Il laureato

Quando una storia viene filtrata attraverso il cinema è sempre molto difficile tradurla in termini teatrali. Il viaggio che si fa dalla pellicola alla scena è rischioso e pieno di insidie, inoltre la distanza di anni dall’uscita del film (1967) a oggi rende ancora più impervia la strada da percorrere. Il Laureato, celebre film diretto da Mike Nichols, interretato da Dustin Hoffmann, straordinario sin dalle prime interpretazioni, trattò tematiche che di lì a poco sarebbero esplose. Dover combattere la borghesia, ribellarsi ad essa e trovare un’alternativa era ciò che probabilmente premeva già alle generazioni a cavallo tra anni ’60 e ’70, trattate nel film in maniera sottile ed efficace. Oggi si pensa che ciò possa esser superato, ma questo non è del tutto vero; il perbenismo, l’ipocrisia e le etichette invadono ancora alcuni ambienti, e per quanto la gente ora sia più consapevole, c’è qualcosa di non risolto… Forse da ciò dipende la scelta di raccontare una storia del passato attraverso termini attuali, ma non sempre questo riesce.
Nello spettacolo diverse sono le citazioni del film, sia da un punto di vista registico sia dal punto di vista scenografico, come nell’acquario ricordato attraverso un telo trasparente o l’arredamento delle stanze. Forse ci sarebbe stato bisogno di una tonalità nuova, per un’opera, che per quanto bellissima e sempre attuale, ci appare un po’ sbiadita. Dal 13 gennaio all’1 febbraio lo spettacolo è in scena al teatro Quirino, per la regia di Teodoro Cassano. La vicenda del neolaureato Benjamin, pressato dai doveri di perbenismo e di facciata, imposti dalla sua famiglia, è stata rielaborata per la versione teatrale e a tenerne le redini sono i due protagonisti: il laureato e la donna che lo seduce. Una poderosa Giuliana De Sio ha ridisegnato la parte di Mrs Robinson su se stessa, conferendole delle sfumature nuove e permettendo al suo personaggio di esser l’unico ad uscire dalla nebbia del tempo… Una seduttrice bellissima, controversa, che tira fuori tutta la sua forza, ma senza nascondere le proprie fragilità. Nel suo cammino di seduzione non travolge solo il giovane inesperto, ma anche tutto il pubblico, invadendo con la sua esuberanza tutta la scena e arrivando a provocare lo spettatore attraverso nudi, mai volgari e movenze affascinanti. Col suo carisma, le risate graffianti, ma soprattutto con l’atteggiamento un po’calcato dell’alcolizzata perennemente sbronza, necessario alla versione teatrale, è proprio Giuliana a raccontarci la storia di una donna che all’apparenza aveva tutto, ma dentro sé nascondeva un grande vuoto, che tentava di compensare con alcol, sesso e sregolatezze. Queste le uniche alternative alla noia quotidiana di un matrimonio fatto per dovere. La De Sio è così riuscita a trasmettere l’atavico malessere nei confronti della borghesia. Ciò però ha assunto la nuova forma di in una sensazione di disagio e disgusto, che ci ricorda la nostra più attuale insofferenza nei confronti di una società impostata su modelli nei quali spesso non ci si riconosce. Il personaggio di Benjamin è stato invece offuscato dall’interpretazione di Giulio Forges Davanzati. Egli, incatenato in ben noti schematismi attoriali, ha distolto l’attenzione dall’atteggiamento rassegnato di un neolaureato che non sa che fare del proprio futuro e trova quindi rifugio in una relazione clandestina con una donna più grande di lui. L’attore fin dall’inizio è preda di una eccessiva frenesia e agitazione, stati d’animo più adatti invece, alla parte finale della vicenda, quando il personaggio finalmente capisce cosa ha senso nella sua vita, in che direzione vuole andare ed è preso dal suo desiderio di sposare la bella Eleine, figlia della sua precedente amante. Anche in questo caso però l’impostazione della voce e le movenze artificiose di Davanzati hanno tolto al personaggio la sua essenza e non hanno valorizzato, né tirato fuori la nuova tonalità di cui esso aveva bisogno. Ben fa di tutto per conquistare il cuore ormai ferito della ragazza, interpretata in maniera fuorviante da Alessia Cardella, che ha fatto divenire la studentessa dall’aria pura e ingenua, una ragazza quasi impacciata e talvolta goffa, privandola di quella complessa ed enigmatica bellezza con cui era stata concepita.. Le musiche di Simon e Garfunkel, riprese dalla colonna sonora originale del film, hanno sostenuto il ritmo delle scene, creando quel contatto suggestivo tra passato e presente, che ha attratto il pubblico dall’inizio alla fine. Il segno forte che ci lascia questo spettacolo è sicuramente la rivisitazione del poliedrico personaggio di Mrs Robinson. L‘attrice infatti ha saputo donare aspetti nuovi, che hanno suscitato nuovi spunti di riflessione.
Con: Giuliana De Sio, Giulio Forges Davanzati, Valentina Cenni, Giulia Weber, Paolo Gattini, Luigi Di Fiore Scene: Carmelo Giammello Costumi: Teresa Acone Regia: Teodoro Cassano Produzione: The Dreamers Productions
