"Il bello degli animali è che ti vogliono bene senza chiedere niente" al Festival Teatri di Vetro

Rodrigo Garcia fa visita al festival TEATRI DI VETRO 2010, fortunata rassegna giunta quest’anno alla sua quarta edizione. Il bello degli animali è che ti vogliono bene senza chiedere niente è il titolo che il drammaturgo/regista spagnolo ha dato alla sua piéce, e che la Compagnia IMARGINI ha interpretato in occasione della rassegna più celebre del Teatro Palladium. La piéce come le altre contiene un messaggio provocatorio, intenso, di scomoda verità, che parla al suo pubblico affrontando argomenti inerenti alla vita e alla morte, ma anche a molto altro.
Tre uomini e una donna sono in una stanza, si guardano e si parlano, ma non capiamo se si conoscono oppure no. Sono in attesa di qualcosa, una visita medica o un provino per uno spettacolo? Difficile dirlo. Sappiamo che hanno un numeretto e che quando quel numero viene chiamato, o meglio, a loro sembra che venga chiamato, ognuno di loro balza in piedi. Durante l’attesa però si svolge il vero contenuto dello spettacolo, un attesa che si fa terreno di argomenti svariati, sulla vita, sulla morte, sugli animali, sul senso vero delle cose che fanno parte dell’esistenza. Se è vero, come sosteneva Leopardi, che l’attesa è il momento migliore della nostra vita, in questo caso l’aspettare si fa anche occasione per riflettere sulla vita. “ Con Garcia i miti contemporanei vengono messi alla gogna”e possiamo anche dire che il noto drammaturgo utilizza il teatro non solo per intrattenere il pubblico per qualche ora, ma lo fa soprattutto per provocarlo, per metterlo di fronte alle verità più scomode e magari purificarlo da quelle che sono le colpe della modernità, da cui a quanto pare ci si può riscattare con la frenetica modalità postmoderna di ascoltare un argomento e conseguentemente un altro che è apparentemente lontano, per giungere alla fine e capire che in tutti gli argomenti toccati c’è un filo rosso comune che ci vuole sfidare.
Non possiamo scappare da noi stessi e dalle nostre ossesioni e questo Garcia lo sa bene, seguendo la modalità di Berkoff utilizza le tematiche come fossero lame infuocate con cui colpire allo stomaco lo spettatore. Gli attori di questa compagnia hanno saputo plasmare sui loro volti la debolezza che di solito gli individui tengono nascosta nei meandri del loro Io, senza mostrarla mai ben destreggiandosi tra un discorso all’altro. Forse, però, qualcosa è mancato: la forza evocativa che si sarebbe potuta tirar fuori da questa così intensa drammaturgia non è stata, infatti, del tutto sfruttata. Ad ogni modo il pubblico è rimasto soddisfatto di aver assistito a qualcosa che sicuramente è continuato ad aleggiare fra i pensieri anche a fine spettacolo. Non sappiamo se fidarci degli esseri umani, non perché siano malvagi, ma semplicemente perché le debolezze e le ossessioni li rendono instabili. A volte quella qualità che si ha in più rispetto agli animali, il “pensare”ci rende fragili e scostanti, capaci di ferire chi abbiamo accanto, un animale invece “ti vuole bene senza chiedere niente” e a volte questo suo limite lo rende l’essere più speciale.
(Il bello degli animali è che ti vogliono bene senza chiedere niente); Regia:Massimo Di Michele; drammaturgia: Rodrigo Garcia; Compagnia: IMARGINI; interpreti: (Piergiuseppe Di Tanno), (Cristina Gradumi), (Roberto Marinelli), (Francesco Villano); teatro e date spettacolo: Teatrao Palladium 19 maggio festival TEATRI DI VETRO; info: Realizzato in collaborazione con AMAT (AN) teatri di Civitanova, Teatro Litta (Mi)
