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Il Seminarista (DVD)

Pubblicato il 28 aprile 2015 da Alessandro Izzi


Il Seminarista (DVD)

Italia, 1959. Guido, appena dieci anni sulle spalle, entra in seminario.
La sua è una vocazione bambina, una di quelle che non chiedono troppi perché alle cose.
La mamma, che lo ha accompagnato sin sulla porta del seminario, è preoccupata soprattutto al pensiero che non mangerà abbastanza. Le sta addosso anche il pensiero che possa prendere freddo in quelle stanze così alte e umide, ma per questo dubbio ha almeno la consolazione di potergli lasciare nella piccola borsa un paio di calzettoni di lana in più da poter indossare andando a letto.
Il bambino dal canto suo è tranquillo. Gli sta bene così. È contento, anzi, di poter continuare a sognare di essere come quei sacerdoti che parlano dal pulpito a messa e sembrano santi mentre pronunciano le loro formule che sono ancora, a quel tempo, in latino.
La piccolezza delle intenzioni di questo personaggio sta tutta dentro lo sguardo della macchina da presa che discreta accarezza senza troppo giudicare. E neanche ricatta lo spettatore con un ritratto dell’infanzia troppo rose e fiori.
Qui un bambino segue un’illusione, ma con una sincerità unita a quel candore di chi le cose non è che le capisca troppo bene.
Guido, in fondo, è un bambino sano anche in virtù dei suoi piccoli egoismi, delle sue imperfezioni, delle sue incomprensioni. È bello e dolce perché sa poco del mondo che lo circonda ed è portato a pensare di tutto un po’ di bene anche se, da un certo punto in poi, la distanza tra ideale e reale lo costringe a cominciare a porsi qualche domanda.
La vita del seminario, infatti, non è proprio come l’aveva immaginata e non solo perché i sacerdoti pretendono che finisca tutto il cibo che c’è nel suo piatto. La scollatura tra pratica religiosa e sacre scritture comincia a bruciare presto e Guido comincia a mettere in discussione questa chiesa che predica in un modo e agisce poi nell’altro verso.
Sul percorso del protagonista si affastellano non solo dubbi personali (i primi turbamenti erotici, il desiderio di un matrimonio che pure dovrebbe essere santo all’occhio della chiesa), ma anche teologici (il dubbio sull’eccessivo attaccamento all’apparenza della regola contro l’esperienza forte e calda di un don Milani mandato al "confino" per il suo stare troppo dentro il vero messaggio cristiano).
Ma ci mette lo zampino anche la fallacia umana degli educatori, tra cui un pedofilo che si nasconde dietro l’abito talare.
In Il seminarista il titolo è solo vagamente bunueliano, mentre il bianco e nero è solo apparentemente bellocchiano.
Il film non è una requisitoria, né desidera esserlo. Piuttosto è un racconto accorato e ad altezza di personaggio di un venire al mondo sofferto e pieno di dubbi.
L’opera di Gabriele Cecconi è davvero sorprendente nella sua dimensione umana, nel suo bisogno sincero di raccontare un’esperienza del mondo senza troppe sovrastrutture ideologiche.
Della Chiesa non ci dice né il bene né il male. Piuttosto ci racconta la sua grigia umanità, la sua fallibilità come la sua utopia. Dell’adolescenza ci racconta le spine e gli umori, l’ebrezza di volo e la confusione dei sensi. Guarda allo stesso modo sia lo stringersi dei legami di amicizia sia la crudeltà che spesso i ragazzi sanno riservarsi l’un l’altro.
Degli anni ’60 ricostruisce bene le atmosfere, ma anche le incertezze sotterranee. La ricostruzione storica qui è pulita senza essere mai accademica. Le strade sono popolate di macchine d’epoca, ma soprattutto di sguardi, di parlate, di dialetti e, incredibile a dirsi, di profumi. Il film è caldo e forte per questa attenzione al dettaglio che non è maniacale, ma delicata come una reminiscenza che da personale ha la forza di inverarsi collettiva.
Cecconi piega al suo gesto registico ogni cosa. Riesce a rendere espressive anche talune incertezze degli attori bambini e trova la sua grazia negli adolescenti.
Per tutti questi motivi Il seminarista è un film piccolo, ma importante.

La qualità audio-video

Quadro pulito e ben bilanciato nel rendere i contrasti spesso marcati del bianco e nero della fotografia del film. Scarsi rumori di fondo e pochi segni di compressione per un’esperienza video nel complesso più che soddisfacente.
Adeguato il 2.0 che restituisce il senso del periodo meglio di quanto avrebbe potuto fare una stereofonia più avvolgente, ma superflua in un film come questo sorretto prevalentemente sui dialoghi e sui pochissimi rumori d’ambiente.

Extra

Tanti considerando le difficoltà di un prodotto low budget come questo, qualcuno troppo risicato. Se Anteprima nazionale è solo un video della presentazione al pubblico del film che ha il sapore di una curiosità, l’Intervista al regista è talmente breve che quasi fa rimpiangere lo sforzo del click necessario alla visione. Le scene tagliate, infine, sono poche, ma se non altro interessanti a rendere il senso del lavoro complessivo. Completano il pacchetto una galleria fotografica e il Trailer.


(Il Seminarista); Regia: Gabriele Cecconi; interpreti: Filippo Massellucci, Andrea Pelagalli, Gianluigi Tosto, Marco Nanni, Andrea Anastasio, Andrea Cerofilini, Gianmarco Dolfi, Francesco Tasselli, Giorgio De Giorgi; distribuzione DVD: Cecchi Gori
formato video: 1.77:1 (16/9); audio: Italiano Dolby Digital 2.0; sottotitoli: Italiano per non udenti, Inglese.

Extra: 1) Trailer 2) Scene Tagliate 3) Galleria Fotografica 4) Anteprima nazionale 5) Intervista al regista


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