Il f(o)u Alfred Jarry

ROMA,TEATRO SALA UNO- Lui fu Alfred Jarry ma al contempo il "pazzo" Alfred Jarry: a ciò allude il titolo di questo spettacolo-omaggio, di questa biografia tra sogno e realtà, scritta da Luciana Griffi e diretta da Sergio Basile. Il 1 novembre del 1907 scompare a Parigi uno scrittore visionario, a tratti folle, consumato dai suoi vizi e in qualche modo dalla sua stessa genialità. Quasi cent’anni dopo il suo mito (tramandato da personaggi come Antonin Artaud e Guillaume Apollinare) non è morto e con lui neanche il fascino speciale dei suoi personaggi, primo fra tutti il fantoccio Padre Ubu, famoso per essere stato roi. La storia di questo spettacolo ruota su questo: sul rapporto complicato e intenso tra Jarry e le sue particolarissime creature, cresciute in quel mondo alienato, buffo e sorprendente che la mente dello scrittore partorì fin dall’infanzia, sui banchi del collegio di Rennes dove nacque la famosa saga del re panciuto (Ubu re, Ubu cornuto, Ubu incatenato, Ubu sulla collina). Giocando col tempo, creando collegamenti tre gli eventi di una vita, la Grifi ci propone una storia figlia dell’immaginazione, per dirla con Jarry, fondatore di una Patafisica-scienza delle possibilità-, una "patabiografia" ancorata a quei pochi riferimenti certi, quelle poche tracce provate sulla vita di questo genio francese; una patabiografia dove le creature e il creatore sono fatti della stessa carne, popolano la stessa casa senza confini, tutti complici dello stesso sogno. Così ci passano davanti senza soluzione di continuità passato e presente, utopia e realtà, amici di infanzia e personaggi mitici: il dottor Faustroll ( da Gesta e opinioni del dottor Faustroll) al già citato Ubu, passando per la sexy Messalina, meretrice interpretata da un’affascinante e ironica Alessandra Roca. E se alcune cose proprio non convincono (ad esempio l’incipit con Donatella Liotta nei panni di Apollinare) il più risulta raccontato con semplicità e brio grazie anche ad uso ottimale dello spazio, spoglio, che si va definendo pian piano grazie alle luci, splendide, e alle portentose e versatili macchine di Gianandrea Gazzola,dinamiche, folli e surreali. Il cast tutto sommato risulta ben organizzato, ma rimangono alcuni dubbi riguardo alla recitazione degli attori: volutamente- o almeno lo speriamo- enfatica, lontana, giustamente, da ogni traccia di naturalismo risulta però a lungo andare monotona. Ogni cosa in questo spettacolo tende a voler ricostruire, più che i fatti, un’atmosfera, una condizione mentale del giovane Alfred (che morì a soli 34 anni): si passa così da un umorismo che a tratti scade nel banale a una più profonda riflessione sulla vita e sulla morte che inevitabilmente lo spettacolo evoca. Lo spettacolo infatti rielabora l’ultimo giorno di vita di questa figura affascinante, scoordinata dalla vita e malata di meraviglia ( oltre che di alcoolismo, causa assenzio), che se ne andava in giro per Parigi armato, spaventando la gente con i suoi spari a vuoto, lui che si nascondeva nella stazione per fuggire i creditori, lontano dalla sua famosa casetta del "terzo piano e mezzo". Sergio Basile crede che i suoi personaggi, in qualche modo, abbiano "ucciso" per la loro ingombranza il povero Jarry, che la loro fama abbia oscurato quella del creatore, la sottoscritta ha un’idea un po’ diversa al riguardo: la mente di quel genio travalicò se stessa, la realtà e le cose, trovò la sua via di uscita, la sua speranza in un mondo immaginario aperto a infinite possibilità e forse quei personaggi "ingombranti" furono infine una salvezza, diedero un colore ad un mondo che appariva sempre più fioco. E’ anche per questo che i personaggi di Jarry vivono ancora oggi nelle menti di milioni di lettori, o spettatori a teatro: perché ci rimettono in vita con la forza della loro assurdità. Ma questa è questione di punti di vista, e i punti di vista in Patafisica sono infiniti. Ogni interpretazione è accettata: in fondo siamo pur sempre a teatro, nel mondo dei mondi possibili.
(Il f(o)u Alfred Jarry) scritto da Luciana Grifi. Regia: Sergio Basile; interpreti: Gianni De Feo (A.Jarry), Roberto Turchetta (padre Ubu), Donatella Liotta( Apollinare), Alessandra Roca(Messalina), Andrea Nolfo(Palotino); costumi: Ottavia Valvo; musica: Francis Poulenc a cura del M.o Marco Scolastra: disegno luci: Paolo Romanucci; macchine sceniche: Gianandrea Gazzola.
