Il Box office di Natale

Per aiutarvi a scegliere il film da vedere questo Natale, riportiamo i dati del Box office fermi al fine settimana appena trascorso.
Dai dati si ricavano, comunque spazi per alcune veloci riflessioni sullo stato della nostra industria. Quest’anno, infatti, la crisi dei consumi, abbinata ad un auspicato mutamento culturale vede consacrata la fine del Cinepanettone Classico. Colpi di fulmine è tristemente fermo alla quarta posizione con una media d’incassi (sulle quasi cinquecento copie in circolazione) decisamente più bassa delle aspettative.
Usura della formula, ma anche perdita dell’amalgama classico che aveva sino a questo momento trionfato nelle auree (si fa per dire) proporzioni date dal duo Boldi - De Sica.
Pare comunque che recentemente Massimo Boldi abbia espresso la speranza di tornare a lavorare con Christian De Sica durante la presentazione del suo nuovo telepanettone fresco di messa in onda: "Tornare in coppia con Christian? E’ difficile ma con il progetto giusto sarebbe possibile’’. Queste le affermazioni del comico che ha rimarcato come su Internet sia in corso una vera e propria campagna (tra Facebook e Twitter) per un nuovo film natalizio che veda coinvolti entrambi gli attori.
Se questa apertura dovesse trovare spazio per una progettualità più concreta sarebbe, per noi di Close-up, il segno di una crisi irreversibile del cinema italiano che, incapace a guardare avanti in cerca di nuove strategie commerciali, finisce per tornare indietro ai suoi momenti di gloria solo commericiale.
Se Atene piange, però, Sparta non ride. Non troppo almeno. La seconda posizione della classifica italiana è infatti occupata da un sequel anch’esso non andato troppo bene: I due soliti idioti. Il film della coppia Biggio - Mandelli razzola due milioni e mezzo in quattro giorni, che non è poco, ma neanche abbastanza da far gridare a quel miracolo che le sale, in asfittica crisi di incassi, aveva invocato. Ci giungono al momento racconti di un pubblico composto prevalentamente da decenni che si recano al cinema non tanto con la voglia di vedere un film, quanto, piuttosto, di riunirsi sotto le luci colorate di un intrattenimento distratto composto prevalentemente di battute tormentone. Ci si dice di persone che abbandonano la sala alla fine del primo tempo e di ragazzi che guardano il film in attesa della risata. Noi di Close-up dedicheremo certamente al film qualche approfondimento. Per adesso si parla non tanto di un fallimento estetico (che era atteso e tutto sommato prevedibile) quanto di un fallimento di intenzioni: il film non fa ridere neanche il suo target di riferimento e finisce per rivolgersi ad un pubblico indifferenziato di ragazzi troppo assorbiti da Internet e dalle webseries che non dal bisogno di storie, idee e divertimento (teniamo fuori dalla formula riflessione e sguardo critico).
La prima posizione tenuta ancora saldamente da Lo Hobbit segna il trionfo dell’idea di Peter Jackson anche in Italia, ma bisogna ammettere che anche qui siamo lontani dal trionfo al botteghino de Il ritorno del re. L’operazione prequel colpisce per la qualità della messa in scena, ma è fenomeno che coinvolge prevalentemente le grandi città, lasciando relativamente a bocca asciutta tutte quelle sale di provincia che avevano programmato il film. Strano fenomeno tutto italiano.
I cartoni hanno quest’anno meno spazio di manovra. Ralph spaccatutto va relativamente bene, ma a tener ancora banco è il meraviglioso Le cinque leggende segno che, quando un film è di qualità, riesce spesso a tener desta l’attenzione anche sulla lunga distanza delle quattro settimane di tenitura.
Ma il vero aut aut del cinema quest’anno in cui le previsioni dei trionfi al botteghino erano difficili e in cui nessuno ha voluto osare veramente, più che nei film sta nelle sale.
Il nuovo anno vedrà infatti molte saracinesche chiuse. Le sale chiudono i battenti. E saranno tante. La crisi che, ci si dice, è ormai alle spalle, colpisce la realtà italiana non solo nella sua voglia di svago e divertimento, ma anche nella sua ricerca di intrattenimento culturale. In un meccanismo ormai domincato dalla programmazione per i multisala e in cui i distributori non si pongono più il problema di sostenere in qualche modo il piccolo esercizio, sono proprio le realtà locali destinate al lumicino della piccola fiammiferaia che si spegne nella notte.
Anche in questo la politica italiana ha mostrato tutta la sua miopia. Ma le colpe vanno anche al meccanismo distributivo, all’applicazione scriteriata di sempre più alti prezzi del biglietto, al lievitare dei costi per sale costrette a passare al digitale e ad una confusione generale in cui ognuno arraffava quel che poteva senza porsi il problema, serio, di un domani.
Per tutti questi motivi ad un Natale più povero del solito coinciderà un 2013 all’insegna della riduzione del mercato stesso.
I dati del Box office
1) Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato
Distribuzione: Warner Bros.
Inc. week-end: € 2.490.215
Inc. Totale € 8.155.100
2 settimane
2) I 2 soliti idioti
Distribuzione: Medusa Film Inc.
week-end: € 2.489.422
Inc. Totale € 2.490.681
4 giorni
3) Tutto tutto niente niente
Distribuzione: 01 Distribution
Inc. week-end: € 1.237.239
Inc. Totale € 4.156.445
2 settimane
4) Colpi di fulmine
Distribuzione: Universal Pictures
Inc. week-end: € 1.115.363
Inc. Totale € 2.853.111
2 settimane
5) Ralph Spaccatutto
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Inc. week-end: € 869.536
Inc. Totale € 869.536
1 settimane
6) Vita di Pi
Distribuzione: 20th Century Fox
Inc. week-end: € 742.928
Inc. Totale € 742.928
1 settimane
7) La regola del silenzio - The Company You Keep
Distribuzione: 01 Distribution
Inc. week-end: € 503.817
Inc. Totale € 503.817
1 settimane
8) Le 5 Leggende
Distribuzione: Universal Pictures
Inc. week-end: € 243.490
Inc. Totale € 5.742.403
4 settimane

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