i mezzi del teatro, da bravo cantastorie, tesse la tela in cui lo spettatore possa cadere, dispone attraverso le possibilità espressive del teatro una ben studiata trappola per rapire i nostri sensi, e suonando la sua campana come un banditore che scuote le folle e cattura in maniera semplice e diretta l’attenzione. I racconti delle grandezze diventano tessuto spettacolare fecondo per i SemiVolanti.
Musica - in parte suonata dai performer -, luci e corpi in movimento: tre cose che possono esser tutto e niente, ma che nella combinazione giusta non permettono, neanche a volerlo, di essere ignorate, non permettono voli della mente lontano dalla sala, al quotidiano, alla vita, alle preoccupazioni altre rispetto a quello che avviene lì e allora. Un montaggio delle attrazioni perfetto permette a questa triade comune e disarmante di costruire un sentiero solido e concreto al nostro viaggio nello spettacolo, una costruzione delle azioni sceniche ritmicamente intesa, in cui indugi e false piste non sono previste. Le due attrici Serena Brindisi e Sabina Laghi, così diverse così uguali, una morbida e sinuosa narratrice e l’altra invece un energico folletto stilizzato, già costituiscono di per sé un binomio ritmico, un battere e un levare, le cui azioni combinate, nel loro continuo contrastarsi, fanno emergere una forza creativa, che è in-tensione, intenzione del fare e del narrare.
Attrici esperte nel loro essere tali, coscienti del fatto che l’espressione che le compete, non è la sola declamatoria, coscienti del fatto che per esprimersi l’attore non ha che il suo corpo, che è ossa, muscoli, corde vocali, occhi; che è totalità dell’agire.
Ed è facendo, agendo, che si può davvero sperare di coinvolgere, perché se la parola sfugge è fraintesa, non intesa, il corpo non mente, non mentono i ricettori, non mentono i neuroni. I SemiVolanti vincono la loro personale sfida e inoltre offrono una lezione alta sul teatro, sul teatro che è agire in presenza.


I racconti delle grandezze di Mariangela Gualtieri; regia : Valerio Gatto Bonanni; attori : Serena Brindisi, Sabina Laghi, Valerio Gatto Bonanni; produzione : Teatro Valdoca, progetto Officina Valdoca in collaborazione con i SemiVolanti


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